Twitter vs l’ecosistema

La festa volge al termine?

“L’ecosistema.”

Così vengono chiamati tutti i tool e mashup di terze parti che ruotano intorno a Twitter dal giorno in cui questo rese disponibili le API agli sviluppatori di mezzo il mondo.

Una scelta saggia, sicuramente. Che ne permise l’elevatissima crescita nel giro di pochi anni proprio perché, attraverso quelle API, gli utenti riuscivano conoscere e a interagire con il network in modi e tempi forse neppure ipotizzati dai creatori.

Oggi, l’ecosistema di Twitter è un panorama sterminato di applicazioni (web e non) che interagiscono con la (altrettanto sterminata) mole di informazioni che ruota attorno ad esso. E dell’ecosistema, inteso proprio come ambiente “vivo” e non solo unione di singole realtà separate tra loro, scrivono in molti.

Scrivono in molti soprattuto perché un aspetto sta diventando evidente: l’ecosistema sta acquistando enorme valore. Per chi? Per le startup, che vengono ogni giorno finanziate con cifre a parecchi zeri. L’ecosistema sta fornendo tutti quei tool e servizi che Twitter stesso ha mancato a fornire nativamente per troppo tempo e capitali per niente da ridere si muovono su di esso.

Per inciso, qualcuno scrive che Twitter, per sopravvivere sul lungo periodo e venire sdoganato a nuovi segmenti di utenza, dovrebbe cominciare a prevedere più di 140 soli caratteri. Cosa che TweetDeck (acquisito da pochissimo da UberMedia) non ha tardato a proporre in forma eccellente. Ed è solo uno dei tanti casi in cui il valore generato dall’ecosistema non ha sfiorato neppure lontanamente Twitter stesso.

Twitter insomma, riprendendo il primo articolo linkato in alto, potrebbe venire trascinato volente o nolente in una vera e propria situazione di scontro proprio con quei tool e quelle realtà che lo hanno così spinto nei primi tempi.

E per uscirne vincitore?

C’è già chi ipotizza un riprendersi indietro alcune funzionalità delle API, prima fornite in maniera estremamente conveniente con lo scopo di acquistare rapidamente visibilità e buzz. Chi una progressiva integrazione (rivisitazione?) delle feature già assodate nell’ecosistema che permettano qualcosa di ben superiore al mero restyle grafico avvenuto sull’interfaccia web qualche tempo fa.

(il dotarsi finalmente di un client ufficiale fu forse il primo step di questa lunga marcia)

Insomma, personalmente non ho mai utilizzato Twitter da web se non per rifinire l’account o creare liste in maniera più rapida. L’utilizzo pesante, quello quotidiano e che mi ha portato maggiori vantaggi, è sempre passato da client di terze parti.

E non credo di essere stato l’unico.
L’ecosistema è stata la vera fortuna di Twitter.

E di noi utenti.

E tra poco Twitter potrebbe trovarsi a fronteggiarlo per la sua stessa sopravvivenza.

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.