Di startup e buone idee: 7 domande a Davide de Guz, CEO di ClickMeter

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Francesco Gavello intervista Davide De Guz, CEO di ClickMeter

Di servizi per comprimere gli URL, dai tempi in cui in Twitter non entravano lunghi indirizzi, è pieno il mondo. Ci sono stati – e ci sono ancora – Bit.ly, StumbleUpon, Google. Eppure, seguendo l’ottimo adagio del “c’è sempre spazio per farlo meglio”, c’è una startup tutta italiana che sta raccogliendo successi e clienti in tutto il mondo.

Ho posto a Davide De Guz, CEO di ClickMeter una manciata di domande. Lui mi ha risposto e mi ha fatto scoprire quello che senza dubbio è lo strumento oggi più efficace per tracciare i propri link in giro per la rete.

Se devi comprimere uno o due link sporadicamente, forse Bit.ly o Goo.gl faranno al caso tuo. Se vuoi impostarci vere campagne di marketing, prova a leggere poco più sotto. 🙂

1. Essere una startup profittevole è qualcosa che molti sognano e in pochi raggiungono: con il senno di poi, cos’ha fatto la differenza?

Ciao Francesco, quando hai un’idea oltre a lavorare con costanza e passione è molto importante misurare i risultati di ogni azione, presto ed in modo più onesto possibile. Hai un’idea, la implementi, la testi, la misuri.

Prima lo fai meglio è. Se poi funziona vai avanti altrimenti aggiusti il tiro (pivoting). I rischi più grandi sono quello di innamorarsi dell’idea e quello di correre dietro ad occasioni temporanee perdendo di vista l’obiettivo primario.

2. L’url shortening non è, dai tempi di Bit.ly, un tema nuovo ed è stato affrontato da molti (tra i tanti, StumbleUpon, con su.pr e Google con goo.gl) in modi diversi. Come avete identificato una leva vincente per il vostro servizio?

Il punto di forza di ClickMeter è sempre stato il servizio di tracciamento avanzato.

Rispetto ai competitor misuriamo molte più informazioni sui click. Ad esempio, nessuna delle aziende che hai nominato misura le conversioni. Siamo quindi uno strumento più adatto a chi fa marketing professionalmente invece che semplicemente short links.

3. Il progetto ha vissuto una sua fase di MVP? Come avete capito come “ingranare la marcia” distribuendo energie tra lo sviluppo di nuove feature e la necessità di ricevere visibilità?

In questo non siamo stati molto bravi, all’inizio ci siamo molto focalizzati sul creare un buon prodotto invece che fare marketing. È un errore!

Le risorse per il marketing devono essere almeno il 50% del totale. Fortunatamente il prodotto è piaciuto molto e sono stati gli stessi clienti a diffonderlo con il passaparola.

4. Quale presenza sociale ha portato più riscontro da parte del vostro target?

ClickMeter è utilizzato molto da chi lavora con Facebook e Twitter, noi abbiamo fatto marketing principalmente attraverso i contenuti del nostro blog. Rispetto a Facebook preferiamo aggiornare i nostri utenti via Twitter.

5. L’assistenza ai clienti è un aspetto importante per un servizio di questo tipo. Come districate il supporto tecnico? Quanto contano i social network?

Per ClickMeter l’assistenza ai clienti è veramente molto importante. Offriamo vere e proprie consulenze online 24h su 24 e quasi ogni giorno dell’anno. Ci sono 5 persone che fanno assistenza da Roma, Toronto, San Francisco e Singapore.

Utilizziamo Zendesk e forniamo risposte via email, telefono e chat. Raramente interagiamo via social network: il nostro cliente vuole un contatto più diretto, più realtime e umano.

6. C’è qualcosa che, semplicemente, nel tempo non ha funzionato – nel modello di business, nella comunicazione, e vi ha imposto di affinare il tiro?

Il nostro problema principale è stato quello di raccontare il servizio nel modo giusto. ClickMeter permette di fare moltissime cose, ma non possiamo desciverle tutte in pochi minuti. Per questo abbiamo creato video, blogpost, infografiche etc….

E stiamo continuando a lavorare per raccontare nel modo migliore possibile tutto quello che facciamo.

7. C’è qualcosa che nessuno ti ha mai chiesto in interviste come questa e che hai sempre voluto raccontare? Ecco. Questo è il momento!

Nelle interviste passate mi hanno chiesto quasi tutto. Ma nessuno mi ha mai chiesto se esistesse un posto ideale dove vorrei lavorare.

La risposta è che questo posto purtroppo non esiste. Mi piacerebbe continuare a vivere in Italia per il clima, la natura e la storia, in Irlanda per la poca e semplice burocrazia che permette di fare impresa più semplicemente e in California per l’abbondanza di persone di talento nel mondo Internet.

Comprimi e traccia

Davide e il suo team hanno messo a disposizione un codice promo per i lettori di FrancescoGavello.it: è sufficiente scegliere un qualunque piano e inserire FGAVELLO20 in fase di checkout.

Un costo contenuto e la possibilità di crescere con te nel tempo. Merita più di un’occhiata, non credi? 🙂

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

2 commenti

  1. Conoscevo già Clickmeter, ma non sapevo fosse una startup italiana: complimenti al team per aver dimostrato che anche gli italiani sanno innovare! 🙂