Ancora sullo scegliere il proprio nome e cognome o un nome brand

Homo faber…

Scegliere il proprio nome per un blog

In un Welcome Weekend di parecchio tempo fa Nicola sollevava una domanda che ancora oggi spesso ricevo dai miei clienti: conviene scegliere per il proprio progetto un nome creato ad-hoc o è meglio legare il tutto al proprio nome e cognome?

Al tempo -e i commenti, beh, lo confermarono- i due lati della medaglia apparivano piuttosto chiari: se il progetto ruota unicamente intorno a te scegli il tuo nome, se il progetto comprende più persone sviluppa un brand da zero.

Semplice, no?

Non che uno dei due lati sia più comodo dell’altro, capiamoci, ma queste le opzioni. 🙂
Ultimamente, credo si sia aggiunto dell’altro.

A pensarci bene, a guidare la scelta non dovrebbe soltanto essere la questione del chi-c’è-dietro, quanto l’avere consapevolezza (o meno) di ciò che si intende realizzare con quel progetto in futuro.

Mi spiego.
Quando tutto è ancora in potenza fattibile, scegliamo la nostra strada più o meno condizionati da fonti esterne. Sono sicuro che per te sarà stato più o meno consapevolmente così. Spesso, soprattutto nei primi tempi, non abbiamo ben chiaro ciò che saremo in rete da lì a qualche anno. Hey, è già piuttosto complicato superare i tanti scogli iniziali.

Scegliere di usare il proprio nome o un nome brand non è quindi solo questione di gusto o di riconoscibilità nell’immediato. È questione invece dell’avere più o meno chiara la direzione a lungo termine che si intende dare alla propria presenza in rete: prima il progetto, o prima noi stessi.

Se siamo singoli professionisti, come avrai capito la seconda strada appare appetitosa: lanciare un primo blog che porta il proprio nome lascia la porta aperta su nuovi progetti a cui fare da cappello (ognuno, soltanto ora, con il proprio nome creato ad-hoc). Viceversa, si rischia altrimenti di limitarsi prima del dovuto sotto a una realtà più o meno caratterizzata che non è pensata per evolversi nel tempo.

I blog evolvono.
Ogni progetto in rete evolve.
Sulla base della maturazione delle persone che lo guidano.
E della ricezione che di quel progetto i lettori manifestano.

Il proprio nome e cognome è l’unico vero terreno neutro, che assicura un certo margine di manovra (pure all’interno della nicchia iniziale scelta). Cosa che, per forza di cose, un brand definito ex-novo non può e non deve avere.

Tu a suo tempo cosa hai scelto?
Seguiresti la stessa strada, oggi? 😛

foto: ©Stefan Schurr – Fotolia.com

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

13 commenti

  1. Un articolo che cade, come si suol dire a fagiolo! Sono da tempo in via di iniziare una professione orientata al web e anche io sono entrato nel dilemma: Il mio nome e cognome o un nome ad arte in base a quello che propongo?! Attualmente ho entrambi i domini anche se ancora non ho deciso per il decollo…ma sono già quasi convinto per il nome e in futuro avvierò altri progetti! Faccio bene, non so…intanto inizio 🙂
    Grazie

  2. Secondo me per un professionista o per un blog personale e soggettivo va meglio il nome e cognome, per tutti gli altri progetti è preferibile un brand nuovo.
    Io ho scelto il mio nome e cognome perché voglio un progetto flessibile. Sono un musicista e in futuro ho intenzione sul mio sito di aprire una sezione dedicata alla musica e alla composizione. Nulla mi vieta di creare un canale dedicato all’interno del mio sito, anche se attualmente parla di argomenti che poco hanno a che fare con la musica.
    Se l’avessi chiamato ilportaledellapsicologia. it avrei sicuramente meno spazi di manovra 😉

    1. Concordo Fabio, in più aggiungerei che molti brand creati giusto per sopperire la necessità (paura) dei primi mesi risultato alla prova dei tempi molto deboli.

      Il fatto è che quando hai cominciato a far lavorare la mente dei lettori verso un nome, è difficilissimo spostarla da lì. Non pensi?

      1. Si è difficile e tendono a vederti solo in un modo. Se hai un sito che tratta argomenti differenti, ognuno di loro tenderà a vederti come esperto di uno solo.
        Pochissimi identificano una persona a 360 gradi, sarà forse perché predomina ancora una sorta di chiusura mentale collettiva? Boh…
        W il nome e cognome 😀

  3. Quando ho aperto il mio blog mi sono subito orientata verso un “nome d’arte”, lo sentivo più mio e mi sentivo più riconoscibile rispetto ad un Giovanna PincoPallo.
    Ma devo dire che il mio “Pupixel” mi ha portato fortuna, e non lo cambierei per niente al mondo!

  4. Ho da poco aperto il mio blog e devo dire che quando ho visto che il dominio “startupgirl.it” non era ancora stato preso non ho avuto dubbi e non ho neanche pensato ad usare il mio nome e cognome. La mia è stata una scelta di visibilità: nel panorama startup le donne rappresentano solo il 10%, forse con il mio nome e cognome non mi sarei molto differenziata. Che ne pensate?

  5. Io ho deciso di utilizzare entrambi. Sono partita con il brand Psicologiagay.com perchè focalizzato su una nicchia specifica che è il mio primo interesse professionale. Contemporaneamente avevo un sito vetrina con nome e cognome, praticamente fermo. Nel frattempo alcune attiività vicine alla professione sono cambiate e avere il dominio nominativo si è rivelato utilissimo. Conto ora, infatti, di ampliarlo e sfruttarlo decisamente meglio inserendo un’area blog per poter scrivere articoli più generali.