Facciamo un esperimento. 🙂
Ora ti dirò che una solida strategia di content marketing rappresenta la base per portare a sé lead qualificati. Scrivere bene, scrivere meglio, fa avvicinare a te contatti rilevanti per il tuo business.
Se ho ragione, mentre leggevi la frase di cui sopra hai pensato due cose.
- Che probabilmente ho ragione
- Che probabilmente non fa per te
…non è vero?
Il problema principale, quando si parla della punta di diamante di tutta l’attività di inbound marketing -tra l’altro è di qualche giorno fa puntuale come un orologio svizzero, il report 2013 di HubSpot– è che non è affatto così semplice come sembra scrivere contenuti pertinenti.
Meno che mai infilarli in una strategia coordinata che vada a spostare il focus della propria azienda dai prodotti ai problemi dei propri clienti. Al percepire e comprendere a fondo le reali necessità del proprio target, magari sotto forma di Persona, per iniziare un fruttuoso percorso di conoscenza reciproca (che sfoci, non soltanto, nell’acquisto).
Insomma, l’obiezione principale è che non tutte le nicchie siano adatte ad ospitare un blog. Se vendo bulloni di che cosa dovrei scrivere senza apparire ridicolo? Sembra che non proprio di tutto si possa parlare senza risultare ridondanti, noiosi o semplicemente inutili.
È una delle principali obiezioni dei miei clienti.
Ma è davvero così?
Io non credo. Affatto.
Un ottimo gioco di parole inglese recita: “Content plus context”. È il contenuto, ma solo insieme al giusto contesto, che rende “sexy” l’intera faccenda. L’articolo linkato è particolarmente ispiratore.
Se stai ancora pensando che tutto ciò non si applichi a te, prova a pensare al genere di informazioni che riceviamo ogni giorno, tutti noi, da quella serie di brand ritenuti non-sexy.
Brand con cui dobbiamo magari avere necessariamente a che fare perché fornitori di servizi o beni di consumo. Il cui prodotto ci serve e questo è tutto ciò che sappiamo. La situazione è più o meno sempre questa:
- Solitamente non troviamo tutte le risposte che cerchiamo
- Solitamente le risposte che cerchiano non sono aggiornate o esaustive
- Solitamente sono presentate in modo banale o fuori contesto
…costringendoci il più delle volte a inseguire un contatto umano (una mail, un ticket, un viaggio nel girone infernale dei numeri verdi) cercando finalmente qualcuno a cui rivolgere la nostra necessità.
Davvero pensi che con i presupposti di cui sopra non esista spazio per ripensare l’appetibilità del proprio brand in un’ottica di content marketing? 🙂
Predisporre un’attività di content marketing non significa quasi mai inseguire l’ammirazione dei propri utenti per l’originalità del contenuto. Significa risolvergli un problema nel modo più veloce possibile. Significa proporre contenuto rilevante nel giusto contesto.
- Sotto forma di FAQ
- Sotto forma di articoli coordinati da un responsabile tecnico
- Sotto forma di pillole che educhino il cliente alla complessità delle lavorazioni
Senza inseguire necessariamente roboanti annunci o aspettarsi di scalare le vette della SERP. Costruendo materiale finalmente utile. Pertinente. Focalizzato sulle necessità del propri target.
Ma forse il problema è un’altro. Forse il problema è che se non sappiamo di cosa scrivere, non abbiamo ascoltato abbastanza i nostri clienti.
Davvero un articolo stimolante. Le soluzioni che proponi mi piacciono perchè prevedono il coinvolgimento del personale, specie tecnico. Una lista per punti è sempre efficace 😉 Metterò in pratica i tuoi consigli nella mia prossima collaborazione. Grazie!
Grazie! 😀
Francesco hai come sempre “molto” ragione.
E quando il cliente (neanche la parte tecnica) ha nulla da dire e non sa cosa dire, non conosce i bisogni del cliente. Noi di solito ci formiamo e diventiamo tecnici per costruire contenuti pertinenti e utili al target. Peccato che poi il nostro cliente non li capisca. Un inferno!