Chi mi legge da qualche tempo sa come di come apprezzi il panorama videoludico per la sua capacità di presentare e risolvere problemi -su ambiti spesso leggeri, certo- legati ai diversi modi in cui le persone si relazionano tra loro. Ne ho parlato altre volte.
I MMOORPG, i Massive Multiplayer Online Role Playing Game, in particolare hanno un problema.
Nel loro essere mondi persistenti fanno di tutto per tirare dentro nuovi giocatori, farli divertire, farli interagire tra loro. Come è giusto che sia. Senza avere mai vera conclusione nella loro “trama”.
Sino a quando, arrivati a quello che è per molti casi il fatidico “Livello 80” (inteso come esperienza del personaggio, per semplificare) si ha l’idea di aver giocato tutto il giocabile, di essersi divertiti al limite del, hem, divertibile. Di aver assaporato ogni frangente di quel mondo ora semplice reiterazione di sè stesso all’infinito.
Lo chiamano End Game.
Il gioco non è finito. Beh, non tecnicamente.
Il divertimento, sì.
E così diventa imperativo per un MMORPG studiare una strategia che valorizzi chi rimane nei paraggi. Solitamente si tratta di proporre oggetti più rari o più costosi. Da trovare o da conquistare. Nel poter finalmente esplorare particolari zone accessibili solo dopo aver solcato in lungo e in largo il mondo virtuale con i propri compagni d’avventura.
Gamasutra dà una buona definizione di End Game intesa come insieme di contraddizioni nel panorama del game design. Noti qualche somiglianza? 🙂
Lettori di vecchia data
Con i blog, è più o meno lo stesso.
Se un nuovo utente può realisticamente perdere alcune ore su un nuovo blog, sfogliando in pura serendipity i contenuti più stimolanti, è sulle logiche di End Game che si fa la differenza.
Perchè a meno che tu non sia posizionato in maniera realmente competitiva per sfruttare un bacino di traffico costantemente rinnovato (e quindi monetizzabile, vedi tutti i portali legati all’ambito tech) è sui visitatori di ritorno che puoi avere una marcia in più.
Capire e concentrare i propri sforzi verso i visitatori (traffico) di ritorno è la via di salvezza per molti blog che si ostinano a voler competere con intere redazioni su nicchie competitive da far spavento. Capire cosa cerca – e cosa ha già visto – chi torna da noi più volte durante il giorno o più volte durante la settimana e concentrarsi per migliorare l’offerta a lui riservata è un compito che può essere appagante tanto per un grande portale quanto per il classico one man band.
- Quanti articoli stai scrivendo con in mente il tuo lettore fidelizzato?
- Quanto sei legato alla keyword sempre e comunque, sacrificando il tuo tono?
- Quanto agevoli la navigazione in profondità di chi ha già letto tutta “la superficie”?
- Quanto rinnovi i tuoi contenuti pilastro, in un’ottica di miglioramento progressivo?
La chiave di successo di un blog, soprattutto se lo gestisci solo tu, sono i visitatori di ritorno.
Hai in mente una strategia adatta anche a loro?
Se ci sono visitatori di ritorno, vuol dire che sono fidelizzati tramite Feed, Social Networks o Newsletter. Iscrivendosi o “seguendo” il blog manifestano un interesse negli argomenti trattati all’interno del blog. La strategia per questi utenti è di non “cambiare” gli argomenti trattati.
Mi viene in mente un esempio di un Seo che pubblicava articoli molto tecnici sull’argomento. Pur essendo un argomento generico, era interessante per il metodo e il punto di vista con cui le solite news venivano espresse e valutate. Un bel giorno ha cambiato strada, iniziando a pubblicare articoli sul mercato estero. Mi ha deluso il fatto che il Blogger non ha notato che i commenti ai suoi articoli (minimo 5, massimo 50) sono stati praticamente azzerati, e scommetto anche le visite.
In questo caso ha cambiato argomento, magari come strategia di sviluppo del blog, ma non come strategia di fidelizzazione dei visitatori di ritorno.