C’è questa convinzione per cui tutti i blog dovrebbero poter ottenere commenti.
Scrivi, pubblicizza e spingi i tuoi articoli e i commenti arriveranno.
Se non arrivano, è colpa dei social network.
Che hanno ucciso i blog.
Di nuovo.
Eppure, qualcuno questi dannati commenti li riceve.
Come fanno? Quale segreto hanno scoperto?
Oggi te lo racconto.
Ed è più semplice di quanto pensi.
(respira)
I tuoi contenuti non ricevono commenti perché i tuoi contenuti non lo permettono.
(respira ancora)
Tutto qui? Tutto qui.
Ricevo quasi quotidianamente richieste per dare uno sguardo a questo o a quel blog e di lasciare un paio di tips ai relativi tenutari così da aiutarli a crescere. Nella stragrande maggioranza dei casi, nessuno di questi riceve oltre i due/tre commenti al mese. Quando non si tratta soltanto di trackback di qualche spamblog di passaggio.
Perché?
Perché i contenuti non lo permettono, dicevo.
Perché durante la pianificazione dei contenuti, si è scelta la strada semplice. La strada semplice e comoda, ma che non sposta di un centimetro la mente dei lettori.
Mi spiego.
Se metà della tua homepage mi riporta la stessa serie di “news” che ho già letto sui due o tre portali di riferimento in Italia, difficilmente avrò (ancora) qualcosa da commentare e ancora più difficilmente vorrò farlo su un neonato blog.
Se i tuoi articoli sono mere segnalazioni, funzionali a spedire i lettori verso questo o quell’indirizzo, difficilmente questi si sentiranno così motivati a lasciare un loro feedback.
Se manca una vera domanda alla fine di quasi tutti gli articoli, ancora più raramente cercherò di entrare in sintonia con l’autore, usando il post per quello che è, ovvero informazione da prendere e masticare altrove. Se manca una buona domanda al termine, non so quanto mi sentirò incline a dire la mia. Se il post è troppo tecnico non vorrò espormi per non lasciare una traccia ridicola di me stesso in rete. Se il post è una sorta di riflessione fine a sé stessa non saprò bene da dove iniziare e rimanderò all’infinito l’avvio di una discussione. No, troppo complicato.
Credo da sempre (e queste pagine me lo confermano) che i lettori abbiano una gran voglia di commentare. Con tanti saluti ai social network, le persone che ti leggono hanno mille domande, dubbi e questioni da condividere con gli altri.
Lo vogliono fare.
Solo, spesso non gli diamo la possibilità di farlo.
Gli forniamo news trite e ritrite. Perché sono comode da scriverre e ci espongono poco. Gli diamo in pasto qualche paragrafo copia-incollato o tradotto da altri blog più famosi e ci stupiamo se quei post affondano in homepage senza aver lasciato nulla al mondo.
Presentiamo dei dati senza dargli un taglio critico. Senza parlare in prima persona riportando al massimo opinioni altrui. Rendendo il tutto dannatamente difficile da commentare.
Scrivere su un blog è semplice e complicatissimo allo stesso tempo.
Semplice, perché non richiede altro che avere qualcosa di interessante da dire. Complicato, perché per scatenare qualcosa di genuino tra i lettori bisogna curarsi di come si presenta il messaggio, di qual è l’obiettivo che vogliamo raggiungere. Di come dare la possibilità a chi ci legge di commentare nel miglior modo possibile.
Una buona metrica, ancora una volta semplicissima, è quella di guardare ai propri ultimi 5-6 articoli con zero commenti e chiedersi: “Ok, io come avrei commentato questa roba?”, “Che tipo di risposte mi sarei aspettato, ma che non sono arrivate?”, “Qual è la migliore risposta che avrei voluto ottenere?”.
Se nessuna di queste domande ti sembra possa trovare una risposta soddisfacente, probabilmente è solo perché quei contenuti, come dicevo, non lo hanno reso possibile.
