Qual è la cosa più difficile da fare, parlando di blog?
Facciamo un riassunto.
Ci sono i contenuti. Certo, i contenuti. Scrivere bene e scrivere in maniera costante è uno sforzo non da poco. E poi ci sono gli utenti. Trovarli, coinvolgerli, renderli parte della nostra idea. Anche questo è uno sforzo non da poco. E poi c’è la questione della monetizzazione. Vecchia quanto i blog. Guadagnare direttamente o indirettamente dalle proprie pagine così da permettere a nuove idee di nascere e trovare espressione.
Tutte cose dannatamente complesse.
E ce ne sono molte altre simili a queste.
Eppure, non sono queste la vera parte difficile.
La vera parte difficile inizia subito dopo.
Solitamente quando il tuo progetto inizia a sfiorare il primo anno di vita. Mostra i muscoli, ma stai ancora scolpendo giorno dopo giorno la sua identità. Cominci a pensare che quello che fai possa davvero funzionare.
Le cose vanno bene.
E in quel momento rischi di perdere tutto.
Perché? Perché è in quel momento che diventa così duro difendere con le unghie e con i denti la propria identità. Complicato è il non svendersi in facili partnership, né dare per scontato che ciò che il tuo progetto è stato sino a quel momento debba essere necessariamente la sua unica incarnazione futura.
Cominciare a pensare al cambiamento come necessario per rimanere competitivi e non venire fagocitato da qualcuno più bravo di noi a sfruttare i nostri sforzi per godere di visibilità riflessa.
Questa è la parte difficile.
È difficile perché non la percepisci come tale. Non è difficile quanto affrontare una pagina bianca, o trovare nuovi canali pubblicitari. O imparare gestire un piccolo team editoriale. Queste sono cose facili. Facilmente percepibili e il cui risultato (pure lontano) è facilmente identificabile.
Ma quando si tratta di preservare la bontà della propria idea?
Quando si tratta di rifiutare partnership -anche economicamente interessanti- per mantenere saldi i paletti che mesi prima ci si è dati, questo sì che è un’altro paio di maniche.
Molti blog, ma in senso più ampio molti progetti che partono da una buona idea originale, muoiono non tanto per un qualche problema di carattere tecnico o di gestione interna. Muoiono perché diventano qualcos’altro.
Perdono la propria identità per strada quando i loro creatori realizzano di dover far fronte -non appena la visibilità arriva- a orde di proposte meno allettanti del previsto. All’interno delle quali dover trovare i diamanti grezzi su cui costruire buone collaborazioni, filtrando tutto il resto. Una scelta sbagliata, in questo momento, può costare caro anche alla propria autostima.
È questa la difficoltà intrinseca del promuoversi online.
Qual è per te la cosa più difficile nel gestire un progetto in rete?
Risposta: dipende. Per alcuni è difficile scrivere, per altri fare gli utenti, per altri la grafica, per altri monetizzare, per altri il marketing e SEO. Per me è stata la grafica, sono una cippa del design. Per quanto riguarda il punto del tuo discorso: tengo troppo al mio blog per accettare proposte che diminuiscono la qualità del sito. In passato ho accettato guest post mediocri perché non avevo voglia di scrivere, ho accettato articoli promozionali perché pagavano bene, ho risparmiato su un sacco di cose.
Adesso no, da quando ho capito che il mio blog può diventare un lavoro a tempo pieno non posso più permettermi queste cose. Ci tengo troppo. Niente guest post così così, post promozionali, pubblicità, articoli mediocri. Punto sulla qualità ad ogni costo, senza mezzi termini, senza mediare. So che i risultati arriveranno.
Anzi sono già arrivati: quando ho cambiato host, da uno condiviso a 4€ al mese a uno professionale a 25€ al mese, in un colpo solo ho guadagnato 1000 visitatori al giorno. Non 1000 visitatori un giorno e basta, ogni singolo giorno arrivano 1000 visite in più. Qui ho capito che se voglio creare un business devo pensare da businessman: investire per avere la migliore qualità immaginabile.
L’unico modo per avere un blog di successo, secondo me, è quello di puntare sulla qualità. Non c’è altra strada.
La parte difficile è riuscire a mantenere la linea editoriale che ti eri prefissato. Con il tempo cambiano le proprie passioni, cambia il modo di scrivere, cambia la propria conoscenza dell’argomento (si spera in meglio ;)), e quindi, anche il blog tende a cambiare. E questo può non piacere ai propri amati lettori che piano piano se ne vanno…
Qui entra in gioco la parte più difficile per me, cercare di mantenere la (vecchia) linea editoriale aumentandone la qualità aggiunta dall’esperienza maturata. Oppure è meglio fare uno step successivo ed acquisire nuovi lettori (una sorta di cambio generazionale)?
Certo è che anche le partnership, quando arrivano agli inizi, sono difficili da gestire, soprattutto, è difficile dire no ai primi soldi che si presentano 🙂 … in quel momento, bisogna guardare avanti. La qualità prima di ogni altra cosa.
Assolutamente d’accordo Roberto.
Hai mai guardato al passato di un tuo blog rendendoti conto di quanto fosse migliorato (o anche solo, semplicemente, cambiato) il tuo lo stile o il tuo l’approccio?
Sì Francesco, e devo dire che è migliorato molto, soprattutto grazie a te e alle persone che come te condividono la propria conoscenza! 🙂
Ogni tanto ritrovo il mio primo articolo, e mi viene da sorridere… che bello vedere da dove sei partito e vedere dove sei ora, ti fa capire che tutti i sacrifici che hai fatto, sono serviti a qualcosa 🙂
Grazie dei consigli!!! Ho imparato molto dai tuoi articoli! Ma ho ancora moltissimo da imparare =)
Jessy