Se possiedi un ingresso fisso di nuovi contatti via mail, allora tutto ciò che viene raccolto sotto al cappello “Marketing Automation” fa al caso tuo.
Aspetta aspetta. Di cosa stai parlando?
Immagina di avere attive una campagna ADV, magari in Google AdWords o Facebook Ads. Una pagina brand sul tuo social preferito, un posizionamento naturale di prim’ordine sui motori di ricerca e magari anche qualche attività di content marketing su siti rilevanti di terze parti.
Non ti aspetterai di convertire tutto questo traffico semplicemente dalla pagina di contatto del tuo sito?
Le persone che hai intorno a te, che ti visitano, che ti lasciano in particolar modo un indirizzo email rappresentano un enorme potenziale per fare business. Capitale di cui cogliamo solo una piccola percentuale perché “eh, sì, sarebbe bello poter richiamare tutti” o “ad avercelo, il tempo, spedirei un messaggio su misura solo a quelli che…”.
Poi non si fa.
Perché manca il tempo, o perché non si conosce lo strumento giusto.
Il terreno è vasto, ecco come iniziare. 🙂
Non solo email automatiche
Se è vero che fare marketing automation è ben più che spedire qualche email automatizzata è anche vero che tutto parte proprio da qui. Dalla consapevolezza che esista un fronte da far lavorare per noi anche quando, letteralmente, non ci siamo.
Non significa perdere il controllo, quanto lasciare che alti volumi di contatti siano gestiti nella maniera più ragionevole: ovvero da un sistema progettato a priori e revisionato periodicamente. Ecco, automatizzare le tue strategie di marketing parte da qui. In particolare, da cinque pillole di buon senso per chiunque voglia avventurarsi in un terreno così complesso.
1. Inizia dal piccolo
Non serve pensare a complessi servizi di CRM (Customer Relationship Management). Spesso, l’errore è proprio pensare che per iniziare a automatizzare parte del proprio contatto con il cliente si debba mettere mano a un’intero database di migliaia di contatti, integrando con fatica mail di lavoro e sballando routine giornaliere in sistemi iper-complessi (dunque difficili da apprendere e inefficaci nel breve periodo).
Tutt’altro.
Inizia dal piccolo.
Anche Mailchimp fa al caso tuo.
Le domande, per iniziare dal piccolo, le trovi al fondo di questo articolo.
Più in particolare, significa selezionare parte dei contatti e parte della proposta per mettere a regime una macchina che generi il risultato sperato. A espandere e integrare nuove feature c’è sempre tempo.
2. Lavora sul mobile
Soprattuto, non dimenticare il fronte mobile. Non servono statistiche: sempre più persone hanno interesse a avere a che fare con te in un contesto mobile. Che può significare a lavoro, in metropolitana o sul divano di casa a un metro dal desktop.
Il che significa meno tempo e meno spazio a monitor per affrontare il tuo messaggio. Meno attenzione a cui attingere in un contesto in cui i giocatori sono sempre maggiori ma l’attenzione rimane costante. Lavora su messaggi semplici.
3. Definisci il contesto
Prima di iniziare a mettere in campo la tua strabiliante strategia di marketing automatizzato via mail, chiediti qual è il contesto con il quale i tuoi utenti avranno a che fare. Hai un database di iscritti al tuo ecommerce? In che modo è segmentato, se lo è? Questi utenti hanno già acquistato da te? Puoi definire per loro un’esperienza più appagante del ricevere la classica offerta del mese?
Prima ancora di mettere in campo un software immagina – e che sia un’idea buona – cosa dovranno sperimentare i tuoi utenti e quando e come si troveranno a farlo. Quando riceveranno la prima mail automatica? Cosa conterrà? Quale lo spunto al click? Quale il loro appagamento dopo averlo fatto? Saranno cresciuti come consapevolezza dei tuoi prodotti o servizi?
4. Lavora sui contenuti on-site
Ogni automatismo che miri a riscaldare la propria lista e espandere visibilità e conversioni del brand passa attraverso la visita al sito. In questo la landing che genera l’inscrizione rappresenta solo il primo passo. Progetta landing diverse a cui convogliare parte del traffico coinvolto nell’attività in momenti diversi dell’automatismo, sulla base delle azioni che il target compie.
5. Traccia (utili!) dati di traffico
Inizia dal piccolo, dicevamo. Coinvolgi il fronte mobile. Lavora sul contesto (l’esperienza) che vivranno gli utenti e portali a toccare landing diverse sul sito. Ora è il momento di tracciare dati di traffico.
Banale? Affatto! Non avrai (solo) bisogno di sapere quante visite abbia fatto il tuo sito sulla base di quale campagna, bensì di poter tracciare l’attività dell’utente dal primo contatto sino all’abbandono o raffreddamento del lead. Google Analytics, CrazyEgg e soci arrivano in questo caso solo fino a un certo punto. È il tuo CRM a contenere questi preziosissimi dati di valore e scovarne di utili sarà la sfida di medio periodo che ti attende.
Passo dopo passo
In effetti, automatizzare parte delle proprie strategie di marketing può comprendere attività tanto mirate – un segmento di una lista più grande, una manciata di landing e infoprodotti – sino a permetterti di gestire il contatto in percorsi più lunghi e complessi, in cui subentrino webinar, azioni di upselling e – perché no? – un ricontatto umano con la più classica delle chiamate telefoniche.
Riassumiamo?
Cinque buone domande per chiunque voglia iniziare a progettare il suo automatismo.
- Quale segmento vuoi colpire? All’interno della tua lista di contatti puoi identificare un gruppo di utenti particolarmente rilevante su cui iniziare a lavorare? Può trattarsi di utenti che hanno acquistato prodotti da una certa fascia di prezzo in su, così come utenti che hanno effettuato almeno due acquisti negli ultimi n-mesi.
- Con quale obiettivo? Cosa vuoi che facciano queste persone? Che visualizzino un video? Che scarichino un breve PDF informativo? Vuoi che conoscano un nuovo metodo di spedizione o la presenza di un nuovo punto vendita? Dove vuoi andare a parare?
- Con quante email? Quante email servono, idealmente, per arrivare al risultato? Puoi ipotizzare un ciclo di tre email, una ogni lunedì per 21 giorni totali? Di più? Di meno? Più diluite? Devono interrompersi da sole, sino al verificarsi di una condizione particolare?
- Quale contenuto deve vedere sul tuo sito? All’interno di questo automatismo le persone verranno convogliate su una sola landing page e qualche variante A/B o avranno a disposizione più landing a seconda della mail che cliccheranno? Quanti nuovi contenuti on-site devi mettere in campo?
- Cosa devi monitorare? Cosa, infine, rappresenta per te il raggiungimento parziale o totale del risultato? Insieme ai dati di apertura delle email (apertura, click, CTR) Vorrai tracciare micro-conversioni come il download di un infoprodotto, la riproduzione di un video, lo share della landing?
Più di una semplice email
Spedire una mail è semplice. Progettare un sistema automatico che coccoli un cliente e lo segua in maniera semi-assistita sino a diventare un lead più consapevole è tutt’altro paio di maniche. Fortunatamente, si può iniziare un passo alla volta.
Sempre più strumenti e servizi rendono semplice inviare email automatiche o meno al proprio target. Tuttavia, se apri in questo istante la tua casella di posta, quante email che hai ricevuto da brand e siti web possono dirsi davvero contestuali e personalizzate?
Cinque essenziali domande! Ottima lettura, grazie Francesco!
Ottima lettura, come sempre un Francesco impeccabile.
Direi ottimi consigli per raggiungere la Vetta! (eh!) 😀