Brand advocates: chi sono, come agiscono e come renderli felici

Brand advocates: chi sono, come agiscono e come renderli felici

Li chiamano “brand advocates”.

Sotto questo termine, che in italiano potremmo semplicemente tradurre come sostenitori di un brand ricade un preciso tipo di utenti, diverso dalla massa ed estremamente rilevante per chi decide di fare business in rete.

I brand advocates sono sostanzialmente diversi dalle altre persone, pure smaliziate ed esperte, che navigano in rete. Richiedono un trattamento speciale perché diverse sono, alla base, le motivazioni che li muovono e le soddisfazioni che cercano.

O almeno, così è come il recente studio di BzzAgent inizia a delinearli dopo averli analizzati a fondo.

Il report prende in esame dati raccolti tra dicembre 2010 e gennaio 2011 e concentra la sua attenzione sugli aspetti che rendono così importanti i sostenitori dei brand nelle loro normali attività online.

Parlando di social media, di discussioni e di creazione di contenuto, BzzAgent determina alcuni aspetti chiave. I brand advocates infatti:

  • Sono molto più prolifici nel creare e distribuire informazione in rete
  • Possiedono opinioni forti in materia di acquisto
  • Guidano e dominano discussioni con facilità
  • Intendono i social media come mezzi per aiutare gli altri
  • Raggiungono una più vasta cerchia di utenti

Ma soprattutto:

  • Vogliono essere riconosciuti come buone fonti di informazioni
  • Vogliono parlare dei prodotti che realmente usano tutti i giorni
  • Sono fedeli ai marchi con i quali hanno rapporti e relazioni

Un tipo di utenti che non intendono consigliare alla meno peggio un brand piuttosto che un altro sulla base di sporadici stimoli ricevuti. Tutt’altro che banderuole nelle mani dei manager delle aziende sono loro stessi che mirano a voler diventare punti di riferimento per la loro cerchia di contatti. Importante e imprescindibile l’aver potuto effettivamente mettere le mani sull’oggetto del contendere prima di diventarne sostenitori a gran voce.

È meglio dare ulteriori motivi ai clienti che già sono tuoi fan per continuare a seguirti piuttosto che cercare di convertire ogni utente indiscriminatamente.

Utenti come questi non sono semplici appassionati o fanatici di un logo. Appaiono come estremamente razionali nelle loro scelte e andrebbero come prima cosa riconosciuti come tali nelle diverse attività di marketing intraprese dai brand.

Non un voler quindi portare a tutti i costi gli advocates sulle proprie piattaforme come se fossero mandrie da spostare e manipolare, ma scoprire i luoghi di aggregazione naturale e raggiungerli in prima persona. Con proposte genuine. Alimentarli di materiale esclusivo, su misura e ricordare l’assoluta importanza per questo tipo di utenti di voler essere riconosciuti come punti di riferimento.

E infine, dare modo alle loro voci di essere udite, predisponendo canali adeguati affinché questi trovino il modo migliore per comunicare con la loro rete di contatti.

Il report racconta dettagliatamente questo e molte altre cose sui sostenitori dei brand e sul modo in cui le aziende dovrebbero interfacciarsi con essi. Lo puoi scaricare previa registrazione dalla pagina ufficiale di BzzAgent. Buona lettura! 😉

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

5 commenti

  1. Ambassador, brand advocates, influencer, tanti sostantivi per definire clienti che promuovono, gratuitamente, il brand. Fa scuola in questi termini il caso della Fan Page Coca Cola, inizialmente creata da due fan ed “adottata” poi ufficialmente dall’azienda. I social network hanno trasformato le persone in infomediari. Il passo da fan a influencer non è poi così lungo. In futuro bisognerà predisporre e targettizzare ulteriormente canali e comunicazioni per questa tipologia di clienti. E, come dici, dare modo alle voci di essere udite.

  2. Credo fermamente nell’importanza dello sharing, senza condivisione sincera non si va molto lontano. Ormai che il multilevel è defunto, meglio aspettare che i fan facciano d’iniziativa o pensi sia oggettivamente meglio, stimolarli con riconoscimenti monetari?

    1. Esiste già e da tempo questo tipo di attività, e anche ben remunerata, i grandi marchi sanno bene l’importanza di questi personaggi e il grande seguito che hanno, per questo stringono accordi economici, spesso si tratta di blogger professionali, o veri appassionati che hanno un seguito VERO di persone con le quali condividono gli stessi interessi o passioni.