Sopravviveresti a un blog senza commenti?

Gratificazioni

Blog senza commenti

Si scrive spesso di come i commenti siano l’anima dei blog.
Hey, io stesso l’ho scritto così tante volte che quasi sembra banale ripeterlo.

Avere un blog è per prima cosa interazione. Con il resto dei blog, con il resto delle persone. Che commentando aiutano il blog a crescere, il brand in questione ad aumentare la propria visibilità (anche se di brand veri e propri talvolta non parliamo) e i lettori a sentirsi parte integrante di una relazione impostata sullo stesso livello.

E c’è anche una parte di semplicissima gratificazione. Ho bisogno di sapere se ciò che scrivo genera un qualche tipo di reazione, anche di “pancia”, o se passa inosservato.

I commenti mi servono per capire come scrivere meglio, in maniera più pertinente per chi legge.

O almeno, questo vale per molti di noi.

Perché poi un giorno torni sul blog di Michael Gray, un SEO, un blogger, che da tempo ha deciso di fare a meno dei commenti sulle pagine dei propri articoli. Per questioni di tempo, gestione e posizionamento dei contenuti oggi Michael gestisce tutte le eventuali interazioni relative ai propri contenuti sui social media, tramite mail, “altrove”.

O sulle pagine di Seth Godin -non proprio l’ultimo arrivato- che tempo fa ha deciso di virare il suo blog esattamente in questa direzione (ma con trackback abilitati). E scopri che le cose non sembrano andargli così male.

Un contenuto alla settimana il primo, un post al giorno il secondo. È nessuna possibilità di commento on-page. Una liberazione, per chi probabilmente dovrebbe altrimenti dedicarci parecchie ore della giornata, o un vincolo auto-imposto di cui con un minimo di pianificazione si potrebbe fare tranquillamente a meno?

Lo notavo due anni fa, in un panorama molto differente da quello attuale. Oggi, con i diversi player “sociali” in gioco, sopravviveresti a un blog senza commenti?

Sopravviveresti ad esso da lettore, sapendo di non poter fare la differenza neppure volendo su quanto hai appena letto? E sopravviveresti da autore, togliendo alla base di tutto, quella percezione, quella gratificazione data dal contatto con i tuoi lettori?

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

18 commenti

  1. Un blog molto visitato potrebbe anche permettersi di non gestire i commenti ma credo che dare ai lettori la possibilita’ di replicare direttamente alla fonte e non attraverso i social network sia vitale per il blog stesso.

    Io ho diverse visite, non moltissime ma so che esistono e so per certo che c’e’ chi legge quanto scrivo ed in particolare alcuni articoli ma l’iterazione e’ bassa e questo mi crea un problema : sto’ facendo qualcosa di utile o no visto che pochi commentano?

    Il commento fa vivere il blog o per lo meno rende sicuro chi gestisce il blog.

  2. Dipende tutto da come si considera la
    pubblicazione di un post.

    Se consideriamo ogni articolo come un frammento comunicativo, che fa parte di un dialogo, allora i commenti diventano assolutamente necessari. Naturalmente da questa scelta dipendono tutta una serie di caratteriste formali del post, come ad esempio l’utilizzo di un linguaggio più coinvolgente.

    Se invece vogliamo fare informazione non abbiamo realmente bisogno di un feedback opinionistico, ma è sufficiente valutare la vitalità della nostra azione e per questo bastano i social
    media. E’ inevitabile poi coltivare il dialogo di cui parlavo prima altrove, ma più per una utilità personale piuttosto che in termini di visite

    I blog per cui lavoro hanno diverse visite ma un basso numero commenti; probabilmente conta
    molto anche il tema trattato.

  3. Credo che sia proprio quest’ultimo il punto, il tema trattato e aggiungerei il luogo di pubblicazione.

    Scrivo di hi-tech su sentio, un webzine che tratta argomenti di attualità. Beh i miei articoli vengono subito dopo quelli inerenti grande_fratello/amici/gossip – sono in seconda a volte in terza posizione per numero di visite – però se guardiamo i commenti sono un disastro.

