7 stereotipi di utenti su twitter e del perché non servono per costruire il tuo network

7 Stereotipi di utenti su Twitter e perché nessuno di essi serve a costruire un network solido. Ti riconosci in alcuni di essi?

Chi legge spesso questo blog sa quanto reputi interessante Twitter.

Non solo un simpatico passatempo, credo che il pennuto blu sia un ottimo modo di solidificare relazioni, di forgiarne di nuove e (cosa non da poco) di poter essere discretamente utili ai propri lettori in maniera assolutamente non invasiva.

Ma nonostante ciò Twitter è anche un (non)luogo in grado di generare situazioni poco ortodosse, alcune delle quali documentate minuziosamente poche righe più in basso.

Se il principale scopo di Twitter è di intrecciare relazioni, beh, allora si potrebbe dire che esistano sette stereotipi di utenti che fanno di tutto per evitare che ciò accada davvero.

Ecco i loro identikit! 😛

1. “No-Following”

Più comune di quanto si creda, spesso questo utente coincide con qualche account aziendale del nuovo brand votato a lanciarsi su Twitter “perché ci avvicina al target”.

Semplicemente, se il tuo following count rimane a zero e quello dei tuoi followers cresce in maniera esagerata, penserò che non hai nessuna intenzione di ascoltare cosa io ho da dirti. E passerò oltre.

2. Tester

Questo utente possiede la capacità di mutare forma nel giro di una mezza giornata. Ogni suo tweet è diverso dal precedente. Ora twitta in italiano, subito dopo inizia a postare la Divina Commedia a botte di 140 caratteri, poi riparte per la sua strada con una sessione di newsmastering inglese.

Il tester è come uno scienziato pazzo. Costantemente in cerca di una nuova applicazione di terze parti o di un nuovo modo di spingere al limite il proprio network, questo tipo di utente rischia facilmente di apparire incostante, inaffidabile, e per questo di vedere limitata di parecchio la propria capacità di creare relazioni durature.

3. @Reply Maniac

Colui che si fregia del titolo di “@reply maniac” è facilmente riconoscibile dalla quantità abnorme di discussioni che riesce a generare verso i suoi contatti. Solitamente dotato di una rosa di following molto ben fornita, questo utente riesce a spedire reply praticamente in tempo reale a qualunque utente posti qualcosa che soltanto sfiori la sua sfera di interesse.

Niente di male, se non che tutto questo rende le cose molto più simili ad una chat in differita (senza i vantaggi di una chat) e le priva del contenuto originale che ogni tanto ci si aspetterebbe di trovare nella timeline di un account.

4. Rullo Compressore

Il Rullo Compressore va avanti per la sua strada, costi quel che costi. Se oggi ha deciso che mezzo mondo deve sapere cosa sta ascoltando sulla sua web radio preferita, ecco spuntare venti diversi tweet all’ora a distanza di tre minuti l’uno per l’intera giornata. E non c’è verso.

E’ utente che può costare molta fatica seguire. A meno di non sfruttare qualche buon client per masticare il notevole flusso di informazione che questo utente riesce a generare, ciò che accade dopo pochissimo tempo è un unfollow per pura autodifesa. Pericolosissimi se accoppiati ad applicazioni di terze parti che li rendono in grado di postare ulteriori update automatici quando non direttamente presenti.

5. Impulsivo

Diciamolo: Twitter è bello perché dopotutto permette di pubblicare del contenuto online senza troppi pensieri. Ma in quei 140 caratteri che ci troviamo a spedire possono risiedere talvolta considerazioni “spinose”.

Nella foga della discussione o durante la giornata sbagliata (anche con la giusta interpretazione) questi tweet possono diventare mine vaganti.

Dieci secondi dopo il tweeting sono già stati dimenticati. Due giorni dopo ti stanno facendo perdere utenti, passando un messaggio totalmente diverso rispetto a ciò che fai (e a come ti comporti) online.