Mi sono accorto anch’io di questo, e sto cercando di scrivere i miei articoli per lasciare spazio ai commenti. A parte il classico “se vuoi qualcosa dagli utenti, basta chiederlo”, ho notato che articoli troppo completi e teorici disincentivano gli utenti. Perché non lasciano spazio alla discussione, non c’è niente da dire, e l’unica cosa che si può commentare è un “grazie, articolo fantastico”. Per questo sto imparando a lasciare un seppur piccolo spazio di dibattito, per poi chiedere direttamente all’utenza cosa ne pensano.
Un altro genere di articoli che sul mio blog genera commenti, è quello relativo a delle iniziative “interattive”. Settimana scorsa ho lanciato un sondaggio in grande stile, chiedendo quale fosse l’argomento preferito degli utenti: pochi articoli hanno ottenuto così tanti commenti!
ho poco tempo, e pero’ voglio commentare
anche solo col dire che sono d’accordo con Francesco.
buona l’analisi e buoni i suggerimenti. grazie sempre.
PS
di qualsiasi argomento si tratti…
lasciare aperture per la discussione degli altri e’ molto difficile!
e non si puo’ comunque vivere a lungo di sondaggi e di allocuzioni dirette!
parlare persuasivamente per ottenere riscontri e’ un’arte delicata e difficile,
naturale per molti, eppure… si puo’ sempre imparare!
Mai sentito nulla di più vero sui commenti. C’è poi da ricordare che i blog nascono per essere commentati, per creare velocemente un dialogo con il lettore: se il dialogo non c’è, i blog a che servono?
Ciao Francesco, è da pochi giorni che ti seguo e ho trovato il tuo blog molto interessante, utile per il mio che sto pian piano tentando di far nascere e crescere.
Complimenti!
Spesso ormai si usano blog per fare cose che in realtà un tempo sarebbero stati siti statici … e lì cosa vuoi commentare? 😀
perosnalmente ho molti commenti al mio blog, perché risolvo alcuni problemi alla gente, e la cosa non può che farmi felice, eppure cerco di migliorarmi sempre 😀
il commento scaturisce da una lettura piacevole e interessante come quella che nasce leggendo questo post…
ci sarebbe ca capire come mai, magari gli stessi lettori che ti seguono nel blog, sul tuo blog se ne stanno zitti zitti anche se leggono assiduamente…
magari non ti fanno neppure un click su “mi piace” nel tuo blog
poi lo stesso articolo lo riporti nella tua pagina fan o nel tuo profilo e si scatenano commenti e passaparola
questa la mia sensazione su quello che sta succedendo negli ultimi mesi
direi quasi un “piacere” nel vedere che altri condividono o commentano il mio post sui social network mentre le stesse persone si lanciano un po’ di meno (butto li forse perchè meno protagonisti) sul blog
noto un’altro particolare ora che ho scritto qui e che per esempio non ho nel mio blog e penso di inserire…
“avvisami dei nuovi commenti tramite email”
credo possa essere uno stimolo a scrivere attendendo dei commenti al tuo stesso commento o per magari essere richiamati su quell’articolo dopo tempo
C’è da dire che esiste un “trucchetto” per incrementare i commenti sul proprio blog/sito (oltre ai consigli di Francesco): vi consiglio di integrare i commenti Facebook così ogni volta che (come dice Davide) qualcuno commenta il post che avete condiviso sulla vostra bacheca sarà visibile anche sul vostro blog.
Ciao Francesco, è sempre utile e piacevole leggere i tuoi articoli. Effettivamente mi sono resa conto che molto dei miei post non lasciano spazio agli utenti e voglio cercare di correggere il tiro.
@Davide: come aggiungo l’opzione dell’email sulla piattaforma di blogger?
@grate di sicurezza. come faccio ad integrare i commenti di Facebook? Mi è capitato infatti che persone lasciassero un commento su Fb (relativo al mio post) piuttosto che sul blog. Mi sapete spiegare perchè? grazie mille
Ciao Francesco, ottimo articolo 😀 È un post un po’ vecchio ma ci tenevo a commentarlo!
