Cosa dimostra davvero il cambiamento del news feed di Facebook?

Insomma, c’era da aspettarselo

Come cambia il News Feed di Facebook e cosa significa per gli editori

Per parlare di Facebook, partiamo da Twitter. 🙂

Io me li immagino, i signori di Twitter, seduti in un ufficio una sera a riflettere sul futuro del loro social network. Me lo immagino, quello che a un certo punto ha alzato una mano sparandola grossa: “hey, e se ci definissimo …information network?”.

Quella frase, a cui poi è stato dato ampio risalto al Nokia World del 2010, dimostrava una cosa. Ci erano arrivati. Tre-anni-prima di Facebook. “Twitter is for news. Twitter is for content. Twitter is for information.” diceva Kevin Thau, VP di Twitter.

Il modo in cui le persone intendevano Twitter stava cambiando. Il modo in cui le persone usavano un social network stava cambiando. Non solo più interazione originale, uno-a-uno con il contatto di turno, quando un vero modo per tenersi informati su fonti terze, i media, filtrate dalla (o infiltrate nella) propria rete di contatti.

Ecco, ieri ci è arrivato anche Facebook. 🙂

A dire il vero, qualche segnale l’aveva già lanciato seppellendo definitivamente l’EdgeRank a metà ottobre. Ciò che l’utente vede sul suo stream è frutto ora di una tonnellata di altri, nuovi fattori, dicevano. Qualità e pertinenza dei contenuti, per esempio.

Ieri, dicevamo, Facebook ha comunicato una nuova e presumibilmente imminente modifica al News Feed. Una modifica volta a dare priorità al “contenuto di qualità” rispetto ai …meme. Sì, i meme.

Aspetta.
Che accidenti centrano i meme?

Quello che ci viene detto è che il traffico da Facebook verso i siti di informazione è cresciuto del 170% nell’ultimo anno, dimostrando, a detta sempre di Facebook, come l’utente medio usi sempre più il network di Zuckerberg per cibarsi giornalmente di notizie. In tutto questo, le care e vecchie immagini piene di gattini & tormentoni sono, hem, il passato. Non hanno la qualità che l’utente cerca. Dispiace.

La guerra dei meme

Dunque. Facebook ha iniziato una guerra ai meme?
Non credo. Non in senso esplicito, almeno.

Il fatto è che i meme funzionano bene per un semplice motivo. Facebook è un social di pancia, emotivo e spesso ben poco razionale. Una qualsiasi immagine o breve video che faccia cappottare dalle risate richiede uno sforzo cognitivo decisamente più basso del commentare un “contenuto di qualità”. E vorrei anche vedere.

Il punto è: chi lo decide quale contenuto è “di qualità”? Una pagina brand o un sito come FAIL Blog, il cui scopo è divertire l’utente per cinque minuti al giorno, uno tra i migliaia esistenti là fuori, che vive e produce meme da anni, può essere realisticamente considerato di scarsa qualità?

Non per me, grazie.

Cosa succede adesso?

Facebook sembra dare nuova vita a un tipo di contenuto passato un po’ troppo in sordina negli ultimi mesi: i link post. Un semplice link condiviso ha avuto, da sempre, vita dura se confrontato alle performance di una qualsiasi immagine.

Con questo piccolo ritocco alle meccaniche dietro le quinte, Facebook andrà a proporre sempre più link e meno “meme.” Ponendo inoltre l’accento sui contenuti (link) correlati a un qualsiasi contenuto (link) di qualità già commentato. Sino a tre i link correlati che potranno venire mostrati sotto a qualunque tema definito caldo.

Cosa succede adesso?

Succede che chiunque stesse cercando di forzare il meccanismo del News Feed sputando news (anche attraverso immagini) di scarsa o nulla qualità si vedrà, se non penalizzato, perlomeno facilmente scavalcato da tutti quei portali che sapranno:

  • Concentrarsi su un titolo efficace per le proprie notizie;
  • Ampliare ulteriormente la notizia nei commenti, considerando ancora più vitale alla visibilità ogni singolo like o commento o condivisione ricevuta;
  • Creare sui loro siti una serie di articoli potenzialmente correlabili tra loro dal nuovo algoritmo di Facebook, in modo da coprire più “slot” tra i tre messi a disposizione al fondo di ogni news;
  • …produrre vero contenuto di qualità, indipendentemente dal mezzo scelto per la condivisione sul social. C’è bisogno di dirlo? 😛

Una domanda: Facebook è da sempre sinonimo di “rimanere connessi ai propri amici”. Poi, solo in seguito, sono arrivati i brand. Se adesso ci mettiamo il carico sulla componente informativa a scapito della visibilità di tutto il resto, non ci staremo perdendo qualcosa di importante?

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

4 commenti

  1. Certamente considero una degenerazione di Facebook i contenuti di scarsa qualità inviati “di pancia” dall’utente che pensa “Devo assolutamente mostrare a tutti questa esilarante foto / questo incredibile filmato”. Infatti secondo me “social network” significa “socializza coi tuoi amici comunicando con loro cose che riguardano la tua vita”, non “invia ai tuoi amici le realizzazioni grafiche o cinematografiche di altra gente”.
    Ma c’è di più. Questo problema è moltiplicato per il fatto che gli utenti non si rendono conto che se un contenuto è virale, significa che probabilmente io non sarò l’unico a inviarlo ai miei amici. I miei amici lo riceveranno anche da altri loro amici, e così la loro home non solo sarà piena di post che non c’entrano nulla col motivo per il quale è nato Facebook. Sarà piena di quelle cose ripetute varie volte.
    A riguardo l’anno scorso scrissi un articolo su un mio blog (http://opidos.blogspot.it/2012/09/facebook-e-ridondanza.html), dove raccontavo anche dei consigli che lo staff di FB mi aveva chiesto (stavano facendo un’indagine a tappeto fra gli utenti) e di un mio suggerimento che pare non abbia trovato terreno fertile, purtroppo.

  2. Ciao a tutti, noi abbiamo aperto un sito da pochissimo e ancora non abbiamo una presenza su facebook… certo che non è facile creare un argomento molto “condivisibile” quando si parla di un argomento tecnico, specifico e di settore come il nostro. Che suggerimenti avete?

  3. Concordo con Marco Malatesta: i contenuti inviati “di getto” dagli utenti sono in continuo aumento, e questo produce una “caduta verso il basso” della qualità… senza critiche per nessuno, per carità, ma non sempre la foto del proprio gatto e di cosa ci si ccinge a mangiare per pranzo ha un senso. Però il senso stesso del Social network se vogliamo è proprio quello…