(function(w,d,s,l,i){w[l]=w[l]||[];w[l].push({'gtm.start': new Date().getTime(),event:'gtm.js'});var f=d.getElementsByTagName(s)[0], j=d.createElement(s),dl=l!='dataLayer'?'&l='+l:'';j.async=true;j.src= 'https://www.googletagmanager.com/gtm.js?id='+i+dl;f.parentNode.insertBefore(j,f); })(window,document,'script','dataLayer','GTM-T3Z2SL');

Piccola digressione sui preferiti di Twitter

Un ottimo strumento di marketing

Come usare i preferiti di Twitter

Chris Lubin, sul blog di Attention, spiega come Twitter dovrebbe impegnarsi a salvare (meglio, a rivalutare) il sempre più dimenticato pulsante “Favorite”.

Sai, il piccolo tab “Preferiti” in cui aggiungere tweet per noi rilevanti a una singola pagina facilmente reperibile sul nostro account. Pensati parecchio tempo prima dell’introduzione delle liste, rappresentano forse il primo tentativo del pennuto blu di creare una sorta di selezione umana nel mare di cinguettii giornalieri.

Nel post di Chris ci sono un sacco di buone idee, capiamoci.

È solo che l’idea che Twitter possa decidere un giorno di dismettere questa funzione, o di piegarla ad altre logiche sociali per attirarci dentro nuovi utenti mi crea non poca paura. E non c’entra l’essersi affezionato alla funzione in sé, né un qualche tipo di comodità personale.

Semplicemente la tab Preferiti è al momento una delle fonti più potenti di nuovi follower che il mio account possa avere. 🙂

Stanno parlando di me?

Quando un utente scopre un nuovo account, la prima cosa che cerca di capire è che tipo di persona ha di fronte. Per fare questo, ha sostanzialmente tre mezzi:

  • La bacheca con gli ultimi tweet inviati
  • La mini-bio
  • Il link di riferimento

Assumiamo tu abbia un ottimo account, una buona rete di contatti e tanta interazione con essi.

(un passettino alla volta)

Una parte di tutti i nuovi utenti in arrivo sul tuo profilo si lasceranno semplicemente convincere da quanto hai già scritto e inizieranno a seguirti senza farsi altre domande (per il momento). Un’altra buona parte cercherà invece di andare più a fondo, magari incuriosita proprio dalle tue ultime discussioni e desiderosa di trovare ulteriori informazioni.

Come faranno questi utenti a convincersi della tua bontà?
Si rivolgeranno prima alla bio e subito dopo al link della mini-bio.

(ci stiamo arrivando)

A questo punto, il passo ultimo è quello di presentare un link di grande valore sotto alla tua descrizione.
Così, il link sotto alla mia mini-bio non rimanda affatto alla home di questo blog.

Rimanda invece ad una pagina “Chi Sono” su misura stilata con in mente un utente in arrivo da Twitter. Una pagina dove proporre qualcosa di pronto e rapido da digerire per chi ancora non mi conosce e, in maniera piuttosto visibile, il link ai miei preferiti.

Stanno parlando di me!

(e finalmente, eccoci)

Indovina cosa c’è tra i miei preferiti, al momento?
Una lunga lista di persone che parlano bene di me e di ciò che faccio in rete. 🙂

Esempi. Concreti. Credibili.

I Preferiti sono il modo più rapido e intuitivo che hai, al momento, per dimostrare al mondo la qualità di ciò che fai. Senza mischiare in questo le menzioni o gli hashtag, semplicemente assemblando a mano tutti i feedback ricevuti in situazioni reali.

Hai mai usato i preferiti di Twitter per qualcosa di simile?
Sono curioso di sapere se sono il solo a cui non servirebbe davvero niente di più di quanto già c’è. 🙂

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.