Quando la scorsa settimana scrivevo del tool di project management perfetto (spoiler: è il calendario incluso in OS X 😛 ) qualcuno ha chiesto:
- “Perché ti limiti così?”
- “Non conosci/Non hai mai usato [ennesimo servizio web]?“
- “Come fai a vivere senza [ennesima feature]?”
Così, ti sei trovato a riflettere sul fatto che in realtà per un brand che cerca di emergere là fuori -meglio ancora se una startup- il vero problema non è confezionare un ottimo prodotto. Diverso, d’impatto, comprensibile. Capirai, quella è la base.
Il vero problema è superare la resistenza al cambiamento.
Cosa che tutti, in qualche modo, portiamo addosso.
Una gran bella corazza.
Uso un calendario per gestire i miei clienti, e in quelle poche feature disponibili ho trovato la perfezione non perché non esista, non conosca o non apprezzi potenzialmente un altro tool là fuori. Sono certo che qualcuno abbia già reinventato e potenziato il concetto di calendario condiviso. Affatto. Semplicemente sono investito da una colossale resistenza al cambiamento.
Non ti sento!
Non voglio usare altro.
Perché, come molti utenti là fuori:
- So già usare uno strumento che mi permette di risolvere il mio problema;
- È già disponibile tra gli strumenti che ho sottomano;
- Ha una storia, una solidità e una credibilità estremamente forte;
- È semplicissimo indicare a un partner come interagire con me attraverso di esso;
È una lotta impari. Anche venendo coinvolto in un’efficacissima strategia di comunicazione da parte di un nuovo arrivato, ciò che diventerebbe palese sarebbe semplicemente:
- Perché dovrei investire del tempo nel capire cosa mi sto perdendo?
- Se mi sto perdendo qualcosa e vivo comunque felice, non è che non mi serve a un tubo?
- Anche se capissi di avere un leggero vantaggio nell’usare il tuo nuovo tool, chi mi garantisce che dopo aver investito tempo nell’adottare un nuovo strumento, metodo di lavoro e trovato il nuovo feeling, non venga lasciato a piedi da un giorno all’altro?
- Anche se io avessi scelto di crederci, come potrei chiedere di fare lo stesso ai miei partner?
È il motivo per cui moltissimi servizi potenzialmente utili -in qualunque ambito- non superano la prima brevissimo fase di lancio e scompaiono lentamente nella lista di bookmark, mai davvero usati dai loro utenti finali.
Se non hai storia, credibilità pregressa o un’idea davvero rivoluzionaria ti scontrerai con un muro di gomma -fatto di abitudini o di processi già semplificati- qualunque cosa dirai. È la regola del gioco.
Capire, capire profondamente come sia fatto il tuo target non è un utile extra per monetizzare di più. È l’unico aspetto che ti salverà dal venire tritato dalla resistenza al cambiamento. Che tu venda un’idea, un prodotto o un servizio.
Dedica tutto il tuo tempo a capire chi sono i tuoi utenti ideali e perché fanno ciò che fanno.
Solo compreso ciò potrai immaginare quale possa essere la loro resistenza al cambiamento.
E intraprendere una strategia decisamente più illuminata.
Grazie per i preziosi consigli! Tuttavia come diceva Aristotele..
Se c’è soluzione perché ti preoccupi? Se non c’è soluzione perché ti preoccupi?
Riflessione interessante e per qualcuno forse un po’ “banale & sterile”. È vero che essere propensi al cambiamento aiuta a mantenere una forma mentis dinamica e attiva, ma è anche vero che, se non esiste un reale bisogno immediato di avere delle feature in più, in alcuni casi il rapporto costi/benefici è palesemente negativo. Per cui non sempre il gioco vale la candela… Ma i “pionieri” che vogliono sempre essere un passo avanti agli altri non sempre ci arrivano a capirlo..!