Come lanciare con successo un forum legato al tuo blog: case study della problogger community

Forse il titolo più lungo che abbia mai scritto

Come lanciare con successo un forum legato al tuo blog: case study della problogger community

Credo che chiunque lavori nel settore della comunicazione su web (con qualsiasi sfumatura) associ alla parola “forum” un brivido lungo la schiena.

Dai, tutti abbiamo in qualche modo avuto a che fare con i forum. I forum sono immediati per costruire discussione intorno ad uno o più argomenti. Sono l’ideale per amplificare a dismisura la visibilità riflessa di un progetto. Che dipendano o meno da un progetto più grande, sono un ottimo modo di proporti come aggregatore di buon contenuto ed esperto per la tua nicchia.

Con premesse come queste, chi non vorrebbe lanciare un proprio forum?

Ma capita spesso di sentire persone che, nel pieno dell’euforia, trattano l’argomento in modo piuttosto superficiale. Qualcosa del tipo: “Hey perfetto, qui ci mettiamo gli ultimi articoli; qui spingiamo la newsletter, e qui il nuovo forum. Ah già, non te l’ho detto? Ne installiamo uno così la gente ha un posto dove può discutere! ”

Hum.
Pausa.

Il solo fatto che la gente “possa discutere” non significa affatto che “voglia discutere” o “si senta motivata a discutere”. È un passaggio piccolo piccolo ma non trascurabile! 😀

Per chi non avesse chiara l’immagine davanti, un forum alla sua ora zero è un (non)luogo vuoto, deserto, dove campeggiano in prima pagina forse una decina di discussioni. Di cui probabilmente la metà sono regolamenti e FAQ scritte dallo staff.

E si passano momenti tesissimi nei primi giorni aspettando che arrivino i primi veri messaggi.

Pensare di creare un forum con la stessa facilità di una pagina fan su Facebook equivale ad un fallimento certo. E non è neanche detto purtroppo che ottenendo successi in altri ambiti un blogger possa essere così sicuro di lanciarsi in un impresa del genere senza correre alcun rischio per la propria immagine. Nessuno vuole avere un forum deserto (o peggio ancora, pieno di spam, troll e messaggi di bassa qualità) associato al proprio nome.

Case Study: Problogger.Community

Darren Rowse non ha certo bisogno di presentazioni. 🙂 Il signor Problogger.net neanche un mese fa ha lanciato sul suo dominio parallelo (problogger.com) la ProBlogger.Community, ovvero nientepopodimeno che un forum dedicato ai suoi stessi utenti dove poter discutere a tutto tondo di tecniche di blogging e social media marketing.

Nota: Tra parentesi questo è un ottimo modo di gestire i domini parcheggiati anziché sfruttare il semplice redirect.

Darren naturalmente non blogga dall’altro ieri. È attivo dal 2004 gestendo anche un paio di altri blog e vive dei guadagni che essi generano. È un nome di quelli che (nella sua nicchia) fa muovere le persone.

Perché mai allora ha aspettato così tanto prima di aprire il suo proprio forum? Forse la risposta sta proprio sulla home di problogger.com, in bella vista.

problogger-com

  • Collabora con gente della tua stessa cerchia
  • Impara dai professionisti (e viceversa)
  • Partecipa ad una community completamente moderata, solo ad iscrizione

Quanto tempo credi possa passare perché un blog possa permettersi di scrivere certe cose lanciando una propria community (a pagamento!) senza risultare ridicolo?

Credo che Darren sapesse benissimo come il passaggio spontaneo successivo allo scrivere “semplici” post fosse quello di creare una community più solida slegata dai suoi contributi diretti. Ma lanciarsi troppo a cuor leggero in un’impresa simile sarebbe potuta essere un boomerang micidiale per chi, puntando il dito, avesse potuto dire “Hey, ma il forum di Problogger è deserto. Come mai?”

