Brand protection. come puoi sfruttare i tuoi domini parcheggiati?

Leggevo ieri un articolo di Darren Rowse che riportava alla luce un’annosa domanda: quando e se vale la pena di assicurarti le estensioni .com e .net del tuo dominio?

La questione alla base è semplice.

Hai una grande idea.

La tua idea si concretizza in un brand o in un progetto.

Il tuo progetto richiede uno spazio univoco al quale i tuoi potenziali utenti si possano riferire senza fraintendimenti.

E dato che il web è sempre più affollato di ottime idee, cercare di proteggere la propria con ogni mezzo ragionevole non è più una semplice opzione quanto una scelta necessaria.

Se all’inizio sembra uno sforzo inutile, cercare di prevedere le mosse di competitor che ancora non esistono è fondamentale per mettersi al riparo da situazioni spiacevoli. Dopotutto, a prescindere dalle somme di denaro investite, sapere che sul corrispondente dominio .net o .com di turno risiede qualcuno che cerca di acchiappare il tuo stesso target non è mai una cosa allettante (e rappresenta un rischio concreto). Lo stesso discorso vale per le omonimie quando il nome a dominio è in effetti il tuo nome e cognome.

C’è da dire che noi italiani rispetto alla duplice scelta di Problogger probabilmente stiamo messi ancora peggio 😉 con i domini .it ed eventualmente .eu a complicare le cose. Tuttavia una cosa mi ha colpito dell’articolo di Darren: il fatto cioè che affrontasse il problema con la classica visione più ampia.

La domanda chiave era: perché continuare a vedere la questione della protezione del brand solamente come un “acquista più domini che puoi e sfruttali come un grosso imbuto verso i tuoi contenuti principali” ?

E’ una bella limitazione, se ci pensi.
Una limitazione che quasi sempre non è imposta da nessun altro se non da noi stessi.

Perché non ipotizzare che le versioni .com o .net rappresentino una sorta di presenza alternativa (e coordinata) facente capo allo stesso progetto?. Prendi ad esempio l’iniziativa “31 Days to Build a Better Blog” di Problogger.net, che dispone di un forum dedicato proprio sull’equivalente Problogger.com.

Ognuno può decidere di agire come meglio crede, questo è certo.Tuttavia il mantenimento di un anno di dominio spesso viene venduto a meno di 10€, e una simile scelta può salvare da numerosi grattacapi quando le cose iniziano a girare bene.

E’ una mossa saggia, che spesso può portare a soluzioni interessanti quando si raggiunge la giusta esperienza e si decide di espandere la propria visione, sganciandosi dal semplice redirect per offrire ancora più contenuti ai tuoi lettori.

Il caso dell’omonimia mi tocca da vicino, come avrai potuto immaginare 😉

Che ne pensi? Hai già protetto i domini più comuni relativi al tuo blog? E hai mai pensato che potessero offrire qualcosa di più di un semplice redirect?

foto: HAMED MASOUMI

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

3 commenti

  1. Ciao Francesco, ho registrato proprio ieri EfficaceMente.it: l’idea iniziale era quella dell’imbuto, ma leggendo questi 2 articoli (Darren e il tuo) mi sono detto: perché limitare le opzioni?

    Grazie per l’ispirazione.

    Andrea.

  2. Sarà che non uso mai i segnalibri e che ricordo a memoria tutti i siti che veramente m’interessano, ma ingenuamente ho sempre pensato che fosse una buona pratica registrare le altre estensioni e le varianti del nome di dominio, solo per dare delle alternative più facili da memorizzare o evitare errori 🙂