Cos’è successo all’Edgerank e cosa significa per un piccolo brand su Facebook

Consapevolezza

Cosa significa l'aggiornamento dell'EdgeRank per i brand su Facebook

Mettiamola giù semplice.

Da qualche tempo, se premo Mi Piace sulla pagina fan di un qualche brand, vedrò sulla mia bacheca meno post di quel brand rispetto a quelli che vedevo sino a qualche mese fa.

E questo lo ha deciso Facebook.

Ora, si stima che fatto 100 il totale dei post che si leggono sul proprio stream, l’80% di questi sia organico e il restante 20% sia a pagamento. Facebook, nell’ultimo aggiornamento del 20 settembre all’EdgeRank è andato a ridurre in maniera sensibile il numero di aggiornamenti “naturali” visibili dagli utenti.

La Reach, insomma.

C’è da dire che con sempre più pagine e con sempre più proposte di contenuto originale, era lecito aspettarsi una progressiva fisiologica diminuzione del traffico dalla Reach. Se gli utenti crescono in maniera lineare, all’aumentare in maniera esponenziale di pagine & contenuti, l’attenzione per ciascuno di essi non può che diminuire.

L’attenzione è un bene limitato e non si può cliccare tutti, che diamine. 🙂
È solo che a quest’ultimo giro, Facebook sembra aver posto dei paletti tutt’altro che trascurabili.

Facebook ha un problema: è un’azienda quotata in borsa.

E a Wall Street non interessa poi granché se il pupillo di Zuckerberg cambia o ha cambiato il modo in cui le persone si relazionano tra loro in rete. O se ha creato dei paradigmi di navigazione che rimarranno o forse no negli annali.

A Wall Street interessa se fai soldi, e quanti ne fai.
Così che gli investors siano belli contenti.

Già da parecchio i Facebook Ads hanno manifestato la loro inadeguatezza nel soddisfare le esigenze di cui sopra, obbligando il team di Facebook ad andare alla ricerca di nuovi modi per recuperare la tanto agognata carta di credito dell’utente.

E così eccoci qui.

Con un’ennesimo ritocchino all’EdgeRank che riduce il numero di risultati naturali che una pagina fan riesce a scaricare nelle bacheche dei propri fan. Che ti spinge a pensare a come andare a raggiungere chi manca in maniera semplice e infallibile: pagando.

Torna tutto meglio, ora?

Facebook sta diventando a tutti gli effetti un network dove il “Pay to Play”, come direbbero con un po’ di accento a scelta, è d’obbligo. Dove non solo più l’innesto pubblicitario è -giustamente- a pagamento su un substrato completamente gratuito, ma dove le stesse naturali meccaniche del network hanno sempre più bisogno di bezina (budget) per funzionare in maniera …adeguata.

È giusto?
È sbagliato?

Difficile a dirsi.

Chi ci perderà?
I piccoli brand.

Ci perderanno quei piccoli brand che da sempre sono stati restii a investire economicamente nella loro presenza sui social media. Intendo investire realmente, al di là del tempo speso nella normale gestione quotidiana. Quei piccoli brand che si vedranno messi alla strette sempre più da una lotta impari verso chi questo budget è ben motivato a investirlo.

Difficile che si torni indietro.

C’è chi dice che tutto ciò gioverà alla qualità dei contenuti promossi a pagamento. Non ne sono così sicuro. E chi dice che sarà la progressiva fine delle agenzie di social media marketing. Non ci metterei la firma.

Sarà sicuramente un boccone di amara consapevolezza per chiunque pensasse stessimo ancora giocando. Tu che dici? 🙂

foto: ©gunnar3000 – DepositPhotos

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

8 commenti

  1. Secondo me sono fasi di un’evoluzione naturale. Le agenzie ci saranno ancora per un bel po’, i brand (lo vedo coi miei occhi) non sono ancora in grado di gestire autonomamente la loro parte social, oppure non hanno voglia di farlo e demandano alle agenzie

    Vedo comunque una gran confusione in questa fase, uno standard di comunicazione social ancora non si è affermato, siamo secondo me ancora in fase pionieristica.

  2. Ottimo spunto di riflessione. Io già credevo pochissimo nella piattaforma ads di facebook. In più sta chiedendo sponsorizzazioni anche ai post dei profili privati (basta che uno è amministratore di una pagina) cosa veramente odiosa. La pubblicità nei profili sul cellulare è invasiva e ripetitiva (almeno nella app ufficiale di android) e si rischia anche se si investe poco di ottenere l’effetto contrario. Sinceramente dal nostro punto di vista su Facebook ci stiamo perché dobbiamo starci per offrire un ulteriore canale di assistenza e pr ma abbiamo concentrato l’investimento pubblicitario in altri canali.

  3. Acciderbolina!

    ho provato facebook Ads per 6 mesi buoni: per quanto si possa utilizzare al meglio e far calare il costo per singolo clic NON funziona. E questo facebook lo sa. E ci gioca sopra!

    Fra un pò di tempo, se i servizi ADS non cambiano in maniera radicale, non investiranno piu’ nemmeno i grossi brand. Anche un bambino si accorgerebbe di quanto è farlocco.
    E poi ci sono tanti altri metodi non a pagamento e soprattutto Leciti per far conoscere su FB la propria attività

    Hanno fatto bene inoltre a fare questa modifica dell’Edgerank. L’hanno fatta per invogliare a spendere soldi, ma involontariamente sta servendo solo a far creare piu’ gruppi e liste private

  4. Ciao,
    purtroppohai ragione: internet sta sempre più diventando “un paese per ricchi”, nel senso che i piccoli/piccolissimi brand,c he non possono permettersi di investire in pubblicità e/o in un piano di content marketing ben curato avranno sempre di più la peggio… e questa tendenza mi piace sempre meno… purtroppo al momento non ho idea di come risolverla o fargli ronte? suggerimenti? Intanto parlarne fa sicuramente bene 🙂 Mi piacerebbe che almeno internet rimanesse un luogo in cui anche chi non ha grosse cifre da spendere può comunque “sfidare” e “confrontarsi” con chi quei soldi ce li ha…
    Grazie, ciao!

  5. Andavo spesso ad un campo di basket vicino a casa mia, quando ero piccolo. C’era un casino di gente, eravamo tutti lì.
    poi qualcosa cambiò, recintarono il campetto e fecero un tornello con un ingresso a pagamento.
    Cambiammo campetto da basket.

  6. Alla luce dei recenti aggiornamenti di Facebook, sembra che abbiano voluto mettere un “riparo al danno fatto”, con la possibilità, da parte del fans, di sottoscrivere le notifiche della pagina, in modo da “superare” il problema Edge Rank ed avere il pieno controllo dei contenuti della pagina “gradita”. Convengo con coloro che hanno affermato che la modifica del Edge Rank sia qualche cosa di “fisiologico” ed anche di indispensabile, dato che oramai si tende dare il “Mi Piace” a qualsiasi pagina che ci venga proposta da amici o conoscenti, senza poi conoscerne neppure i contenuti. Chiaramente in questo caso il famigerato ER non passerebbe i filtri e non procurerebbe danni alla timeline del fan con inutili post …
    Ora il problema penso sia un altro e totalmente a carico dell’amministratore della pagina: convinceree il fan a sottoscrivere questo “Ricevi Notifiche” che tanto rumore sta provocando in gruppi dedicati al Social Media…