La cosa migliore che posso immaginare nel leggere un blog altrui è che questo possieda un proprio stile. Un tono, una voce forte, un qualcosa in grado di farmelo ricordare a lungo mentre apprezzo i suoi post.
Eppure, un proprio stile è difficile da trovare.
Soprattutto agli inizi. E se vogliamo anche dopo. 🙂
Come eliminare il superfluo e, contemporaneamente, consentire ai nostri articoli di rimanere incisivi?
Ecco cosa ho imparato in questi anni.
- Impara a fare a meno dei “versi bianchi”. Così li chiama la Carrada nel suo splendido blog. Tutto ciò che suona banale o superfluo non ha ragione di esistere. Concentrati sulle opinioni, sul nocciolo della questione.
- Insegui la funzionalità. A differenza di un libro stampato, un post su di un blog dovrebbe inseguire un preciso obiettivo: fornire un servizio, risolvere un problema, stimolare una discussione. Suona strano, ma non tutte le lingue sono progettate per inseguire la funzionalità del messaggio (l’inglese ci riesce più che bene). Cerca di non cadere di continuo nell’uso di figure retoriche, avverbi e introduzioni smisurate che perdono di vista la funzionalità per la semplice estetica.
- Inizia dal centro. Anziché procedere come un rullo compressore dal primo all’ultimo paragrafo del tuo prossimo post, procedi a confezionarlo dalle cose che sono davvero importanti. Vuoi usare una lunga lista puntata? Hai bisogno di 3 titoli di secondo livello con un paio di sotto paragrafi ciascuno? Inizia il tuo post dal contenuto vero e proprio, e raffina introduzione e conclusione in un secondo momento.
- Scrivi male (prima), raffina il messaggio (dopo). Terry Pratchett scriveva di come migliaia di idee viaggino costantemente intorno a noi, desiderose di entrarci in testa schiantandosi sui nostri neuroni. Spesso, queste idee rimangono in vita pochissimi istanti prima di essere dimenticate. Se perdi troppo tempo a cercare quel link, quel nome o quella data mancanti, stai sicuro che perderai di vista l’obiettivo globale. Scrivi d’istinto, correggi e controlla in un secondo momento.
E per ultimo “non svuotare il pozzo”.
“I learned never to empty the well of my writing, but always to stop when there was still something there in the deep part of the well, and let it refill at night from the springs that fed it.”
(Ernest Hemingway)
Scrivere è questione di istinto, di ispirazione. Non puoi trovare il tuo stile e la tua voce se consideri la cosa come “un compito” o un task qualsiasi. Le parole non sono bulloni e i processi legati ad essi non possono essere forzati ma solo incanalati.
Lascia sempre qualcosa di non detto, così che il tuo io interiore possa rielaborarlo secondo i suoi tempi e permetterti di regalare a chi ti legge un’esperienza migliore.
Hai mai considerato aspetti come questi? 🙂
Ho scoperto questo blog da pochissimo.
Tornerò a leggerti! 🙂
Piacere di averti tra di noi! 🙂
Sei sempre in grado di fornire post utili, davvero!
grazie Francesco.. ottimo post anche questo!
molto utile proprio in questi giorni mi chiedevo come scrivere meglio alcuni post. Leggo molti blog americani e sembrano scrivere così bene e centrare sempre il punto senza sfronzoli. Grazie
Ti ringrazio molto per gli ottimi consigli.
A volte non so proprio come fare per scrivere un articolo, così esco, faccio un giro con il mio cane e al ritorno magari con la mente più libera inizio a scrivere.
A volte è necessario anche staccare la spina per avere delle idee geniali.
Apprezzo molto questo post
Ottimi consigli.. Thx! 😉
Ottime linee guida,
In particolare seguo sempre l’ultimo punto ovvero scrivo prima la bozza come flusso di idee e poi la correggo in italiano XD
Davvero degli ottimi consigli! Adatti per qualunque tipo di scrittura. Sul mio blog di cinema (se ti va facci un salto!) quando scrivo un pezzo cerco in genere di partire da ciò che davvero mi preme, dal succo della questione. Questo cattura il lettore e dà origine ad un buon inizio, che è davvero troppo importante!
Ottimo blog, ripasserò certamente! : )
Ottimi consigli…aggiungerei che a volte bisogna anche essere un po’ provocatori per sapersi differenziare.
Mi piace il concetto di lasciare sempre qualcosa di non detto in maniera di aver tempo di rielaborarlo perché diventi la sorgente da cui scorghi un nuovo flusso di pensieri.