5 modi per incrementare tasso di apertura e click della tua campagna DEM

Report Spam?

Come aumentare il tasso di apertura e di click di una newsletter?
Galymzhan Abdugalimov/unsplash.com

Ecco i fatti: se stai usando le newsletter per rimanere in contatto con i tuoi potenziali clienti, non puoi trascurare due fondamentali fattori: il tasso di apertura e il tasso di click.

Sembra scontato?
Affatto.

Per quanto possa sembrare strano (ma neppure così tanto), ci sono ancora tantissimi brand là fuori che non hanno (in tutto o in parte) affrontato la cosa in maniera strategica. Spedire campagne DEM efficaci è qualcosa di molto più sottile dell’avere il database più grande di quello dei tuoi concorrenti.

Non credi?
Ecco ciò che ho imparato sino a oggi sul migliorare le performance di una newsletter.

1. Non assumere che solo perché avete lavorato insieme, tu possa iscrivere un utente alla tua lista

Questo è un piccolo trick che vedo all’opera in maniera quasi prevedibile su nuovi clienti. Si tocca il discorso DEM, si chiede di quale database si possa fare uso e, alla fatidica domanda relativa alla provenienza, spunta fuori il generico: “Beh, in qualche modo sono in contatto con noi”.

Eh già. Non è abbastanza.
Il solo fatto che io e te abbiamo lavorato insieme o siamo entrati in contatto in passato non permette, per via transitiva, la mia iscrizione alla tua newsletter.

Anzi, con molta probabilità, trovarmi iscritto da zero a qualcosa di simile non farà che gettare alle ortiche un rapporto forse solo sopito.

Se davvero (davvero davvero) vuoi tentare questa strada, preparati al peggio e perlomeno invia ai tuoi contatti una prima mail di …avvicinamento. Informali della tua volontà di fare uso, cosciente, del loro indirizzo a causa di una quasi-esplicita-ma-non-totale approvazione. E, ripeto, preparati al peggio.

2. Non assumere che la tua mail sia desiderata

Spesso consideriamo i nostri clienti come fan agguerriti, pronti a difendere a spada tratta i loro brand preferiti.

Talvolta è così.

Molto più spesso, la nostra mail arriverà in un contesto difficilmente prevedibile (se non come orario di ricezione). Non dare per scontato che l’utente stia aspettando freneticamente la tua nuova mail: lavora per lui, alleggerendo il messaggio quasi dando per scontato che l’utente, alla fin fine, sia ancora tutto da convincere, quasi non si ricordi di noi.

3. Non essere troppo criptico nel titolo

È semplice. Tutto parte dal titolo.
Tutto.

Ti sfido a cliccare un link posto in una mail senza prima averla aperta. 😀

Se il titolo che hai scelto è poco efficace, tutto ciò che avrai scritto all’interno del messaggio non avrà importanza. Non essere troppo criptico o troppo lanciato con sottili riferimenti a qualcosa che conosci solo tu e alcuni tuoi clienti più fedeli. Keep it simple vince sempre e vince forte, anche qui.

4. Segmenta tra clienti attivi/inattivi

Molte delle segmentazioni che mi capita di osservare distinguono tra il “tipo” di persona in lista (utente potenziale, utente convertito, influencer) piuttosto che sull’effettiva attività di quest’ultima.

Segmenta piuttosto tra clienti attivi e inattivi, riservando ai secondi un messaggio che non sia solo la nuova declinazione di qualcosa già pensato per un cliente “caldo”.

5. Bounce, disiscrizioni e lamentele

Sono parte del processo, non qualcosa da cui fuggire infilando la testa sotto la sabbia. Comprendere come far crescere la tua lista in maniera sana passa dal dare il giusto peso al perché le persone decidano di andarsene.

Non cercare di tenere a te tutti gli utenti che entrano in contatto con la tua lista e il tuo brand. Cerca di tenere a te i migliori, coloro a cui davvero interessa, raffinando il messaggio spedizione dopo spedizione, test dopo test.

Puoi aver scelto AWeber, MailChimp, Constant Contact o qualunque altro servizio degno di questo nome per gestire le tue campagne DEM. I software e i servizi cambiano e si evolvono: ciò che fa la differenza, anche in questo caso, è l’approccio e la strategia alla base.

Da lettore, cosa condiziona la tua apertura o il tuo click in una newsletter?

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

2 commenti

  1. Le probabilità che io apra un’email aumentano se:

    – capisco l’argomento dall’oggetto (che quindi non è simpa-curios-criptico.. non amo granché questo tipo di strategia, ma riconosco che magari in un follow-up autoresponder possa essere usata in alcune delle email per far aprire il messaggio dagli iscritti che invece tendono a incuriosirsi)

    – trovo il suddetto argomento interessante.

    Se stimo particolarmente il mittente, apro la newsletter indipendentemente da quale sia l’oggetto. Quindi nell’oggetto può esserci scritto anche il nome del blog (se non è riportato nel mittente, altrimenti sarebbe un’inutile ripetizione*) seguito da
    “Newsletter del [data]” oppure “Nuovo articolo sul blog” oppure “Aggiornamento blog”, etc.

    * se il blog ha un proprietario unico che ci tiene a farsi conoscere come persona credo sia buona cosa che alla voce “mittente” appaia nome e cognome.

  2. Da lettore, ciò che condiziona in gran parte l’apertura dell’email è l’autorevolezza di cui gode il mittente. L’oggetto difficilmente condiziona l’apertura, se ricevo una mail da Francesco Gavello la apro, se ricevo la stessa email da Blog Marketing questa email viene archiviata rapidamente, senza cercare una ragione per farlo!