Ufficio, interno giorno.
«Hey» disse un volto immerso nella posta elettronica.
«Che c’è?» risposte una voce due scrivanie più in là.
«Stavo pensando… sono già due anni che abbiamo lo stesso sito; non è ora di rifarlo?»
E così ha inizio
Così, più o meno, inizia il disastro. Centinaia di brand là fuori pronti a mettere una data di scadenza sui loro layout indipendentemente da tutto e da tutti.
Perché così si è sempre fatto.
Perché altrimenti sa di vecchio.
Perché chissenefrega se i clienti lo usano.
Perché il capo ha visto il sito del concorrente e lo vuole uguale.
Così, se stai pensando di rifare il sito della tua azienda, ho una sola domanda per te: perché?
È una domanda semplice, se ci pensi.
Facciamo un gioco: prendi un foglio di carta e scrivi in un paio di righe le ragioni per cui vorresti cambiare grafica al tuo sito. Ti aspetto qui.
Fatto?
Ecco.
Se hai scritto:
- perché non mi piace più
- perché non credo piaccia ai miei utenti
- perché tutti i miei concorrenti lo hanno già rinnovato
- perché sono già passati [numero a scelta] anni
stai sbagliando tutto. Sei vittima della bugia con la “B” maiuscola. Quella che ti dice che se non hai un sito “fresco” e “nuovo” non vendi. Che la crisi poi ti assale e devi rinnovarti. Essere in movimento continuo.
Così, metti mano al tuo sito con un nuovo layout ogni 24-36 mesi. Se riesci a resistere. E continui a non vendere quanto vorresti. E intanto il budget diminuisce. E rimani insoddisfatto.
Se invece hai scritto qualcosa del tipo:
- voglio aggiungere funzionalità al sito
- voglio migliorare alcune funzionalità del sito
- devo allineare il sito a un’immagine che è cresciuta nel frattempo
- devo inglobare nuove realtà commerciali
- ho in mente un nuovo modo di coinvolgere i miei clienti
- ho fatto un salto in termini di clienti e voglio che sia percepito al meglio
se, in sostanza, hai una precisa necessità da risolvere allora complimenti, sei sulla strada giusta.
E, prima di partire, vorrei condividere con te una mappa. Non ti darò indicazioni tecniche su come eseguire un restyle: quello è compito di un grafico. Ti indicherò come muoverti in un terreno così complesso e quali buone domande farti passo dopo passo.
1. Valuta ciò che possiedi
Nella frenesia di un restyle, sfugge di vista il tema principale: far evolvere le potenzialità di un sito nell’ottica di una crescita aziendale. In questo senso, chiediti:
- dove si concentra l’attenzione, oggi, sul mio sito?
- qual è l’esperienza che offro ai miei utenti?
- cos’hanno imparato a fare sulle mie pagine?
e soprattutto: quale stress sarà richiesto ai miei utenti per adottare efficacemente nuove meccaniche?
Un sito che presenta più di una semplice natura editoriale – in cui sono comprese meccaniche di login, consultazione di dati, ricezione di informazioni via mail – potrebbe richiedere molto più di una prima occhiata per essere nuovamente compreso. Intervenire in maniera troppo forte su funzionalità di questo tipo, per quanto dirompente e rinfrescante, potrebbe portare nel concreto a una massa di utenti confusa e irritata per diverse settimane.
2. Evidenzia, prima di agire
Così, la domanda è: ho davvero dalla mia parte tutti i dati che mi servono per intervenire sul restyle del mio sito? Se si tratta di un e-commerce, la sola idea di andare a lavorare sull’impatto del carrello potrebbe ottenere effetti diametralmente opposti a seconda di quanto effettivamente già sappiamo sul suo reale utilizzo.
Chiediti se e come potresti evidenziare attraverso le statistiche il miglioramento necessario che stai cercando. Google Analytics è il tuo migliore amico, soprattutto in questo frangente.
- è l’uso di una sezione in particolare? (FAQ, un comparatore di prodotti?)
- è la comprensione di un particolare prodotto o linea di prodotti?
- è il raggiungimento di un modulo di contatto? (entro un certo numero di click?)
- è la chiamata telefonica o la visita a una sede fisica?
Un restyle è tanto più efficace quanto è guidato da numeri e statistiche, raccolte nel tempo e in grado di evidenziare effettive problematiche di navigazione.
3. Desiderata
Chiediti cosa vorresti, senza vincoli di natura economica per il futuro del tuo sito e del tuo brand nell’insieme. È un buon esercizio per definire in un colpo solo tutto ciò che davvero servirebbe se disponessi di budget e staff infinito.
La tua lista di feature desiderabili dovrebbe scaturire da domande come:
- quali feature mi servono per risparmiare tempo nella gestione quotidiana del sito?
- come posso perfezionare l’integrazione tra sito e canali sociali?
- come posso usare nuove sezioni per ridurre la frizione al contatto via email?
- come posso convincere clienti più rilevanti?
È un buon esercizio perché ti permette di uscire dalla logica del “lo voglio più bello” e ti costringe a pensare a come rendere il tuo sito un vero e proprio strumento di marketing a tempo pieno.
4. Chiediti cosa ti serve, oggi
A questo punto, dividi in due la lista. Da un lato, i desiderata: tutto ciò che servirebbe in un periodo di tempo medio lungo. Dall’altro tutto ciò di cui hai bisogno domani per poter dare nuova linfa al tuo sito. Evidenzia quelle che ritieni funzionalità indispensabili come l’aria e trova un buon partner che ti permetta di impostare una collaborazione in crescendo.
Ciò di cui il tuo brand ha bisogno è di una piattaforma, non di “bella grafica”. Di un progetto la cui ossatura possa rimanere la stessa e le feature crescere nel tempo.
In crescendo
Qual è il problema? Che speso l’idea di un restyle nasce con il veloce scambio di battute a inizio post e rivela la scarsa volontà di affrontare problemi ben più seri sull’usabilità e sulle performance di business di un sito. Dove dire “rifacciamo il layout” minaccia meno gli equilibri e soddisfa in maniera effimera il capo di turno. Almeno fino al prossimo restyle.
Ecco che allora mettere mano a un layout, quale sia la natura commerciale del sito non è mai il punto di arrivo (a scadenza) ma la naturale evoluzione di un brand che punta a migliorare. Restyle fa il paio con “perfezionamento”. Perfezionamento delle logiche che già funzionano. E implementazione di quelle che ancora mancano. Allineamento con un’identità che sta cambiando, crescendo o inglobando aziende e collaborazioni su altri fronti. È indice della volontà di portare l’azienda su un gradino più alto.
Bisogna solo avere il coraggio di farlo come si deve.