    Ho provato a scrivere un paio di post su argomenti di attualità – per vedere se ero io il problema – e ho notato che i commenti arrivavano.

    Ho dedotto, quindi, mettendomi l’anima in pace, che i commenti arrivano per tema trattato e luogo di pubblicazione. Se scrivi di social media mktg su un blog di smartphone potrebbe non arrivare alcuna interazione anche se il post è ineccepibile.

  4. Diciamo che il Blog nasce proprio per condividere idee, opinioni ed interagire con i propri lettori.
    Un Blog senza commenti oggi può sicuramente essere una soluzione molto appetibile, visto che la maggior parte del “movimento” avviene sui social media, ma non si tratterebbe più di un Blog.

    Secondo me un Blog senza commenti, non è semplicemente un Blog senza commenti, ma è un’altra cosa. E’ un portale dove vengono pubblicati aggiornamenti, opinioni, news, ma tutto fine a se stesso, un po come alcune testate giornalistiche, molte delle quali non supportano i commenti.

    A questo punto, meglio integrare i commenti sul proprio Blog con il plugin sociale di Facebook (Facebook Comments), in modo da dare a tutti la possibilità di poter commentare e allo stesso tempo di interagire con noi su Facebook.

    Che ne dite?

    1. Mi sembra di capire che il problema soprattutto per determinati argomenti (tecnologia in particolare) e’ piuttosto comune … probabilmente il lettore non si sente di commentare sul blog perche’ “forse” ha paura di trovarsi dall’altra parte qualche strano marziano ..

      Diversamente su Facebook sono tutti ansiosi di dire la propria visione su qualsiasi cosa,

      Facebook Comments che hai citato sembra unire i due mondi qualcuno lo usa abitualmente?

      1. Io ho deciso di usarlo, pur sapendo di perdere qualche possibile commentatore, per il sito che gestisco , anche per una questione di evitare facili raggiri/offese visto che si parla di calcio 🙂 .. qualcuno sa dirmi come si trova con Disqus ..
        Per l’argomento del post direi che mi trovo sulla stessa linea di pensiero di Riccardo Cruciani , se decidi di fare un blog perchè vietare i commenti ? … la questione tempo scusate ma mi sembra una banale scusa/strategia …
        oppure possiamo vederla sotto il punto di vista dei lettori … piace ancora così tanto commentare ??

  5. Un blog senza commenti è come una pantera senza una gamba: grandi potenzialità ma con una forte menomazione. Un tantino azzardato come confronto? Forse…

    Ovviamente ci sono dei casi che escono fuori da questo discorso per diversi motivi: basta individuare i tuoi obiettivi ed essere sicuro che la strada senza commenti sia quella giusta.

    Poi ci sono i casi da non imitare assolutamente. L’ultimo in ordine di tempo: un blog contro le bugie che circolano sulla giunta Alemanno con i commenti chiusi… alla faccia del pubblico confronto!

  6. Il mio blog, iApp Blog, ha pochissimi commenti… È normale una cosa del genere? È da quasi un anno che l’ho aperto e non so proprio cosa fare…

  7. Beh discorso interessante. Credo che Seth col suo blog sia sempre stato molto impostato sul fatto di utilizzarlo come canale di output piu che di input da parte degli utenti.

  8. il discorso è senza dubbio interessante, in linea di pensiero generale mi trovo d’accordo con Alberico: un blog molto visitato potrebbe non aver bisogno di commenti.
    Ma continuerebbe ad essere un blog?

