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Web writing per chi scrive, per chi legge e per i motori di ricerca

Un guest post di Rachele Muzio

Come scrivere efficacemente per il web

Potete dire che quello che avete scritto è un buon contenuto sia per i motori di ricerca sia per i lettori?

La guida ai siti di qualità di Google tuona: create delle pagine prima di tutto per gli utenti, non per i motori di ricerca. Può sembrare paradossale che proprio Big G sfoggi cotanta saggezza ma di fatto le modifiche agli algoritmi di casa Google puntano a portare in alto nei risultati i contenuti di qualità penalizzando chi scrive solo per ‘apparire’.

Ma come scrivere contenuti di qualità?

Prima di tutto pensate a chi leggerà quello che scrivete ed evitate termini troppo tecnici se potete sostituirli con parole equivalenti di uso comune. Non limitatevi a copincollare da altri testi ma rielaborate per semplificare e riorganizzare i contenuti magari usando degli strumenti per rappresentare graficamente le idee. Se citate usate a piene mani i link per rimandare alle fonti: le buone pratiche che usereste per la carta stampata valgono anche per il virtuale e Google ne sarà felice.

Scrivere un buon titolo

Il titolo è la prima cosa che vedranno i vostri lettori, comparirà nella prima riga dei risultati di ricerca e potrebbe essere l’unico testo visualizzato se l’articolo viene twittato. Uno dei titoli incontrati sul web che preferisco è quello di Chiara Calzavara: Scrivimi, scrivimi, scrivimi, se ti viene la voglia, ma scrivimi per davvero. Impossibile non andare a leggere il suo post su uso e abuso delle immagini nelle mail.

Riccardo Esposito suggerisce di usare come titolo una domanda provocante che porti chi legge a rispondere sì, come ad esempio ‘vuoi conoscere il modo migliore di scrivere per il web?’ oppure di imporsi usando l’imperativo come nel caso di ‘scarica tutta la musica che vuoi GRATIS!’. Anche la guida SEO di Google sottolinea l’importanza, ai fini dell’indicizzazione, di un buon titolo che aiuti a capire in cosa la pagina si distingue dalle altre pagine del sito e raccomanda di non riempirlo di parole chiave non necessarie.

Scatenate pure la creatività ma raccontate in 60 caratteri il succo che spremerete e i vantaggi per chi si soffermerà a leggere poichè la maggior parte dei motori di ricerca superata questa lunghezza taglia il testo.

Al cuore del contenuto

Quello che scrivete deve essere chiaro alla prima lettura, usate verbi attivi ed evitate le forme passive, non usate più parole del necessario, non accontentatevi mai della prima versione. Riscrivete, con un occhio alla semplificazione e al chiarimento. Alla fine, tagliate. Lo scrivevano Ken Roman and Joel Raphaelson nel loro rapporto sulla buona scrittura del 1978 ma sono regole sempre attuali.

Anatomy of a Business Blog Post

Fonte: gotimemarketing.com

Alcune buone abitudini per migliorare forma e contenuto dei testi sono:

  • avere in mente i propri lettori e il linguaggio che è a loro famigliare.
  • suddividere il testo in paragrafi dando a ciascuno un sottotitolo.
  • inserire parole chiave attinenti al contenuto nei titoli e nei paragrafi ma senza strafare.
  • semplificare il testo usando gli elenchi.
  • arricchire gli articoli di contenuti aggiuntivi come video e presentazioni.
  • evitare le frasi da scaffale, come le chiama Luisa Carrada, ovvero le frasi fatte e quelle sentite o lette decine di volte riguardo l’argomento di cui scrivete.
  • creare un vostro stile personale, informale ma educato, che vi renda unici rispetto la maggior parte dei web writers: la copy Valentina Falcinelli ad esempio usa la metafora cucina-scrittura.
  • fare molta attenzione ai refusi e alla punteggiatura.
  • domandarsi se scrivendo avete imparato cose nuove: se è così probabilmente sarà un testo interessante anche per chi legge.