Perché il punto è che sì Problogger.net è un ottimo blog e il suo autore è conosciuto. Sì gli articoli sono rimbalzati da sempre su tutti i network e la gente ne parla continuamente (lo stiamo facendo insieme proprio in questo momento). Ma come scongiurare un iniziale lancio sottotono, con magari una manciata di iscritti che postano contenuti banali? E come gestire l’aspetto economico? Meglio far pagare una quota iniziale e rischiare di attirare pochi seguaci o aprire le porte a tutti ed abbassarne forse la qualità?

Ecco cos’è successo nella fase di lancio:

  • Ha pubblicato un post di benvenuto quando gli iscritti alla community erano già più di 800. Ne ha descritto gli iniziali benefici e i costi di partecipazione, insieme ad un video in cui motivava le sue scelte.
  • Qualche giorno dopo ha pubblicato un secondo post: 6 Reasons to Join the ProBlogger.com Community. Questo articolo contiene sei ottimi motivi per cui il blog non è più il solo mezzo per godere dei vantaggi che Darren offre ai suoi lettori. In chiusura compaiono sei citazione di membri rilevanti e conosciuti che già fanno parte della community.
  • In contemporanea lancia un secondo account su Twitter esclusivamente dedicato alla community. @problogger.com: “What Happens When Bloggers Work Together?”
  • Decide di offrire una subscription fee vincolata a 1.95$

1. Welcome

Insomma, inizialmente attende di avere più di 800 iscritti alla community (post poi aggiornato a 1200) per poter fugare i dubbi sulla validità dell’iniziativa (= la community non è deserta). Poi snocciola benefici (cosa ci trovi dentro) e costi (perché la scelta di una community a pagamento, quanto si paga e che tipo di vantaggi si hanno). Descrive accuratamente i passaggi per accedervi e con un video molto terra terra spiega per filo e per segno perché ha atteso così tanto motivando le diverse scelte.

2. Remind

Con un secondo post punta a riprendere il contatto con quanti avessero trascurato il primo annuncio, mettendo stavolta sul piatto i vantaggi concreti che distinguono il forum dalla semplice lettura del blog. Porta inoltre esperienze d’uso di personaggi rilevanti per la sua stessa nicchia, che già sono presenti nella community e cancellano se ce ne fosse ancora bisogno pensieri del tipo “Ma ci sarà gente interessante lì dentro?”

3. Social

Con la creazione di un account su Twitter separato da quello standard ottiene due vantaggi: “travasa” parte dei follower che iniziano a sottoscrivere anche un nuovo account più “commerciale” dedicato esclusivamente alla collaborazione tra i blogger attraverso la neonata community ed evita così di spammare tweet fuori luogo a chi avesse deciso di farsi da parte.

4. Valorizzazione

Restringendo l’accesso ai soli membri paganti, Darren piazza la classica ciliegina sulla torta in grado di dare valore al suo forum. È un posto che si paga. È completamente moderato nelle discussioni e le possibilità di trovarvi materiale scadente o fuori luogo sono semplicemente azzerate. Poco meno di due dollari (promozionali e vincolati in eterno) al mese sono a questo punto un’inezia in confronto al materiale che ci si aspetta di trovare online.

5. (extra!) Contenuti e benefit chiave

Uno dei metodi principali per convincere la gente della bontà della tua idea è proporgli non solo innegabili vantaggi ma anche aiutare questi vantaggi a diventare concreti. Problogger spinge particolarmente su

  • Community Challenge. Una sorta di “festival” a tema dove dato un argomento i membri scrivono i loro post e vengono poi discussi sulla board.
  • Feedback sul proprio blog. Quale posto migliore per chiedere supporto sulle proprie scelte?
  • Opportunità e Collaborazioni. Il vantaggio in questo senso è evidente. Siamo tutti lì per un motivo, trovare un collaboratore o partner è molto più facile che altrove.
  • Connessioni secondarie. Ovvero tutto ciò che dal forum va a toccare l’esterno.
  • Tutorial. Quale miglior posto per pubblicare il tuo “how-to” e guadagnare visibilità?
  • I membri stessi. Molte, moltissime persone motivate ad ottenere i propri obiettivi. Ti pare poco?

