Di aggiornamenti multipli, status update e (ri)pubblicazione di contenuti tra i social

In morte dell’unicità del network e dell’utenza

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Lo ammetto, sono sempre stato piuttosto scettico verso tutti quei tool che mi promettevano di aggiornare i miei status sparsi sui vari social network con un click o poco più.

Ho schivato più volte servizi come ping.fm e relativi cloni che strillavano “Update all of your social network at once!”.

No grazie. Anche oggi con vere e proprie social media dashboard a disposizione come TweetDeck o il rinnovato HootSuite non ne sento il bisogno.

Non sento il bisogno di risparmiare una manciata di secondi scegliendo di sparare lo stesso update (o contenuto, o link, o immagine, o video) a tutti i miei contatti su tutti i miei network, indiscriminatamente.

Perché sono convinto di un semplice fatto. Gettare tutto nel calderone e collegare tra loro aggiornamenti a Twitter, Facebook, LinkedIn e chi più ne ha più ne metta è sicuramente possibile. Con un minimo di setup anche il meno abile dei blogger potrebbe ottenere un risultato efficiente.

Solo, non è affatto rispettoso dell’utenza di ciascun network.

Mi viene in mente Chris Brogan, quando a fine maggio titolava “Keep LinkeIn Clean“. Tieni pulito LinkedIn. Pulito da tutti i tweet che parlano di mondiali, di pizza, di politica e di cose che, con quel relativo network non hanno la benché minima attinenza.

Non è solo un gesto “gentile” o “etico” nei confronti di persone che scelgono di seguirti in un determinato posto perché sanno che potrai contribuire attivamente a migliorare la loro esperienza di fronte al monitor (se non più semplicemente il tempo che ti dedicano). È invece questione di capire che le cose fatte bene, con i social, sono quelle …certosine. Ritagliate su misura attorno a precise esigenze. Ambiti in cui lavorano più la mente e il cervello che non i soli strumenti.

Dove non basta pigiare un grosso ipotetico pulsante rosso per ottenere attenzione. 🙂

Se ciò richiede di comunicare di meno (ma meglio) allora ben venga.

Se ciò comporta il vedere sparire masse di update tutti uguali tra loro, spesso sgrammaticati e che nulla lasciano più intravedere del contenuto originale dopo chissà reiterazioni, tanto meglio.

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

8 commenti

  1. Concordo assolutamente, il lavoro manuale alla fine si fa sempre preferire! Poi bisogna capire che Facebook lo si usa per certe cose, Twitter per altre, Friendfeed più o meno come Twitter, e LinkedIn per altre ancora! 😀

  2. Sacrosante parole Francesco! Sai bene che ho a che fare quotidianamente con queste cose e sono del tutto d’accordo nel pensare che ogni social network necessita un diverso stile nella comunicazione: facebook è letto da persone di un certo tipo e puoi allegare immagine, friendfeed a sua volta ha un pubblico tutto suo, su twitter devi condensare in 140 caratteri tutta una storia (senza img)..cmoe fare ad aggiornare tutto in una volta sola??

    (quasi quasi scrivo anke io 2 cosette su qst argomento!)

    1. Senza contare che molto spesso una buona discussione può attecchire su un social e venire completamente ignorata su un altro (anche quando questo condivide molta della stessa utenza). Alcuni ambiti, come Facebook, si prestano discussioni di più ampio respiro (come diceva il sondaggio che avevi proposto qualche tempo fa, “più giocoso”, Twitter predilige spesso l’intuizione del momento o il brevissimo inciso.

      Ben vengano i tool per dare uno sguardo a 360° e magari lavorare più in fretta che sulle rispettive homepage, ma uniformare il messaggio con successo con strumenti automatici la vedo proprio difficile.

  3. Sottoscrivo pienamente !
    Oltre alla mancanza di rispetto verso gli utenti del social network e l’inevitabile abbassamento della qualità – usare quel tipo di tool può esser valido solo per i morbosi della super voglia attenzione che sfocia molto nell’esibizionismo !

    Cosa importa ai nostri “clienti” della nostra opinione sulla partita?
    Mentre interessa sicuramente ai nostri amici.

    Social non vuol dire: tutto e per tutti subito.

    1. Che è uno dei motivi per cui, pur pubblicando comunque tweet estremamente focalizzati, ho deciso di rimuovere la sincronia automatica da Twitter verso LinkedIN. 🙂 Sono convinto che su quest’ultimo sia molto più interessante limitare i contributi a qualcosa di più “formale” (ma non è la parola giusta) piuttosto che riversare ogni link e blog che stimola il mio interesse.