Shanna Mallon, scrittrice per l’agenzia SEO Straight North, ricorda che come web writer comunicate ben più che attraverso le parole perché avete onore e onere dell’aspetto di ciò che scrivete. Scelta dei caratteri, delle immagini, uso degli spazi bianchi, grassetti e liste non solo movimentano il testo ma aiutano chi legge ad orientarsi a colpo d’occhio sullo schermo.

Chiusura: buone pratiche e condivisione

La chiusura dei vostri articoli è molto importante perché è il momento del distacco con il lettore che deve decidere se dare una sbirciata nel vostro archivio, se tornare a leggervi, se iscriversi per ricevere i vostri aggiornamenti ma soprattutto se condividere o meno quello che ha letto tutto d’un fiato.

Ricordate di:

  • abilitare una ricerca tematica che guidi ai vostri contenuti: potete farlo attraverso i tag, i nomi delle categorie o pensando ad una pagina di archivio realizzata ad hoc.
  • evidenziare la possibilità di essere aggiornati via mail sui nuovi articoli perchè non tutti sanno cosa sono i feed.
  • mettere bene in evidenza i bottoni per la condivisione del contenuto sui vari social network a cominciare da Facebook che, come mostrano le statistiche pubblicate da Vincos Blog, è ancora il network più usato in Italia.

Statistiche sull'uso dei social media in Italia da vincos.it

L’infografica The perfect blog post tra le varie dritte raccomanda di chiudere l’articolo con un invito ad agire – o ‘call to action’ – che può essere l’invito a sottoscrivere la newsletter, ad acquistare qualcosa, a condividere sui social networks oppure una richiesta di feedback.

Scrivere (anche) per i motori di ricerca

Parlare di motori di ricerca equivale a parlare di Google che per decidere dove piazzare i vostri contenuti nella pagina dei risultati apprezzerà particolarmente:

  • indirizzi (URL) semplici da capire e che comunicano i contenuti. Usate negli URL il trattino per dividere le parole e trasformate gli indirizzi dinamici con caratteri speciali e numeri in indirizzi ‘parlanti’. L’URL webpersignore.wordpress.com/2012/04/27/paid-to-write-6-siti-che-vi-pagano-per-scrivere è più comprensibile di webpersignore.wordpress.com/post.php?post=849&9?87665.
  • segnalazioni e apprezzamenti di ciò che scrivete su altri siti e social networks a riprova della vostra reputazione quindi pensate se pubblicare un guest post su un altro sito ad ampia visibilità e inserite il link all’articolo nelle firme delle vostre mail e dei profili digitali.
  • del buon contenuto sotto la prima parte della pagina – ovvero ‘above the fold’- perché il nuovo algoritmo penalizza chi scrive pagine con contenuto vicino allo zero pensate solo per inserire pubblicità.
  • link curati all’interno del testo che aiutino lettori e motori di ricerca a capire il contenuto delle pagine di atterraggio. La scelta migliore è creare un testo breve ma descrittivo che abbia relazione con il contenuto. Ricordate che avere link da e verso siti con i quali non si hanno punti in comune allerterà Google sulla qualità del vostro sito.
  • parole chiave attinenti al testo e scelte avendo in mente i termini che un’utente potrebbe utilizzare per trovare quel contenuto. Google AdWords offre un utile strumento per la scelta delle parole chiave ma ripeterle all’infinito o inserirle come testo nascosto penalizzerà i vostri contenuti.

Per farvi un’idea dell’evoluzione del ranking, ovvero il posizionamento dei siti, nei risultati di Google potete dare un’occhiata all’analisi che ne fa Rand Fishkin, CEO e co-fondatore di SEOmoz.

Smashing Magazine riassume nella formula qualità dei contenuti + condivisione = visibilità il cambio di rotta degli algoritmi di Big G mentre il NY Times ci regala le 11 regole per la scrittura perfetta. Se poi volete deliziarvi con gli indici di leggibilità potete applicare al vostro testo la formula Gulpease, elaborata da Tullio De Mauro e dal suo gruppo di linguisti, o la formula di Flesch se scrivete in inglese.