Salvo le evidenti “limitazioni territoriali” che rendono alcuni tool o consigli inapplicabili per l’Italia, questo forum è una vera miniera d’oro. Il prezzo ridicolmente basso potrebbe attirare nel lungo periodo una vera e propria valanga di utenti motivati, lasciando spammer & Co. a guardare dalla finestra. Non mi stupirei se il prezzo di iscrizione salisse fino ad un 19$ – 29$ una volta tarate le vere potenzialità del luogo che Darren ha creato. Sì alla fine, mi sono iscritto anch’io. 😉

Che ne pensi?

Anche da noi non mancano esempi d’eccellenza quando parliamo di forum. Hai mai pensato alle difficoltà di lanciarne un forum tutto tuo? E se già lo gestisci, quali sono state le difficoltà più grandi al lancio? Mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensi 😉

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

15 commenti

  1. Ottima analisi Francesco!
    un altro aspetto che non va sottovalutato in nell’apertura di un forum è il lavoro gestionale da svolgere. In particolare la moderazione.

    E’ vero che la naturale evoluzione di un forum porta gli utenti a gestire essi stessi almeno parte della community, e all’emergere di moderatori volontari.
    D’altra parte se lanci un forum con le premesse di ProBlogger.com, molto elevate in termini di qualità, devi poter garantire un livello di intereziopne e moderazione di primissimo piano.

    Sono certo che Darren Rowse si sia circondato di validi collaboratori (retribuiti) sia per l’aspetto gestione/moderazione che per l’animazione della communty

    Stefano

    1. Giustissimo, un aspetto particolare della Problogger.Community è proprio l’assenza di staff volontario non pagato (questa anche una scelta che motiva la mensilità).

  2. Bell’articolo, apre molte altre domande e rfilessioni sull’uso e scopo dei forum. Sono d’accordo con Alex i forum hanno preso altre forme ma la logica è la stessa: avere un luogo dove confrontarsi e scambiarsi idee e valutazioni sulle proprie passioni e/o interessi.

    Nel 2001 a un cliente Automotive abbiamo portato le evidenze di un forum (direi meglio una Community) autorganizzato su una auto di punta. Oggi sarebbe una pagina fan su Facebook o forse no, perché il forum ha una verticalità che i SM non hanno.

    Oggi nel fare brand monitoring gli insights di prodotto più rilevanti continuano a venire dai forum. Le “vere” conversazioni peer to peer sono dominio dei forum

    Forse il fatto che sembrano “vecchi” e passati di moda li mette in ombra, ma appena sotto la superficie del “nuovo” della rete, hanno radici profonde e salde.

    Marzio

    1. Ti ringrazio del contributo Marzio 🙂

      Forse gli insights più rilevanti continuano a provenire proprio dai forum per via della loro natura meno frammentata rispetto ai social. Dato un forum o un gruppo di forum è relativamente più facile circoscrivere il campo d’azione e pescare i contributi rilevanti per le proprie indagini senza impazzire.

      Il fatto che all’apparenza sembrino vecchi e sorpassati forse è anche dovuto alla maggiore difficoltà in fase di pre e post lancio. Con la velocità (e reattività) delle interazioni che ci si aspetta dalla presenza di un brand su un social, i forum appaiono come un mezzo che va ancora “caricato a dovere e con criterio” perché non diventi un boomerang colossale per chi ha deciso di legarvi il proprio nome.