Sto pensando che nel mio blog non ricevo molti commenti perchè scrivo roba poco interessante, anche se non ho scritto tutti articoli belli e perfetti per alcuni pensavo che almeno il tipico commento “bel post grazie” se lo meritavano… forse ho un blog troppo di nicchia che alla maggior parte della gente non interessa.
O forse sarà perchè ho ancora poche visite, esiste una formula magica per aumentare visite e commenti? XD
Se nessuno mi dice cosa piace e cosa no, non riesco a capire gli argomenti che interessano di più…
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Ciao Francesco è da un pò che seguo il tuo blog per curiosità. Fino a qualche settimana fa non avevo un blog ma, come dico io, un sito-vetrina e cioè uno spazio web classico non-interattivo. Ora invece sono passato al blogging vorrei cominciare col piede giusto. I commenti e quindi l’interattività sono quello che cerco da questa nuova forma e mi rendo conto quanto sia difficile in generale e quanto sia difficile con contenuti come i miei (articoli scientifici divulgativi). Cercherò di far tesoro di questo tuo post e magari fra qualche mese, dopo un normale rodaggio, potrò raccogliere i frutti di un buon inizio.
Complimenti per l’articolo, è bello sapere che ci sia ancora chi da la giusta importanza al contenuto ed alla scrittura.. Ho da poco aperto un blog, ancora nessun commento, ma almeno grazie a te ho avuto dei punti su cui focalizzare la mia attenzione!
Eheh tanto semplice quanto intelligente in effetti il ragionamento! Grazie per la riflessione sui miei post precedenti, sui futuri lo farò prima di postarli 🙂
Qualche giorno fa mi sono posta il problema di cosa porta o meno le persone a commentare in un blog. Di solito non lo facevo quasi mai neanch’io ma adesso che ho un blog, il discorso è diverso. Vedo che sui blog americani, ovviamente anche quelli con pochi seguaci registrati dai social, hanno persone che lasciano commenti. E’ forse questione di ‘educazione’ al commento, che in Italia fatica a prendere piede?
Sai, credo che la variabile linguistica giochi a nostro sfavore. 🙂
È pur sempre una questione di numeri, se pensi a quanto lontano possa viaggiare un contenuto in lingua inglese. La mancanza di commenti non è di per sé un’indice di scarsa qualità del contenuto: spesso è il contenuto stesso che appare “blindato” (si è detto già tutto) agli occhi di chi lo scansiona tra una tab e l’altra del browser. Articoli lasciati a metà sentono più di altri l’urgenza di venire completati nei commenti.
Grazie Francesco.
Mi piacerebbe che mi precisassi meglio che cosa intendi per ‘articoli lasciati a metà’. In genere un articolo ha una sua struttura, introduzione, corpo, conclusione… Intendi forse che, se so che un argomento può avere 10 punti da considerare, ne metto volutamente solo 5 per lasciare spazio agli altri di aggiungerne? E se poi nessuno lo fa, perché magari legge l’articolo ma non conoscendo molto dell’argomento gli sembra completo così com’è, non si corre il rischio che l’articolo rimanga destinato a restare ‘incompleto’? Ma se capita un esperto e mi mette in risalto i punti mancanti, non rischio d’altra parte di apparire come superficiale nella mia trattazione?
Credo che tutto dipenda da come si chiude l’articolo. Sicuramente l’idea non è quella di lasciare grandi mancanze.
Su 10 punti ne posso coprire 8, lasciandone 2 “suggeriti” nelle domande in chiusura.
Credo che i nostri lettori abbiano una gran voglia di commentare; solo, nel farlo, non vogliono (non vogliamo) apparire fuori luogo, banali o scontati. Buone domande al fondo di ogni post, magari in grado di suggerire ipotetiche strade per avviare la discussione, possono alleggerire questa tensione iniziale.
Che ne pensi?