6 Buoni consigli per parlare in pubblico

Ecco a voi…il panico

6 Buoni tips per parlare in pubblico
iStock.com/vm

È già da diverso tempo che mi capita, per lavoro, di parlare di fronte a gruppi di persone più o meno ampi.

Nel tempo, ho capito quanto sia difficile replicare la calma, o il carisma che vediamo in alcuni grandi speaker di fronte a una gremita platea quando cala il silenzio e tutti si aspettano di essere intrattenuti da te.

Sembra molto semplice, quando vediamo un qualsiasi video di TED, raccontare una storia, tracciare un filo logico, aprirsi alle persone di fronte passando realmente un’emozione o un’esperienza.

Poi arrivi in sala e sei stranamente (troppo) teso.
Tutto diventa complesso e l’obiettivo così lontano.

Ecco cosa ho imparato in questi anni. Ecco cosa ho messo in pratica a SEOtraining 2012 ancora una volta. 🙂

1. Respira

Strano come l’aria inizi a mancare quando parli da soli cinque minuti. L’istinto, di fronte a una sala gremita, è quella di voler dire tutto e subito. Quasi per affrontare la cosa come a un salto nel vuoto il quale, prima lo si fa, prima si atterra.

Invece, iniziare a controllare il proprio respiro e a parlare volutamente più lenti del normale, ti aiuta a (hem) sopravvivere e dà modo alle persone di riflettere su quanto hai detto.

Nel passare a una slide all’altra, dai modo ai cervelli di chi ti sta seguendo di far lievitare l’informazione, così che tu possa costruirvi sopra un nuovo passaggio.

2. Guarda in faccia le singole persone

C’è chi dice che per ottenere un buon risultato dovresti guardare sopra le spalle di metà platea, in modo che sembri sempre che stai guardando in faccia qualcuno, ma in realtà non lo stai facendo con nessuno.

Non funziona per me. Trovo che sia estremamente gratificante considerare una presentazione come un relazionarsi, a livello di gesti, di sguardi con tutte le persone, una persona alla volta.

3. Usa ancore visive

Per evitare che a metà intervento subentri un naturale calo di attenzione, usa più ancore visive. Usa per esempio liste puntate numerate, del tipo 1/8, così da dare continuamente un messaggio circa l’avanzamento del tuo discorso.

È utile anche a te nel dover gestire tempi.
Trova la tua ancora e fanne buon uso.

4. Sfrutta una struttura modulare

Evita di proporre un lungo elenco di dispositive mischiate tra loro con testi una volta centrati, una volta in maiuscolo, una volta con sole immagini, altre con immagini e testi (magari diverse tra loro).

Usa al massimo due o tre modelli di diapositiva: liste, titoli, immagini. Attieni ad esse e non cercare di stupire il mondo intero con animazioni e fuochi d’artificio. Più semplice è, più memorizzabile il tutto.

5. La pratica rende perfetti

Ansia da prestazione? La pratica rende perfetti.

Non significa che devi preparare per giorni interi il tuo discorso se poi quello che devi fare è parlare per una quarantina di minuti su un argomento che padroneggi già di tuo. Dovresti, però, prenderti una mezza giornata per fare un passaggio a 360° su tutti gli argomenti, gli spunti e le informazioni correlati in grado di fornire il valore aggiunto al tuo intervento.

Essere assolutamente sicuri e scafati del messaggio che vogliamo portare riduce quasi del tutto l’ansia.

6. Combatti lo stress

Ricorda: più cose metti in gioco più cose possono andare male. Mi riferisco a chi si fa prendere dal panico e propone dieci copie aggiornate delle proprie slide, poi si concentra sull’apertura dell’intervento, poi studia e valuta così tanti aspetti tutto sommato secondari che il nocciolo della quesitone (l’argomento dell’intervento) sembra così lontano e remoto da raggiungere che lo stress inizia a bloccarti.

È molto più semplice.
Rendi le slide un supporto a te, e non il contrario. Fai in modo che sia tu a venire ricordato per il tuo intervento, non la decina di diapositive che hai avuto a supporto.

Tu puoi fare la differenza. Mantenendo le cose semplici e ricordando che, dopo tutto, se sei lì con un microfono in mano è perché qualcuno già si fida di ciò che hai da dire.

Non resta altro che fare ciò che sai fare meglio. 🙂

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

6 commenti

  1. Accidenti, io queste cose le metto sempre in pratica tutte e 6!
    Anzi, sinceramente ora che ci penso, probabilmente ne utilizzo un po di più di 6.. 🙂

    Io utilizzo spesso anche queste: (magari può essere utile a qualcuno)
    1sorridere alle persone mentre gli si parla
    che ovviamente non vuol dire ridicolizzare quello che si sta dicendo starnazzando in continuazione, ma cercare di mettere le persone a proprio agio mostrando un’espressione del viso il più rilassata e “felice” possibile. Mostrare un volto rilassato mette sempre a proprio agio le persone.

    2individuare dei tempi comici ed approfittarne senza esagerare
    sapevate che ridere di una cosa, vi aiuta a fissarne il ricordo? 🙂 Alcune volte una semplice battuta, utilizzata da “rompi-tratta” durante un argomento di per se un po pesante, ricentra l’attenzione delle persone, che ricollegheranno incosciamente la risata all’argomento stesso.

    3non ripetere/ripassarsi mai l’argomento 5/10 minuti prima per paura
    secondo me questa cosa è devastante, perchè alimenta soltanto lo stato di ansia globale associata alla nostra prestazione. Se non sappiamo cosa dire e come dirlo, non sarà di certo un ripasso fatto a 300Km orari a fissarci le idee, anzi. A quel punto, meglio parlare d’altro, ma in modo conscio e rilassato 🙂

    4come va, va..!
    esiste un preciso momento in cui in genere mi stufo di cercare di pronosticare e prevedere quale sarà l’esito del mio Talk ed inizio a pensare che in definitiva, la cosa più terribile che può succedermi, è quella di “fare un figuraccia”!
    Bhè, poco male, credo che tutti noi ne abbiamo fatte a bizzeffe di figuracce, ma non per questo abbiamo smesso di “fare”. L’importante, quando si è dinnanzi ad un errore, è “rimediare” e farlo con stile. Le persone capiranno.(spero…) 😉

  2. Grandissimo Francesco!

    Voglio aggiungere il fatto che andando in ansia, e con l’aumento della respirazione cardiaca è necessario pensare (come dici tu) di parlare volutamente più lento poiché in quello stato percepiremo il tempo più veloce del reale (avendo i battiti aumentati!) 😉

    Krikko

  3. Aggiungerei due punti:

    – il primo, come detto da Riccardo Cruciani, smorzare il discorso con qualche battuta e qualche momento comico;
    – il secondo: ripetere cambiando le parole, non imparare a memoria il discorso!

    Ottimo post comunque 🙂

    Michele