  3. Ciao Francesco,
    capito ogni tanto sul tuo blog e oggi ho letto con piacere il tuo pensiero e condivido praticamente tutto quello che scrivi. Vivo il mondo della blogosfera dal 2005, anno in cui ho deciso di partire con un mio blog personale (prima di conoscere WordPress mi cimentavo con l’html in vari esperimenti in remoto..come credo molti dei blogger italiani..) e successivamente con diversi altri progetto. Ho fondato nel 2006 un forum dedicato ad una realtà che non esisteva (gli operatori mobili virtuali) e mi son sentito dare del pazzo. Da un anno però era già online il blog dedicato a tale argomento e notavo che settimana dopo settimana nasceva interesse, curiosità nelle persone che ci contattavano per avere info, del perchè in Italia questa realtà non esistesse.. Insomma, da settembre a dicembre 2006 il forum aveva raccolto circa 100 iscritti (tutti veri, senza cloni o finte registrazioni come in molti sono abituati a fare..) e molti di quelli che sarebbero diventati “addetti ai lavori”.. Nel forum si moltiplicavano le domande.. la curiosità.. e in me il terrore di un flop pazzesco, consapevole che far partire un forum è veramente una impresa ardua!.. fino al fatidico giorno in cui a giugno 2007 nascono i primi due operatori mobili virtuali: boom di visite su blog e forum e anche di iscritti. Ti premetto che fino ad oggi per visualizzare i contenuti del forum (non tutti, ma quelli relativi ai MVNO) è sempre stata necessaria l’iscrizione, motivo per cui in tanti probabilmente non ci seguono o non ci hanno seguito.. nonostante questo, in tre anni di vita abbiamo raggiunto 3mila iscritti. Ora come ben saprai la “concorrenza” è alle stelle, tutti i forum che parlano di telefonia hanno aggiunto una loro sezione sui MVNO (anche se in molti si son svegliati molto tardi in questo..).. e da qui una decisione da prendere: aprire la visualizzazione dei contenuti a tutti o continuare a mantenerla solo se si è iscritti? Puntare ad aumentare gli iscritti a discapito delle visite (che naturalmente abbiamo perso a causa delle tante persone che non hanno voglia o interesse ad iscriversi) o viceversa, aprire a tutti, crescere nelle visite e rischiare uno stop alle iscrizioni?
    Questo, da ADMIN e fondatore, è il mio “tormento” delle ultime settimane.. ci sto ancora pensando e non so ancora darmi una risposta. NOn ti nego che però, fino a qui, sono cmq orgoglioso di come è cresciuta e sta andando la Community creata, soprattutto sapendo che è il punto di riferimento per molti (in primis addetti ai lavori).. Ora ti giro io la domanda: tu che faresti? 🙂

    1. Secondo me non è necessario svincolare il forum dalla registrazione. Un forum che in un certo senso è “protetto” dal resto del mondo (spammer, promotori di bassa lega) ha dalla sua la selezione dei contenuti e la qualità intrinseca degli utenti postanti.

      Che imho sono due caratteristiche molto più importanti del semplice numero di iscritti.

      Io fossi in te punterei a spingere i benefit della registrazione al tuo forum su diversi canali. Hai già un dominio a cui fare riferimento dove piazzare una landing? Hai già pubblicizzato il tuo spazio con guest post su blog o magazine di settore?

      Dopotutto se viene considerato un punto di riferimento anche da chi ci lavora e le iscrizioni come mi confermi sono tutt’altro che basse hai già dell’ottimo materiale da spingere 🙂

      Non è che la gente partecipi meno a forum a cui è richiesta una registrazione, è solo che difficilmente rimane a pensarci per più di due secondi se dall’altra parte non viene strillata un’offerta chiara, appetibile e semplice da prendere al volo.

  4. Mmmmm questo post è “succoso” 🙂

    Personalmente ho creato ed amministro due forum. Si tratta di un forum locale (sulla mia città) e WMF dedicato al web marketing. Tutti e due i forum sono gratuitamente consultabili.

    E’ molto interessante la case history del forum di problogger e credo che creare una community a pagamento comporta certamente difficoltà aggiuntive rispetto alla creazione di un forum ad iscrizione gratuita.

