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Come scrivere guest post vincendo Google Penguin

Un guest post di Daniele Imperi

Come scrivere guest post vincendo Google Penguin
iStock.com/rustemgurler

Scrivere guest post è un’attività SEO o SEM? Quali sono i fattori chiave e quali i controproducenti dello sfruttare una strategia di guest posting per promuovere il proprio blog? Ce lo spiega Daniele Imperi. Buona lettura! 😉

L’ultimo algoritmo di Google, Penguin, sembra voler colpire anche i guest post. In realtà, a considerare ciò che realmente sta cambiando in Google, sono i guest post a tendere a una sorta di suicidio. O, meglio, alcuni guest post.

Nella prima parte di un video apparso pochi giorni fa, Matt Cutts, l’ingegnere di Google, parla di due tipi di guest blogging, quello di alta qualità e quello portato agli estremi, come post inviati a più blog, o perfino pubblicati per mezzo di spinning, o ancora articoli di scarsa qualità.

Si parla poi di lunghezza dei post, come 2, 3 o 400 parole come minimo indispensabile “per il meglio del peggio”. E questa frase fa pensare. Matt continua dicendo che i link hanno valore all’interno di articoli scritti con impegno e in cui si dica qualcosa di originale.

I 3 fattori chiave del guest posting

Alla luce di quanto è emerso dal discorso di Matt Cutts – e considerando anche il vero significato del guest posting – possiamo estrapolare tre fattori che caratterizzano un guest post.

  • Unicità: l’articolo da scrivere deve essere unico, inedito. Non può comparire in altri blog. Il guest posting non è article marketing. Il testo deve essere originale, quindi scritto esclusivamente per il blog a cui si propone. Non può essere un rimaneggiamento di qualcosa scritto in precedenza.
  • Lunghezza: 200 parole non è una lunghezza accettabile per un post informativo. 300 o anche 400 parole sono un minimo sforzo fatto dal blogger, per liquidare un articolo e ottenere dei link. La lunghezza è importante ai fini della tematizzazione del post e di una migliore contestualizzazione del guest blogger nell’argomento proposto.
  • Qualità: l’articolo non va scritto pensando a se stessi, ma al blog che lo ospiterà. Quindi scordatevi l’autopromozione, perché non fa parte del guest posting. Non proponete articoli autoreferenziali, perché i lettori vogliono leggere un testo informativo, che offra loro delle soluzioni, non sapere quanto siete bravi a fare qualcosa.

I 3 fattori controproducenti del gest posting

Dunque, che cosa non piace a Google dei guest post? Sicuramente il loro deragliamento dai binari della decenza e del loro reale scopo. La tendenza a fare proposte indecenti per promuovere siti, a portare all’estremo ogni tecnica di web marketing, a ottenere link a basso costo ha costretto Google a correre ai ripari.

Esistono tre fattori che considero dannosi e controindicati sia per il blogger che ospita sia per il guest blogger.

  • Forzatura di un argomento: è inutile proporre a un blog un tema che non tratta o di cui parla solo marginalmente. È una pura forzatura che non porta alcun beneficio al blog e ai suoi lettori. E forse neanche al sito del guest blogger, perché il post troverà scarso interesse nei lettori abituali del blog ospite.
  • Autopromozione: l’articolo va scritto con distacco, non come se foste davanti a uno specchio a elogiare voi stessi. L’elogio deve emergere dal testo che avete scritto, viene dai lettori, non da voi. Scrivete un guest post per i lettori, non per il vostro ego.
  • Link nel testo: servono o no? Forse è impossibile rispondere a questa domanda. Direi di no, però. Direi che se non ci sono è meglio. Un articolo può essere scritto in modo lodevole senza aver bisogno di rimandare altrove il lettore. Un link con anchor text a una pagina del proprio sito rischia di cadere nell’autoreferenzialità e nello spam.

Il guest posting è SEM, non SEO

Se i blogger inserissero un nofollow nei link non sarebbe un’idea sbagliata né dannosa. Il succo del guest posting è ottenere traffico verso il proprio blog e farsi conoscere ad altri lettori. Dunque, a cosa serve un link a fini SEO?