Ecco a voi l’impulsivo; ovvero, colui che non posta con la testa.

6. App Lover

Temibile nemico di tutte le timeline ordinate o perlomeno comprensibili, un App lover può riuscire a generare un flusso di tweet in grado di uccidere qualsiasi discussione senza nemmeno dover premere un tasto.

Nell’ottica di voler apparire perennemente “online, connesso & interattivo”, questo utente riesce ad iscriversi a qualunque servizio sia in grado di rimbalzare su Twitter la sua intera presenza online.

Scopriamo così i rimandi alle decine di commenti al suo blog piuttosto che le ultime fantastiche canzoni ascoltate online. Il suo ranking all’interno dei più recenti social game o i resoconti degli ultimi tool di statistica e “user suggestions”. Senza dimenticare i numerosi servizi di pseudo-monetizzazione che cercano di farcire il tutto con qualche advertise.

7. Network builder

Capiamoci, le figure raccontate poco sopra non sono poi così male in senso assoluto.

E’ che solitamente simili esperimenti al limite del comprensibile vengono portati aventi con il proprio account principale, considerando Twitter un media minore e quindi meno influente sulla propria reputazione online.

Ma se per costruire qualcosa di buono serve tempo, per incasinare ogni cosa ne basta veramente molto meno.

Se hai intenzione di fare di Twitter la tua piattaforma di sperimentazione, allora prendi anche in considerazione l’idea di aprire un account di servizio (magari non troppo legato al tuo blog). Se invece stai mirando a costruirti un nome (e possibilmente dell’autorevolezza legata ad esso), allora potrà bastare restare recettivo nei confronti dei tuoi follower, rimanendo presente più sulla qualità che sulla quantità.

Un network solido (e sottolineo solido) si costruisce un passo alla volta, selezionando i propri contatti per lo scambio di contenuti che puoi avere con essi e non giocando sui semplici numeri.

foto: Koshyk

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

12 commenti

  1. Inizialmente snobbavo twitter ma poi mi ci sono appassionato tanto da usarlo molto di più di facebook. Solo che non so se io lo uso in modo “adeguato” oppure no..mi diverto a scrivere quel che mi passa per la testa oppure quello che sto facendo (poi ho il plug in che scrive in automatico cosa ho postato sul blog)..al momento non mi interesso molto di creare discussioni anche perché non so che dovrei dire per lanciare una discussione interessante ma magari con il tempo imparerò a sfruttare a dovere questo servizio 😀

    Però mi diverto molto leggendo quello che pensano gli altri e poi mi torna utile come “lettore feed” visto che diversi contatti pubblicano i link dei loro ultimi post che giudico tutt’altro che invasivi. Utile, molto utile sto servizio.

  2. Anch’io mi trovo d’accordo su questa analisi da te effettuata Francesco.
    Da un po’ di tempo utilizzo twitter in maniera più precisa e coerente alla mia attività di blogger e sto iniziando ad avere molti riscontri positivi (anche grazie all’utilizzo del client TweetDeck conosciuto sul tuo blog)

    Credo che Twitter sia veramente un ottimo strumento per restare aggiornati sui propri interessi e se si riesce a costruire un network solido si iniziano ad apprezzare sul serio tutti i suoi vantaggi.

    A volte mi capita di essere aggiunto da utenti, il cui scopo è quello di vendere i propri prodotti e il proprio lavoro. La trovo una tecnica piuttosto invasiva e sinceramente dopo un iniziale follow di solito passano pochi giorni e procedo con l’unfollow. Magari un altra categoria da non seguire potrebbe essere questa dei Venditori, caratterizzata da un alto numero di following ed un basso numero di followers.

  3. Aggiungerei un ottavo tipo: lo Spammer. Followa 4000 diversi account, ha come avatar una bella bionda prosperosa e posta solamente spazzatutra in inglese.

