Gli utenti, le persone, coloro che comprano o che devono eseguire una serie di azioni sul tuo sito, si comportano un po’ …come un gregge.
Nessuno si allontana troppo dagli altri.
Nessuno intraprende strade rischiose e incerte.
Tutti (o quasi) si assicurano invece di non uscire mai dalla propria “sfera di sicurezza”.
Esatto, la propria sfera di sicurezza. Quello spazio più o meno percepito all’interno del quale a ogni azione corrisponde un determinato effetto. All’interno del quale ogni cosa è prevedibile e non crea un disagio a chi la compie.
Portare le persone al di fuori della loro sfera di sicurezza è complicato: significa caricare gli utenti del peso di un’azione imprevedibile, incerta. Metterli in condizione di sentirsi “precursori in qualcosa” nonostante tutte le loro buone motivazioni iniziali.
Come alleggerire la tensione?
Numeri! Altri numeri!
Spesso si usano i numeri. Alleati infallibili per veicolare qualsiasi buona idea.
Mostra dei numeri (reali), e il mondo sarà ai tuoi piedi.
Piazza un contatore che vanta glorioso i tuoi n-mila iscritti alla newsletter, e la gente scivolerà senza problemi sul form di iscrizione. Presenta statistiche da capogiro e la gente considererà con un occhio diverso ciò che andrai a raccontare di essi.
E, se non puoi vantare grandi numeri, mostra percentuali di crescita.
“Perché se già lo fanno in tanti, allora ci sarà un motivo” 🙂
Poi, certo, a questo deve seguire la reale qualità di un prodotto o servizio offerto, ma direi che se stai leggendo fino a qui lo stai dando per assodato.
Sicurezza percepita
Questo semplice ragionamento è alla base di tutti i processi di marketing più o meno grandi.
E non sempre, peraltro, assume forma numerica. Spesso lo si trova come leggerissima comunicazione “trasversale” intenta ad alzare il livello di sicurezza percepita; durante una transazione, un’iscrizione, una richiesta di contatto. Tanti piccoli dettagli che lavorano nello stesso senso.
- La definizione “pagamento sicuro” sui pulsanti “Acquista”
- L’inserimento della parola “continua” insieme a “Pagamento
- L’inserimento di citazioni cliente nelle schede prodotto
- Call to action più morbide (scopri, continua a…, dai uno sguardo)
- La presentazione di percentuali di crescita
- La creazione di how-to e contenuti editoriali
Indicazioni spesso appena accennate. Che mostrano, come dire, la reversibilità delle scelte in corso. Anche se sbagli qualcosa o ci ripensi, amici come prima. La stessa vecchia e assodata formula del “soddisfatti o rimborsati” punta al nocciolo della questione.
Dove voglio arrivare?
Se stai pensando di usare il tuo blog o il tuo sito per indurre i tuoi lettori a una specifica azione, dovresti seriamente considerare il livello di sicurezza che trasmetti a chi ti legge. L’attacco più o meno velato che stai portando alla loro sfera di sicurezza e i mezzi che metti a disposizione perché questa rimanga intatta.
Perché è come una bolla di sapone, richiede tatto e lavoro sui dettagli. 🙂
Secondo te un blog può essere uno strumento efficace per lavorare sulla sfera di sicurezza dei propri utenti? Hai mai abbandonato un percorso di conversione perché le cose, semplicemente, non ti convincevano?
foto: Serge Melki
e quindi fai come dice un famoso economista riferendosi alle azioni quotate:
“ad una festa in maschera, non puntare sulla ragazza più bella, scegli quella che piace di più agli altri”
che tradotto vuol dire:
– non spingere gli altri a guardare dove non vogliono, ad interessarsi di cose “fuori” dalla loro portata.
– osservali mentre camminano sulla strada che tu hai già percorso/costruito per loro
– falli contenti e dì loro che non sono soli
– sii trasparente, non mentire ai tuoi utenti. Loro sono tanti e se bleffi, ti scoprono.
PiccoloSocrate, mi piace molto il tuo commento, in particolare l’ultima frase:
“non mentire ai tuoi utenti. Loro sono tanti e se bleffi, ti scoprono”
Questa regola vale in molti contesti, in particolare nella gestione di un blog e/o di qualsiasi altra attività in internet. E fa parte della “reputazione”, essenziale sul web!!!
Abbiamo tanti esempi ai quali può applicarsi questo principio. per esempio:
– blogger: un blogger che scrive articoli scarni di buoni contenuti, viene gradualmente messo da parte.
– venditore ebay: un ebayer che rifila dei “pacchi”, alla lunga, ottiene feedback negativi e non vende più
– tanti altri.
Quindi rimarco, non prendere in giro gli utenti, perché se crei un servizio utile, riceverai un ritorno (visite, apprezzamenti, ecc.). Altrimenti, ogni momento è buono per chiudere i battenti! 🙂