Un paio di settimane fa in VETTA abbiamo parlato di micro e macro conversioni applicate all’analisi dei dati di traffico. Il tema è piuttosto interessante – e poco trattato – così ho pensato di riproportelo su queste pagine in una forma estesa. 🙂
Partiamo dall’inizio.
Chiunque sia sufficientemente serio nel fare marketing in rete ha a che fare con i dati di traffico.
Google Analytics, nella maggior parte dei casi.
Che sia un sito di prodotto, un e-commerce, un portfolio o un blog, saper leggere le statistiche di traffico è ciò che fa la differenza. È ciò che ti permette di porti buone domande (come singolo e come team) e di prendere – in risposta a queste – buone decisioni.
Altrimenti, Garbage in, garbage out, come dicono quelli bravi.
Eppure, nell’investire così tanto tempo nel leggere le proprie statistiche, ci si ferma spesso alla punta dell’iceberg. Ci si ferma alle macro conversioni.
Macro conversioni
Le macro conversioni sono ciò che più di ogni altra cosa miri a ottenere grazie al tuo sito. È ciò su cui calcoli, a fine mese, l’efficacia del tuo business. Non sono molte: corrispondo spesso alla più banale richiesta di contatto o vendita andata a buon fine.
Tracciare una macro conversione significa impostare una pagina di conversione avvenuta – la più semplice pagina “Grazie!” – e conteggiare quanti utenti arrivano a essa. E da quali percorsi. E in quali contesti.
Guardare alla macro conversione significa puntare da lontano l’obiettivo migliore per il tuo sito e ingegnarsi giorno dopo giorno per mantenere in crescita il numero di conversioni (acquisti, contatti) avvenute.
Sussiste però tutto un sottobosco di conversioni di minore portata globale, allo stesso modo fondamentali per costruire una macro conversione: le micro conversioni.
Micro conversioni
Domanda: quanto spesso vai direttamente a (macro) conversione su un nuovo sito web?
Quanto spesso effettui l’azione chiave su un sito che visiti per la prima volta, senza passaggi intermedi?
Seguimi per qualche istante.
Domani potresti realizzare di volere una nuova macchina fotografica.
Qualcosa di più interessante di una super compatta.
Forse inizieresti a cercare in Google alcuni siti di recensioni.
Sfoglieresti alcune pagine, soffermandoti sui prodotti migliori.
Visiteresti infine i portali dei diversi brand, cercando sui loro sito keyword precise e scaricando materiale.
Forse vedresti un video. O raggiungeresti dal sito aziendale una presenza sociale correlata.
Se questi siti aziendali presentassero delle community interne, forse ti iscriveresti per sbirciare le opinioni di altri professionisti nei paraggi.
Solo alla fine, rassicurato della tua scelta, scateneresti un’ordine.
Ci ho preso? 😀
Ed è qui che parliamo di micro conversioni. Azioni intermedie, tracciabili con altrettanta facilità su cui possiamo realisticamente fare affidamento per comprendere quanto il nostro traffico si stia muovendo verso la macro conversione.
Seguendo l’esempio di prima:
- Quali sono le principali pagine di destinazione (ingressi al sito) per i tuoi prodotti?
- Quanto e per quali keyword vengono effettuate ricerche on-site?
- Quali video e per quanto tempo vengono riprodotti sul tuo sito?
- Quante persone si iscrivono alla newsletter o a una tua community interna?
- Quanti saltano a un tuo account social?
Tracciare questi step intermedi non è un’optional. È l’unico modo per rendere più granulare il passaggio da “potenziale cliente” a “cliente”. Passaggio per nulla diretto e pieno di fasi intermedie in cui l’utente va alla ricerca di informazioni, rassicurazioni, motivi per non compiere la scelta.
E in un blog?
Stesso concetto, persino più semplice.
- La visita alla tua pagina Chi Sono
- Il tempo di permanenza nella pagina contatti
- La quantità di condivisioni sui principali social media
- Il numero di commenti per ogni articolo
- Il numero di risposte per ogni commento
- La percentuale di scroll per la tua homepage
- L’utilizzo del modulo di ricerca
- Il numero di commenti scatenati da una visita da social media
Sono tutte preziose, preziosissime micro conversioni verso l’agognato form di contatto.
O semplicemente, verso l’ottenere un pubblico fidelizzato.
Secondo me, ai fini di marketing, le visite dai social contano molto meno rispetto a quelle provenienti da ricerche organiche perchè parlando anche con altri blogger la maggior parte di esse ha sempre un elevato bounce rate e le persone che entrano sul sito tramite un articolo che ha suscitato la loro curiosità e poi escono quasi subito, magari senza neanche finire di leggerlo. Per quanto riguarda la newsletter invece credo che le risorse gratuite (ebook o video) sia la miglior opzione da utilizzare per poter costruirsi una buona rete di “potenziali” clienti.
O meglio :
– Macro conversione: Obiettivo Centrato
– Micro conversione: serie di eventi che portano al mio obiettivo
L’analisi web è fondamentale, e purtroppo molte aziende ma anche professionali centrano l’attenzione solo e esclusivamente nell’obiettivo finale senza capire a priori che succede nel web o prima di compiere un’azione…ma c’è ben altro.
Posso citare un tema affrontato personalmente nella Community di Adwords Italia, ovviamente non è spam…
https://www.it.adwords-community.com/t5/Articoli/Non-ho-conversioni-che-devo-fare-1%C2%AA-Parte/ba-p/27279
https://www.it.adwords-community.com/t5/Articoli/Non-ho-conversioni-Che-devo-fare-parte-seconda/ba-p/27681
Grazie,
Marco
Difficile dire con certezza quanto valgano meno le visite dai social rispetto a quelle provenienti dalla ricerca organica … secondo me dipende molto anche dal tipo di sito o blog che si ha, anche se tendenzialmente sono d’accordo (tanto è vero che esistono alcuni social su cui volutamente non posto determinate pagine per non avere visite di scarso o nullo spessore, ma non tutti gli articoli o i prodotti sono identici a questo mondo!).
Ottimo articolo di Francesco come al solito e grazie a Marco per i link utilissimi.