    Parto dal presupposto che non mi piaccciono i commenti tramite plugin tipo (facebook comments), credo che un “vero” blog, quello personale di tutti noi debba avere i commenti by design, anche solo per sapere di essere stato utile e per sapere che quello che hai scritto è stato letto e (forse) capito. Io la vivo così pubblicandi tip di informatica apprezzo quando un lettore mi lascia anche un banale “grazie” oppure “sei stato utile”

  9. Anch’io mi trovo nella situazione opposta a quella descritta nell’articolo. Il mio blog è abbastanza frequentato, molti vengono da motori di ricerca e si iscrivono persino alla pagina facebook collegata. I commenti però stentano ad arrivare e con essi anche quel minimo di gratificazione che spinge ogni blogger a continuare…

  10. Infatti, il punto potrebbe essere proprio: “se non si ricevono molti commenti semplicemente perchè l’argomento del quale parliamo non ce lo consente, potremmo sfruttare il motore sociale per ri-distribuire l’informazione all’interno”

    Ho notato per esempio che molti Blog lasciano l’opportunità ai lettori di commentare sia attraverso il “facebook comments” sia attraverso i commenti nativi del tema lasciando piena libertà al lettore di commentare solamente, o commentare e condividere simultaneamente un articolo.

    A questo punto piuttosto che non avere affatto la possibilità di commentare, preferirei avere queste due scelte ben distinte e separate, e poter scegliere di lasciare commenti fine a se stessi o meno, a seconda dell’argomento e del commento che ho intenzione di scrivere.

  11. Un blog è tale perchè permette la bidirezionalità.
    Se un blog non permette commenti non entra nei miei preferiti; non devo commentare per forza, ama se voglio dire la mia devo sapere di poterlo fare.

    Per alcuni blog che seguo, la qualità e profondità dei commenti, addirittura è sovente superiore qualla dell’articolo iniziale. Certo, poi ci sono anche blog dove i pochi commenti sono per dire “sono daccordo”, ma per fortuna è un fenomeno in decadenza da quando ci sono i social.

  12. Ad esempio le testate che operano nel settore della farmacia (Il settore dove è posizionata la mia rivista online) non permettono assolutamente il dibattito ed hanno i commenti chiusi. Mentre sul nostro wordpress i commenti si sono rilevati fondamentali per accendere le discussioni e fidelizzare gli utenti.

  13. Io ho un bloggettino, creato più che altro per il gusto di averlo e per raccogliere un po’ di informazioni e condividerle. Commenti pochissimi, quasi niente e pensavo che il blog, volse visitato per sbaglio, ma che la maggior parte dei lettori ci capitasse per “sbaglio” e non trovasse nemmeno molto interessanti i contenuti, per altro postati piuttosto incostantemente. Poi ad un certo punto ho iniziato a ricevere delle telefonate di persone che, avendo letto il mio blog, mi chiedevano dei consigli a proposito di quale compatta acquistare, come organizzare un servizio fotografico matrimoniale, con quale attrezzatura etc.
    Voi che siete esperti, come spiegate una cosa di questo tipo ? Io non la reputo necessariamente negativa, ma secondo quello che leggo (non solo qui), piuttosto insolita.
    Come posso gestire la cosa e magari sfruttarla a mio vantaggio ?
    Grazie in anticipo per le vostre opinioni.
    Andrea

  14. Credo che qualsiasi cosa scrivo sul mio blog abbia come scopo quello di essere letta, altrimenti non perderei il mio tempo. I commenti sono la logica conseguenza! Certo, sn contento se ho migliaia di visualizzazioni, ma cosa me ne faccio se nessuno mi dá riscontri? Piuttosto preferisco un commento negativo .

  15. Mi sto interrogando anch’io sulla natura del mio blog. Tratta di viaggi in versione “scambio di casa”; l’argomento è un pò particolare e di certo non interessa tutti, ma forse al blog sto dando un taglio più di cronaca che di interazione con i miei lettori, che certamente non sono molti (essendo, tra l’altro, il blog neonato da una settimana circa…).
    Però la domanda è: che direzione prendere?
    Grazie dei suggerimenti!
    lacasainscambio.blogspot.it