Ancora sul minimum viable product (o: di cosa significa “abbastanza buono”)

Minimum Viable Product

Promuovere nuovo progetto in rete
©Gustavo Frazao/Shutterstock.com

Dietro all’oscuro termine MVP, Minimum Viable Product, si cela in realtà una considerazione scontata.
Scontata e, come tutte le considerazioni scontate, potentissima. 😛

Ed è che al tuo progetto non serve toccare la perfezione nei primi mesi di vita. Anzi, se il limite non è più la tecnologia – ma la volontà di agire delle persone, dicevamo – spesso fatto il primo passo accade l’esatto contrario.

Ipotizziamo.
Progettiamo.
Costruiamo castelli sempre più complessi.

Vogliamo che il nostro progetto tenga conto di ogni variabile, di ogni idea ragionevole.
E siamo convinti di dover tenere in piedi tutto ciò sin dal primo giorno.

E il budget ipotizzato cresce. E cresce la complessità di sviluppo. E i tempi si dilatano.
Quando, in quel primo lasso di tempo, abbiamo bisogno di un diverso tipo di informazione.

Dietro al termine MVP si nasconde il grido disperato di un progetto che quando neonato non ha bisogno che di sapere se e quanto verrà accettato dai suoi primi clienti visitatori. “Minimo prodotto funzionante” non è un inno al minimalismo. O al facciamo le cose al risparmio che ci togliamo il dente e via il prossimo, qui c’è da lavorare dai.

Tutto il contrario.

  • Per un e-commerce, significa studiare un basilare sistema di vendita volto a testare la bontà del listino. E capire quanti e quali prodotti vengono realmente raggiunti;
  • Per un e-commerce, significa sviluppare un basilare sistema di creazione di wishlist. Senza che questo preveda login o strabilianti effetti speciali. Solo una wishlist. Che spedisca magari una semplice mail nel modo più scontato del mondo;
  • Per un blog, significa partire da un layout minimale, funzionale e investirlo di buoni contenuti. All’archivio, al sistema di commenti evoluto e al nuovo layout su misura su cui stai sospirando ci pensiamo poi;
  • Per un portale che desidera proteggere parte dei contenuti significa studiare un sistema di membership che si appoggi nei primi mesi magari solo a PayPal e a meccaniche un po’ più ruvide. All’integrazione diretta con la banca e alla creazione di una vera e propria area riservata si arriva quando se ne ha bisogno (e capiamo a cosa serve).

Un Minimum Viable Product serve in sostanza a rilevare interesse.

Non è mai il punto di arrivo.
Non è la perfezione stilistica o progettuale.

Semplicemente “funziona, è accettabile, ed è senza bug”.
Ed è ciò che ogni progetto dovrebbe puntare a essere quando si presenta sul mercato.

E soprattutto contiene del valore.

Valore che, naturalmente va interpretato analizzando a fondo i dati di traffico.
Ma questa è un’altra storia. 😀

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.