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LinkedIn: il miglior alleato per la tua strategia di content marketing?

Content is …eccetera, eccetera.

Integrare strategia di content marketing

I ragazzi di Content Marketing Institute hanno pubblicato nei mesi passati una coppia di report, l’ultimo agli inizi di aprile, volti a comprendere a fondo come i segmenti B2B e B2B Enteprise se la stiano passando in merito alle loro strategie di content marketing.

I due report, il primo e il secondo, snocciolano in una ventina di pagine parecchi numeri interessanti. Tra i tanti, vale la pena evidenziare un piccolo gioiellino. Ordinando i social media in termini di potenza distribuitiva, abbiamo per il B2B classico:

  • LinkedIn (83%)
  • Facebook (80%)
  • Twitter (83%)
  • Youtube (61%)
  • Google Plus (39%)

seguiti neanche troppo a ruota da:

  • Pinterest
  • Slideshare

più o meno a pari merito tra le due dimensioni.

Insomma, LinkedIn sembra essere in assoluto il mezzo migliore per distribuire i propri contenuti, parlando di B2B non-enterprise. Lato enterprise, dove ci si aspetterebbe invece una maggiore difficoltà di coordinazione su un social del genere, abbiamo un notevolissimo 71% in quarta posizione, tre volte più efficace di Google Plus.

Non ti viene voglia di andare a ritoccare la tua pagina azienda, o di mettere mano al profilo? 😛

Quantità VS Qualità

Cosa ne possiamo trarre?

  • Pianifica. Scrivi e basta non è una strategia, soprattutto quando intendi produrre contenuti non tanto per i clienti finali quanto per altri possibili partner aziendali o collaboratori.
  • Modella i tuoi contenuti sui Persona. “Una taglia va bene per tutti” non è un modo di pensare efficace per una strategia di content marketing. Definire a priori i propri utenti tipo da colpire è invece un approccio estremamente più efficace.
  • Le uova e il paniere. Distribuisci la tua identità tra più canali da far lavorare in maniera sinergica. Aprire un blog e inondarlo di contenuti sperando in bene non è, di nuovo, una strategia.
  • Non ci sono solo le pageviews. Anche se al primo posto come obiettivo da raggiungere per entrambi i segmenti, ricorda che la partita non si gioca solo sulle pagine viste. La qualità (dei lead) più che la quantità (dei visitatori) gioca un ruolo chiave. Ed è quello che paga gli stipendi.
  • Segmenta. Differenzia la tua offerta al target sulla base di fattori diversi. La posizione nel ciclo di acquisto o del tipo di utente (influencer, ruolo in azienda, interessi) sono una buona base di partenza.

È curioso notare come se per il B2B Enterprise la sfida più grande sia oggi produrre contenuto che coinvolga l’utente attraverso più canali coordinati tra loro, per il B2B più piccolo e a portata di mano la sfida sia …beh, riuscire a produrre contenuto in maniera costante.

È il momento di mostrare i muscoli?

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

2 commenti

  1. Ho provato a iscrivermi ad alcuni gruppi di web marketing e SEO, su linkedin, e linkare in loco i miei lavori. Devo dire onestamente che sto avendo le mie piccole soddisfazioni. I miei articoli vengono letti e, a volte, anche segnalati e commentati direttamente sulla pagina del gruppo. Questo favorisce, in qualche modo, il personal branding direttamente su questo social che reputo importante dal punto di vista del business. Penso che Linkedin non sia niente male come veicolo promozionale.

  2. Purtroppo è un social network che ancora non sto sfruttando a pieno, ma questo articolo è l’ ennesimo segno che dovrò utilizzare anche questo strumento.

    Complimenti per il post francesco