7 tipi di post di cui fare a meno nel 2014

È quasi ora

Quale tipo di post scrivere?
©Alex Talmon/alextalmon.nl

Con la manciata di giorni che ci separano dalla fine dell’anno si prospettano i tanto agognati buoni propositi. Per chi gestisce un blog, è un periodo denso di progetti e stimoli più o meno precisi che troveranno espressione durante i prossimi mesi.

È anche un momento in cui fare il punto della situazione e valutare i propri risultati, delineando seppure a grandi linee alcune variazioni alla pianificazione editoriale.

Ecco, oggi facciamo tutto questo …sfoltendo. 😛
Ti presento sette tipi di post di cui potremo tranquillamente fare a meno.

1. Guest post (come sola strategia di link building)

Se fino a oggi hai usato i guest post come sola strategia per ottenere link da altri blogger, allora è arrivato il momento di pensare a una nuova strategia.

Chi lo dice? Matt Cutts, puntando il dito a tutti quei guest post di scarsa qualità, creati con il solo intento di raggiungere la più grande distribuzione (leggi: contenuto duplicato) possibile. Google sarà ancora una volta più attento all’unicità del contenuto e al modo in cui i link all’interno dei guest post verranno distribuiti. Finalmente.

2. Articoli “puzzle” composti solo da citazioni altrui

Potremo fare a meno di articoli a là Frankenstein, composti unicamente da brandelli di citazioni altrui e poco o nulla contenuto originale. Sul serio?

Lo dice sempre Cutts, evidenziando come non sia del tutto sbagliato riprendere una citazione o due e costruirvi sopra un nuovo ragionamento. Lo è quando in proporzione vi siano più pezzi altrui che scritti di proprio pugno.

3. Segnalazioni di news fini a sè stesse

Ci sono molti modi di trattare una notizia. Se possiedi un portale tematico già leader di una nicchia, puoi permetterti di pubblicare semplice segnalazioni fini a sé stesse, cercando di cavalcare l’onda dell’hype generato.

Se invece, come molto più probabilmente accade, possiedi un blog che non può (o non ha ancora) i numeri necessari a rendere efficiente tale tattica, potrai iniziare a trattare in modo nuovo le notizie online.

4. Interminabili liste puntate

Le liste funzionano, non c’è niente da fare. Funzionano così bene che ci sono post del tipo “le settantasei cose che non sapevi di…” assolutamente inutili nel passare un messaggio unico e utile al lettore.

Liste troppo brevi sono sintomo di scarsa capacità di accorpare contenuto. Liste troppo lunghe sono spesso scarsamente utilizzabili nel concreto. Mantieni le tue liste comprese tra 7-15 elementi al massimo; gli utenti ringrazieranno.

5. Articoli senza fonti

Sto parlando di immagini, citazioni, articoli originali: tutto ciò che leggiamo in rete è spesso scaturito da un qualche ragionamento letto da altre parti.

Citare le fonti non è solo “buon vicinato” per chi curi un blog e voglia farlo a lungo; è il modo in cui tu qualifichi te stesso nei confronti di chi ti legge. Basta poco: anche una semplice lista “Ne parlano anche su…” al fondo del tuo prossimo post.

6. Articoli non fatti per essere condivisi

Rendi le cose semplici ai tuoi utenti: compila tutti i campi SEO del plugin di turno che stai usando sul tuo blog. Questo non solo farà contento il motore di ricerca che si papperà il contenuto, ma renderà i tuoi contenuti migliori quando saranno condivisi sui social network.

Ancora oggi, troppi articoli non comprendono sul codice quelle due o tre impostazioni SEO basilari in modo che quando qualcuno decida di postare quel link su Facebook (e non solo) il risultato sia quanto di meglio ci si possa aspettare.

7. Le interviste interminabili

Non so te, ma una cosa che non ho mai sopportato sono quelle interviste, pure potenzialmente interessanti, ridotte a brandelli da introduzioni lunghissime e giri di parole interminabili sulla generica presentazione del professionista.

Se stai intervistando qualcuno, introduci tu stesso la persona e portami nel vivo del discorso il più in fretta possibile. Tieni concentrate le domande sotto alla decina e non sprecarne la metà parlando del più e del meno.

Giù dalla torre

I blog, come qualunque altro mezzo, si rinnovano da sempre.
Quale tipo di articolo ha davvero fatto il suo tempo? 😀

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

7 commenti

  1. Io non sono i post in cui si commentano i post altrui. Pare che molti “guru” usino spesso questo sistema. Oppure i post-tradfuzione. Me lo leggo in originale, allora.

    1. C’è da dire che spesso un lavoro di attenta traduzione è necessario. Non tutti sono in grado di seguire la fonte originale. Personalmente non li apprezzo neanch’io, soprattuto quando se ne abusa, ma sotto sotto ne riconosco l’utilità. 😛

  2. Io spero che scompaiano gli articoli fotocopia dove il bloggatore di turno, alzando il ditino dottorale, ci spiega che content is king 😀 perché se questo content è veramente un king, allora non ci si spiega come mai tolleri simili aberrazioni della lingua (e simili attentati alla pazienza del lettore) senza comminare sentenze di morte.

    A parte quest’aggiunta, concordo su tutti i punti. In particolare il 7: si vedono certe interviste alluvionali in giro… ma si trovano solo in un paese di logorroici come il nostro o il vizio è più diffuso?

    I miei saluti!