Quanto vale il tuo lavoro?

Accumula conoscenza

Quanto vale il tuo lavoro?
©Malchev/Shutterstock.com

Quello che stai per leggere è un contenuto evergreen, ovvero un articolo così fantastico da non non poter rimanere troppo a lungo nell’archivio. È stato ripubblicato l’ultima volta durante agosto 2017. Buona lettura!

Quando ti trovi di fronte a una classe di studenti, com’è accaduto domenica a Bologna per il Corso in Web Marketing di Studio Samo, realizzi come la domanda che oggi fa ancora più paura sia sempre la stessa.

“Francesco, quanto dovrei farmi pagare?”

Mano a mano che scendi in profondità sull’uso di strumenti (nel caso specifico Google AdWords e Google Analytics), strategie e casi di studio, riesci a percepire quel momento in cui insieme all’esaltazione per il “potrei fare” si affianca il dubbio del “non so quanto farmi pagare per”.

C’è una storia piuttosto divertente in merito.
Fermami se l’hai già sentita.

C’è un grande macchinario industriale che improvvisamente smette di funzionare. Un macchinario di quelli vecchio stile, tutto hardware e cavi e ingranaggi. Così il capo dell’azienda chiama l’assistenza e il tecnico arriva, guarda la macchina per qualche minuto, poi prende un cacciavite, gira una vite e risolve il problema. Saluta tutti e se ne va.

Qualche giorno dopo il tecnico invia fattura, che per semplicità quoteremo a €1.000+IVA. Il capo, su tutte le furie, si rifiuta di pagare una cifra così alta per un intervento così semplice. Chiede dunque al tecnico di motivare la spesa.

Il tecnico invia una nuova fattura, divisa questa volta in due parti: “girare la vite: €1,00” e “sapere quale vite girare: €999,00”. Il capo paga e vissero tutti felici e contenti.

Ecco. 🙂
Il succo è più o meno questo.

Alla domanda: “quando dovrei farmi pagare?” segue spesso: “dai, rivelamelo, qual è la tua tariffa oraria?”.

Domanda alla quale da molto tempo ho smesso di dare una risposta netta. So qual è la mia tariffa oraria. Quella che internamente uso per sapere quale valore dare al mio tempo. Ma allo stesso modo ho smesso di usarla per quotare un progetto.

Ciò che uso per quotare un progetto è invece il valore che sono in grado di portare a quel progetto. Il mio know-how. L’impatto potrà avere sul business di chi lavora con me. Indipendentemente da quanto tempo effettivo io ci possa mettere.

Quando sei di fronte a una classe, la paura di chi ti ascolta è di essere “troppo junior” per poter sparare un preventivo degno di questo nome. Di doversi accontentare del “prezzo da junior” perché poco conosciuto o credibile.

Ti svelerò un segreto.

A un imprenditore non frega un accidente se chi ha di fronte sia senior, junior o una qualunque etichetta intermedia ci si possa inventare. Sono termini arbitrari, che lasciano poco a chi sta cercando di ottenere risultati o – peggio ancora – ci si trova in una condizione che ha bisogno come l’aria di un intervento risolutore da parte di una terza parte.

Ciò che fa la differenza è se sai o no quale vite girare.
Punto.

Così, l’obiettivo per chi inizia un percorso da libero professionista non è scoprire come raggiungere la tariffa oraria migliore o più alta possibile, ma capire come accumulare conoscenza e esperienza tale da poter offrire la soluzione a un problema che per alcuni vale molto.

Studia, leggi, parla e rafforza connessioni. Diventa un esperto.
Con tanti saluti alla tariffa oraria o all’essere “troppo junior”.

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.