    Tuttavia credo di conoscere alcune delle maggiori difficoltà legate al lancio di un forum che ho circa un anno fa raccolte in un apposito ebook.

    Gran parte delle difficoltà riguardano i seguenti elementi:

    1. La definizione dell’argomento. Sembra banale ma la definizione dell’argomento dovrebbe seguire un’attenta analisi della domanda e della concorrenza… un pò come si fa solitamente per il lancio sul mercato di un qualsiasi prodotto o servizio. Il rischio sta ad esempio nell’aprire un forum molto simile ad altri già avviati e quindi mettersi all’inseguimento del primo in classifica 🙂

    2. Il contenuto. Se apri un blog e ci fai 50 post sembra già bello pieno… Se su un forum ci scrivi 50 topic dà l’impressione di esser deserto. Prima di lanciare WMF l’ho tenuto chiuso per mesi… il tempo necessario per scriverci una importante mole di contenuti utili in modo tale da non farlo apparire vuoto.

    3. Tempo e fegato. Se non sei nessuno come me per lanciare un forum ci vuole un gran fegato, pazienza da vendere e tanto tanto tempo.

    Detto ciò credo onestamente che la case history di Rowse non possa esser davvero strategicamente utile a chi non possiede (e parte direttamente) con un seguito come il suo. Credo che la vera differenza, specie in termini di tempo per lancio, la farà proprio il suo essere già popolare ed apprezzato.

    Se vuoi far partire un forum quando non ti conosce nessuno sono davvero cazzi amari 🙂 (scusate il termine). Se poi si intende costruire un forum a pagamento credo sia ancora più difficile. Poi come al solito tutto dipende dall’obiettivo che ci si pone… che va definito a priori insieme all’argomento del forum.

    Ciao Fra 🙂

  5. Concordo sul fatto che partire da zero, specialmente oggi come oggi in cui ci sono già tantissimi forum su tantissimi temi e blog che spesso aiutano a cercare quello che ti serve a volte anche meglio, è molto difficile.. il forum che ho fondato tre anni fa era ed è in parte ancora su un tema di “nicchia”.. ma specializzandoci solo in quello di cui si parlava (oltre all’aiuto di blog di supporto) oggi siamo a quota 3mila iscritti e un numero interessante di visite, nonostante la scelta inizialmente considerata poco popolare di obbligare chiunque a iscriversi anche solo per leggere le discussioni. Ad oggi consultandomi anche con i moderatori che mi danno una mano a portare avanti il progetto, alla fine abbiamo ceduto e siamo tornati ad offrire un forum liberamente consultabile senza registrazioni.. salvo ovviamente l’obbligo per chi vuole scrivere. Non so se è stata o sarà una decisione saggia, di certo di concorrenza ce ne è sempre tanta, specialmente su web, dove non esistono monopoli o duopoli.. e dopo le tante richieste ricevute abbiamo fatto questo piccolo grande cambiamento. Perderemo indubbiamente molte nuove registrazioni.. e forse ne ricaveremo solo un leggero aumento di visitatori occasionali. Il tempo ci saprà dare delle risposte.. 🙂
    Unica regola che credo valga per tutti i forum, specialmente al debutto, è quella di non riempirlo di inutili categorie prive di contenuti.. piuttosto aprire solo poche discussioni chiave e ricche di argomenti con cui interagire con i primii iscritti.. poi.. se son rose, come si suol dire, fioriranno e tutto il resto viene da solo..
    Devo dire che questo post di Francesco si è arricchito di interessanti spunti per tutti 🙂

  6. Salve!Ho aperto un blog nel 2013 che parla arredamenti,design interno e le questioni connesse.Fino adesso gli visitatori sono aumentati mese per mese,e adesso ti chiedo se e necessario aprire un forum.Il blog e ideepratiche.it.Grazie