Il guest posting è una tecnica di blog marketing, di web marketing, non di puro posizionamento. Un link, non inserito in mezzo al testo dell’articolo ma nella presentazione finale dell’autore, è un collegamento che funziona anche con il nofollow. Quello è un attributo che ha effetti sui motori di ricerca, non sui lettori.

Conclusione

Scrivere guest post non è diventato pericoloso né inutile. Scriverli nella maniera sbagliata lo è sempre stato, anche prima del Penguin. Restate sintonizzati nel vero concetto di guest posting, avviate un’efficace strategia di guest post, rilevando i blog più pertinenti alla vostra nicchia e scrivendo articoli di spessore, in cui possa distinguersi la vostra autorevolezza nel tema trattato.

Daniele Imperi

Daniele Imperi

Sono un web designer specializzato in blog design e gestione blog, di cui mi occupo dal 2005. Ho scritto centinaia di articoli e contenuti su temi come web design, blog, SEO, web marketing, scrittura, libri e letteratura, viaggi. Attualmente mi dedico alla scrittura, sia creativa sia per il web, portando avanti diversi siti e blog letterari, fra cui Penna blu e il sito italiano sullo scrittore Cormac McCarthy.

12 commenti

  1. Grande articolo. I guest post servono tantissimo per farsi conoscere e grazie al guest post scritto su questo blog le visite al mio blog sono aumentate e i lettori di ritorno sono sempre di più. Logicamente i guest post devono essere scritti meglio di quelli che vengono postati sul proprio blog, uno per essere accettati da chi li ospita, due per non disturbare troppo Google.

  2. Grazie, Daniele 🙂
    Io sono solo al mio secondo guest post, per ora.

    Condivido sul fatto che debbano essere scritti meglio di quelli del proprio blog. Ma più che meglio, perché altrimenti sembra che uno nel suo blog scriva robaccia 🙂 , vanno scritti in modo professionale. Se nel tuo blog usi un linguaggio diretto, senza mezzi termini, magari anche con termini volgari, come diverse volte mi capita di leggere, nel blog che ti ospita devi usare un tono educato, sia per rispetto del blog e dei lettori sia per la tua immagine.

  3. Un ottimo post, Daniele. Io ho conosciuto il fenomeno del guest post proprio grazie a te, tempo fa. Da allora ne ho scritti alcuni e ne ho ospitati altri. Ancora troppo pochi, però. Io credo sia un buon modo per tessere legami tra blogger e per far circolare informazioni. I guest post mi danno sempre tante soddisfazioni e non intendo come statistiche o accessi, ma proprio come momento di condivisione.

  4. Concordo sui fattori che hai descritto.
    Ma a questa ricetta aggiungerei l’authorship di Google+.
    Questo ingrediente, a mio parere, amplia la tua conclusione, pur non sconfessandola.
    Con il meccanismo dell’authorship non possiamo non parlare di SEO.
    Che ne pensi?

    1. Concorderei anche io, se non fosse che mi pare un po’ macchinoso inserire quel rel=author. Devi innanzitutto avere un profilo su G+ e non tutti ce l’hanno. Poi devi modificare la struttura dei post del tuo blog. Il mio non è un blog multiautore, quindi non esiste una pagina autore. E per i guest post non ha senso una pagina autore. Quindi, in quei casi, non credo sia possibile inserire l’authorship.

  5. Piccola domanda fatta da un neofita e incompetente quale io sono: come si fa a trovare un blog sul quale scrivere guest blog e come questi possono rimandare al mio sito?

    1. Ci sono vari modi. Se hai un blog, si sicuro segui blog a tema col tuo. Se non lo fai, è ora di farlo 🙂
      Accertati che quei blog ospitino guest blogger. In quel caso, è sufficiente scrivere al blogger. Ma puoi scrivergli comunque. Chiedere è lecito.
      Oppure fai una ricerca con Google, del tipo nome-nicchia+guest post. Ma anche solo col nome della tua nicchia, visiti un po’ di blog e vedi se possono ospitarti.

      Sul rimando al tuo sito: dipende da come vengono gestiti dal blogger ospite. Alla fine di quest’articolo puoi vedere come Francesco fa in modo di rimandare al mio blog. Nel mio blog potrai vedere come gestisco io il guest blogging.
      In ogni caso, a fine o inizio articolo ci sarà il link al tuo sito.