La tua idea vale zero

Nada

Hey, che titolo.
Ma sul serio? Sul serio.

Proviamo a ripeterlo insieme.
Ti assicuro, è catartico.

La mia idea non vale nulla.
La mia idea non vale nulla.
La mia idea non vale nulla.

Zero. Nada.

Perché di buone idee è pieno il mondo.
E tutti, prima o poi, hanno una buona idea.
Ma fino a quel momento, per dirla in maniera Aristotelica, è tutto in potenza.

L’idea geniale ti arriva sotto la doccia, mentre guidi, mentre cammini per andare a lavoro. In pullman, a cena, prima di addormentarti o quando apri gli occhi la mattina, la guancia ancora appiccicata al cuscino.

Alcune di queste si perdono nel giro di qualche istante, quando il mondo concreto ci riporta alla realtà con un telefono che squilla o una necessità di ordine più pratico. Altre sopravvivono sino a diventare qualche appunto sparso.

Le buone idee sono dappertutto. Accumulate nei cassetti, mi verrebbe da dire. E fino a quel momento, che siano semplici ispirazioni, sensazioni o qualcosa di più avanzato, valgono ancora zero.

Il valore nasce nel momento in cui quell’idea la fai vedere agli altri.
Magari non nella sua forma completa o (perdonami il gioco di parole) ideale.

Nel momento in cui inizi a lavorarci davvero.
Nel momento in cui ti scontri con la realtà e la tua idea trova spazio nel mondo.
Nel momento in cui quell’idea fallisce, persino, ha comunque guadagnato un valore.

La difficoltà non è avere un’idea in sé. Qualunque consulente si accorge prima o poi di come più di un cliente arrivi ciclicamente da te con lo stesso tipo di idea geniale. Solo alcuni accettano la sfida successiva: farla vedere agli altri.

È quella la parte difficile. Farla vedere agli altri.

Accettare un confronto.
Accettare che la propria idea non sia abbastanza buona.
Accettare il rischio di fallire.

E alla fine ottenere da essa qualcosa di valore.