I lettori più stagionati forse se lo ricordano, quel post.
Quello in cui in un aprile del 2009 citavi Fonzie. Un Fonzie di un Happy Days degli ultimi tempi, infiocchettatissimo nel classico giubbotto di pelle e un paio di imbarazzanti bermuda, intento sci d’acqua ai piedi a …saltare uno squalo.
Ah-hem.
Che poi, tu neanche l’hai mai vista quella puntata.
Non alla TV, perlomeno.
Resta il fatto che da quando Fonzie saltò, mannaggia a lui, diede i natali a una delle espressioni più impietose di tutti i tempi.
Il tuo programma TV preferito ha resuscitato per l’ennesima volta uno dei comprimari? La trama si è allontanata così tanto dai canoni della serie da risultare imbarazzante? Si sta puntando alla spettacolarizzazione spicciola, venendo meno ai contenuti? L’A-Team inizia a lavorare per il governo?
Ecco, si è saltato lo squalo. Si è arrivati al punto di non ritorno, la vetta della curva di crescita. Signora mia, da qui in poi si va giù, sempre più giù.
Squali
[…] l’espressione “saltare lo squalo” è comunemente utilizzata per indicare il momento in cui una saga cinematografica o una serie televisiva, dopo aver raggiunto il suo picco, inizia inesorabilmente ad abbassare il suo livello qualitativo, facendo venir meno la verosimiglianza della storia e l’interesse dei fan verso di essa.
Il tutto si basa, dicevamo a suo tempo, sul concetto di soglia di credibilità. C’è, esiste, e una volta superata non si torna più indietro.
Vale anche per i blog?
Vale anche per i blog.
Il tuo autore preferito inizia a pubblicare guest post a raffica, guadagnandone in flessibilità ma perdendo quel suo tono originale? Dimezza la pubblicazione e farcisce i contenuti di banner a buon mercato?
Per inseguire la pubblicazione quotidiana falcia la qualità senza mezzi termini?
Le ragioni che spingono un blogger a incamminarsi non tanto sul viale del tramonto, ma sull’idea del poter spremere i lettori come fossero arance, sono molte.
Cosa, per te, è sintomo del fatto che un blog ha ormai saltato lo squalo?