Regole, regole, regole. Ma voi che regole avete imparato scrivendo (e leggendo) sul web?

foto: boogy_man

Rachele Muzio

Rachele Muzio

Tessitrice di parole con il pallino di farne una professione fin dai tempi delle elementari. Lavora come webmistress su progetti online legati alle donne, all'editoria e alla formazione imbastendo pixel su pixel di contenuti e intrattenendo relazioni virtuali e virtuose con tutte le persone coinvolte. Il suo blog webpersignore.wordpress.com è un progetto che porta nel cuore da tempo: semplificare il 'fare cose' con e attraverso internet.

22 commenti

    1. Ciao Riccardo e grazie per i complimenti che fanno sempre piacere : )
      Naturalmente solo dopo aver inviato al buon Francesco il post ho scovato nell’ordine:
      1) il lettore automatico dell’indice Gulpease
      2) il pdf della scala Gulpease
      3) un infido refuso che i lettori e Matt Cutts – con la trovata del controllo ortografico – spero mi perdoneranno.
      Chiudo con un sorriso e una padellata in testa…

  1. Articolo interessante, grazie per gli spunti.

    Come possibile integrazione del capitolo “Al cuore del contenuto”, segnalo lo Style Guide dell’Economist che “segue” le 6 regole elementari di George Orwell’s (“Politics and the English Language”, 1946): The first requirement of The Economist is that it should be readily understandable. Clarity of writing usually follows clarity of thought. So think what you want to say, then say it as simply as possible …

    http://www.economist.com/styleguide/introduction

    @giopaoletti

  2. Io ho imparato che i motori di ricerca vorrebbero leggere come noi umani, quindi scrivo solo per chi legge, anche se con la formattazione del testo, ad esempio seguendo gli ultimissimi standard di schema.org, ci comprendono meglio (o almeno è questo il loro intento).

    Ciao a tutti!

  3. Ciao Francesco, più che rispondere all’articolo sono qui per farti dei meritati complipenti per i tuoi articoli.
    Ti seguo ormai da parecchio tempo e posso dire che il tuo blog è tra le migliori fonti presenti sul web.

    Ti saluto e ti invito al mio blog “giovane giovane” che tratta articoli di web marketing!
    http://www.salvatorefabozzo.it

    Saluti.

    1. Concordo.
      Quando dei contenuti di valore sono accompagnati da un editing curato e da uno stile personale riconoscibile si può davvero fare la differenza agli occhi di chi legge.
      p.s in bocca al lupo Salvatore per il tuo giovane blog ; )

  4. Complimenti Rachele, il tuo articolo è molto interessante, cercherò di prendere spunto dalla tua citazione: Gli artigli degli algoritmi affondano sempre più nelle regole ‘tradizionali’ della buona scrittura

    1. Ciao Stellissimo,
      prima o poi farò un mio zibaldone : P
      p.s nel frattempo negli uffici Google credo sia arrivata una testa di capretto dai SEO che avevano (ab)usato dei link in modo losco. Il 16 ottobre infatti è stato annunciato ufficialmente sul blog il disavow link per redimere i peccatori.

  5. Nulla da eccepire, posso solo suggerire un paio di cose?
    – l’utilizzo di media alternativi oltre alle immagini (video, grafici, presentazioni di slideshare)
    – utilizzo di materiale “embeddabile” che di questi tempi va più di moda della semplice condivisione (che lato seo sappiamo non è molto utile, mentre una nostra infografica embeddata con link da qualche altra parte ci porta un grande valore aggiunto!)

  6. Ciao Stellissimo,
    grazie per le importanti aggiunte : )
    Non sottovaluterei il ruolo della condivisione sul SEO che, indipendentemente dalle mode, parla a chi legge e ai motori di ricerca della reputazione di chi scrive aiutando la scalata nelle SERP.
    Siamo in perfetta sintonia invece sull’adozione di post enriched con contenuti multimediali e con l’embedd di risorse esterne come ad esempio le immagini interattive di ThingLink o i tweet: una scelta che spesso ha come conseguenza anche un maggior numero dei commenti al post.