    Penso si trattino di bot e crawler che cercano in rete i vari account Twitter e li aggiungano indiscriminatamente.

  4. Hai dimenticato la categoria peggiore! I retweetters incalliti! Che re-twittano tutto quello che vedono facendo qualcosa come 10-15 post all’ora! E’ assurdo! Per fortuna ho creato la categoria “Spammers” su Nambu e li ho messi tutti lì dentro. Però per esempio mi costringono a tenere Nambu sempre aperto per via del fatto che non ti è permesso scaricare più di 200 messaggi alla volta. Tuttavia mi conviene in certa misura avere queste persone perchè 1 post su 20 è utile!

  5. @Gian Paolo: hai una nuova mail (ci ho messo un po’ prima di capire che ti riferivi all’avatar)

    Ad ogni modo, bello Nambu che srotola i link compressi in queste situazioni, eh? 😛

  6. Desideravo moltissimo un post su twitter, meno male che è apparso il tuo. Beh, premettendo che uso twitter da un paio di giorni… mi chiedo appunto quale sia il miglior modo di usarlo. I comportamenti che hai tracciato sono forse dei casi estremi; tuttavia c’è sempre il rischio di esagerare, per tutti. Io esprimo questo desiderio: vorrei che le persone che mi leggono fossero contente, e se per caso sbaglio, prima di “abbandonarmi”, mi possono dire se ho fatto qualcosa che non va.
    Ora ho curiosità di vedere come tu twitti! Sono sicura che sarai un buon esempio.
    Un’altra considerazione che mi viene in mente è questa: twitter ha tutto un mondo che gli gira intorno; un sacco di applicazioni e servizi utili che vanno molto oltre il semplice fatto di “dire quello che stai facendo in questo momento”. Credo che questa frase sia un cattivo modo di presentare twitter, ed è forse “colpa sua” se mi sono astenuta dall’usarlo per tutto questo tempo.
    Per concludere: secondo te (e voi), un blogger dovrebbe usare twitter in modo strettamente connesso al suo blog e a quello che rappresenta? O dovrebbe invece usarlo in maniera più libera, giocosa ed informale? Un mix tra le due cose? Grazie per la pazienza col lungo commento (l’argomento mi sta a cuore).

  7. @Elisa: Su questo credo non ti debba preoccupare 🙂 Difficilmente sul pennuto le persone ti abbandonano senza mandare prima qualche frecciatina.

    Tutto sta nel coglierle e, se giustamente motivate, correggere il tiro.

    Riguardo ai modi di presentare twitter, ti linko questo stream su FriendFeed circa il recentissimo servizio che il TG1 ha voluto dedicargli.

    Non passa proprio il messaggio sbagliato, ma è emblematico. 🙂

    Credo poi che il reale valore del seguire un utente su Twitter sia dato dalla capacità di quest’ultimo di fornire un flusso estremamente focalizzato di informazioni su un argomento.

    Il che vuol dire non uscire mai dal seminato e postare solo link e news? Assolutamente no! 😀

    Lo reputo anzi un buon modo di mostrare la competenza riguardo la propria nicchia, svelando soprattutto un po’ della persona che c’è dietro.

  8. Grazie, Francesco. Cercherò di fare un po’ di pratica per usarlo bene, e di trarre spunto anche da come lo usano gli altri. Chi vuole, si senta libero di darmi suggerimenti, qui o su twitter stesso, dove volete. ^^

  9. Dunque possiamo aggiungere l’ottavo stereotipo?
    “quello che evita tutti”
    perchè praticamente hai descritto ogni tipo di utente twitter (e non solo)

    Io penso che sei sei veramente “social” devi accettare tutto quello che arriva, senza creare mondi alternativi o “oasi dell’ascolto”, bisogna accettarlo: la gente parla troppo, è arrogante, impulsiva, deve sempre dire la sua 🙂

    questo è il mondo.

    evitarlo secondo me non ha senso.
    my 2,7 cents.