Quando si parla di campagne DEM, spesso il problema che salta subito in mente è: “Come faccio a spedire mail ai miei clienti, così che comprino di più?”.
Ecco, questo non è il vero problema. 🙂
Perché il vero problema è:
“Come faccio a portare i miei visitatori a concedermi di scrivergli via mail, così da stimolarli a diventare potenziali clienti?”
“Come costruisco un messaggio che non si sovrapponga esattamente a quanto già comunico altrove?”
“Come focalizzo l’attenzione verso questo canale, sfruttandone l’energia generata?”
E così via.
In sostanza, gli scopi di una strategia DEM sono sempre più o meno due:
- portare l’utente un po’ più vicino all’acquisto
- ottenere maggiore visibilità grazie alle azioni dei lettori coinvolti
Portare, quindi, l’utente a comprendere meglio una nicchia, un problema, le soluzioni a disposizione, le strade da intraprendere e i partner che lo possono sostenere. Insieme, fare in modo che tutto il valore generato nel processo non vada disperso: evitare che la newsletter risulti solo un circolo chiuso, fumoso e insondabile dall’esterno, al quale partecipare “sulla fiducia”.
Un mezzo diverso e complementare
Obiettivo di più ampio respiro: fare in modo che ogni visitatore trovi dei punti a tuo favore nell’iscriversi alla newsletter, rendendola un canale diverso e complementare rispetto al blog. Da lettori, siamo molto bravi a saltare gli intermediari. Rendere la newsletter qualcosa di unico, posizionata in un contesto più ampio, fa realmente la differenza.
Da dove iniziare?
1. Inizia in piccolo
Detta così l’impresa può sembrare titanica. Ma, come in altri ambiti simili, la perfezione la raggiungiamo un po’ più in là. Inizia con un prodotto che possa sostenersi su sè stesso. Che sia in grado di chiudere il cerchio iniziando a venire promosso agli utenti.
Raccogli feedback. Raccogline tanti. E stai pronto a raffinare il tiro.
2. Sfrutta la spinta virale
Di meccanisimi in grado di sfruttare una pur basilare spinta virale ce ne sono tanti. Se ti trovi a tuo agio nello sviluppare un infoprodotto, una meccanica simile all’oramai classico “Pay with a Tweet” può essere dirompente.
Focalizzati su un aspetto chiave: dove attinge carburante la tua attuale visibilità? Come puoi fare per dirottare parte di questa energia sui tuoi nuovi progetti? È il numero di commenti giornaliero? Sono le visite al tuo canale YouTube? Un gruppo di LinkedIn? L’interazione che generi su Twitter?
3. Proponi un bonus (inaspettato)
Questo lo vedi al momento attivo proprio con VETTA. Al termine dell’iscrizione (e solo allora) l’utente viene informato della possibilità di scaricare un ebook in cambio di un tweet. Tutto qui. Semplice. Efficace.
Chi chiuderebbe il browser pesando i pro e i contro del succoso bonus caduto giù dal cielo?
Il tweet naturalmente promuove la newsletter stessa e rimanda alla sua homepage. 🙂
4. Usa un dominio separato…
Questa è una cosa della quale non mi sono mai capacitato. Perché le newsletter devono rimanere solo incastrate in piccoli box a lato sidebar e vivere là dentro fino alla fine dei loro giorni?
Dona alla tua newsletter un dominio. Un dominio di terzo livello, almeno. Se non altro una pagina ad-hoc in cui valorizzare i contenuti che vorrai spedire alle inbox dei tuoi lettori in maniera inequivocabile.
5. …e fai convergere alla home
In questo modo, potrai convogliare tutti i tuoi sforzi non verso un qualche fumoso box in qualche sidebar difficilmente descrivibile, ma verso (appunto) un dominio. Qualcosa di mentalmente molto più efficace e memorizzabile. Qualcosa che puoi utilizzare in firma o comprimere in un link. Qualcosa che, per sua natura, non richiede istruzioni allegate. Non è fantastico?
6. Focalizza gli sforzi
Un altro dei controsensi che spesso vedo in giro è costringere l’utente a destreggiarsi, su uno stesso sito, tra più box di iscrizione in sidebar, nel footer, in overlay, sotto a ogni singolo articolo.
Focalizza gli sforzi: distribuendo call-to-action e richiami ogni cento pixel di template diluisci la loro efficacia. Una sola porzione di layout, un solo obiettivo: iscriversi alla newsletter.
7. Proponi un bonus (periodicamente)
Riscaldare la lista non è (quasi) mai questione così complessa come si può immaginare. Il succo è tutto qui: dammi un motivo per farti sapere che sono ancora vivo e io lo farò.
Vuoi che aggiorni i miei dati? Proponimi un bonus infilato nella pagina di conferma a dati aggiornati. Di nuovo, da lettori siamo molto bravi a capire ciò che il nostro interlocutore vorrebbe. Il fatto che abbiamo (hem) voglia di farlo è tutt’altra storia.
8. La chiave è la consistenza
Se devi cambiare template cambialo per un motivo realmente valido. No, la semplice volontà di sperimentare sotto una festività qualunque non è un motivo ragionevole.
Fammi comprendere la solidità di ciò che stai facendo mail, dopo mail, dopo mail. Se ho imparato a destreggiarmi tra i punti chiave del tuo template, non obbligarmi a imparare di nuovo tutto da capo.
9. Osa con le mail in puro testo
Non si usano mai troppe mail in puro testo. Se imposti una scadenza bisettimanale per la tua newsletter, hai assolutamente modo di spedirmi brevi reminder in puro testo di un paio di paragrafi e un link.
Un promemoria non lo si condanna a nessuno, finché è pertinente. Ti evita peraltro di spedire sontuose mail in HTML ogni due giorni.
10. Testa la tua landing con test A/B
Avere una landing dedicata ha poi il non trascurabile vantaggio di poter andare a fondo con test A/B su layout, testi e call-to-action. Testare tutto, testare sempre (anche sulla landing della newsletter) fa la differenza sul risultato nel lungo periodo. Non è così banale quanto sembra.
Scambio etico
L’iscrizione a una newsletter comporta dopotutto uno scambio etico: il mio indirizzo email (e l’accesso al mio tempo) in cambio di contenuti di valore. Spesso sottovalutiamo quanto questo scambio giochi a nostro favore: da ogni nuovo utente riceviamo un dono enorme nel limitatissimo panorama di attenzione disponibile. Insomma, sfruttalo bene! 🙂
Sul tuo sito permetti ai tuoi utenti di seguirti via mail?
Con quale mezzo? In cambio di cosa?
Ciao Francesco,
ti leggo spesso anche se non ho mai commentato prima! 🙂
Io ho un blog e per la newsletter uso il plugin Wysija Newsletter. Ritieni che sia uno strumento valido oppure è meglio optare per qualcos’altro per tenere “informati” gli utenti?