Leggendo l’articolo di ieri su Social Media Explorer non ho potuto fare a meno di sentirmi ancora una volta enormemente fortunato a lavorare con il web.
Jason Falls in “When Launching a minimally viable product is a bad idea“ sposta lo sguardo da tutti quei discorsi a là “rainbows & unicors” legati alle startup e al costruire prodotti vincenti per ricordare invece una semplice verità: ciò che funziona lavorando con la rete, in altri ambiti può essere assolutamente disastroso.
O quantomeno, decisamente più impegnativo e frustrante di quanto crediamo.
Minimum Viable Product, ovvero un prodotto sufficientemente buono da poter essere rilasciato al pubblico, nell’attesa di ricevere i primi feedback e proseguire a lavorare su di essi.
Lo si scrive spesso, d’altronde. Hai una buona idea? Concretizzala e rilascia il tuo prodotto il prima possibile (fatta sempre salva una certa soglia qualitativa); non c’è ragione nell’avere qualcosa di buono al 90% che riposa in un cassetto mentre qualcosa di buono all’80%, ma reso pubblico, sarebbe stata una scelta più proficua.
Eppure, questo vale solo per il web.
E forse, neppure così spesso quanto immaginiamo.
Insomma, è fantastico pensare di poter rilasciare ogni cosa schermandosi dietro un eterno “Hey, è in beta!”, ma puoi forse rilasciare un infoprodotto a pagamento -abbastanza buono ma non così tanto- solo per ricevere feedback da utenti paganti promettendo poi correzioni future? Nah.
Puoi invece vendere ai tuoi utenti una prima sottoscrizione al tuo nuovo servizio, pure iper-scontata, purché si sobbarchino la gestione di qualche bug e magari ti aiutino nel raffinare il vero prodotto definitivo? Forse. Con le giuste premesse, accade spesso.
Lavorare con il web è sotto molti aspetti una grande, immensa fortuna. Senza intermediari o spostamento di materiale fisico puoi seguire le logiche di un Minimum Viable Product senza preoccuparti di inseguire uno standard troppo elevato sin da subito. Puoi, insomma, giocare la tua partita un passo alla per volta.
C’è chi ne abusa, certo. Proponendo qualcosa di tecnologicamente inadeguato o alle cui spalle un meccanismo del tipo “rilascia-valuta-correggi-e-ricomincia-da-capo” non sussiste proprio. Ma la maggior parte delle volte, poter seguire una logica di questo tipo in relativa tranquillità è una vera fortuna.
Non tutti i mercati lavorano in questo modo. 🙂
foto: Saad Faruque
Avrei un’aggiunta da fare: MVP non significa per forza rilasciare qualcosa di incompleto, potrebbe esistere comunque un prodotto ridotto ai minimi termini ma curato in tutti i dettagli, privo (o quasi) di bug. Le iterazioni successive possono servire per aggiungere nuove feature e apportare modifiche dopo aver ricevuto feedback dagli utenti, ma la qualità dovrebbe essere alta fin da subito 🙂
Voglio solo cogliere l’occasione di questo post per ringraziarti, leggo sempre con attenzione quanto ricevo ma non ti ho mai lasciato commenti. Voglio farlo ora in un momento di raccoglimento di idee proprio rivolto ad identificare un infoprodotto da realizzare nell’immediato futuro. Ma purtroppo il mio settore di competenza non si presta moltissimo e avrò bisogno ancora di seguire quanto, con competenza, consigli nei tuoi post.
Ciao Alessandro, grazie mille per i complimenti, fanno sempre un gran piacere. 😀
Felice di averti tra i lettori, a rileggerci!