Mettere alla prova un’idea: cosa funziona e cosa no

Alla fine, funziona

Come testare un'idea di marketing
©Fer Gregory/Shutterstock.com

Più ti trovi a avere a che fare con le persone, più ti accorgi di come un concetto apparentemente semplice – mettere alla prova la bontà di un’idea – sia in realtà un processo percepito in modi molto diversi.

C’è chi ha un’idea.
E fin qui.

C’è chi, quell’idea, la coccola nella propria mente come si farebbe con i pezzi di un puzzle. Separi per colore, per forma, per tipo di bordo e spigolo. Poi, quando tutti i pezzi sono bene ordinati, ti rimbocchi le maniche e cerchi un passo alla volta di arrivare al risultato. È anche il metodo che chiamo a rullo compressore. Lento ma inarrestabile, sempre rivolto in avanti.

C’è chi, quell’idea, la vuole vedere concreta il prima possibile. Non importa se sacrificando estetica o funzionalità. Affinché abbia un senso, quell’idea deve trovare una anche minima forma concreta. Deve essere vista: da noi e dagli altri, così da poter testare la propria resistenza al mercato.

Ecco.
Entrambi i metodi sono, di per sé, fallaci.

Puzzle e rulli compressori

Li ho sperimentati entrambi. Li vedo sperimentati ogni giorno da clienti e contatti, startup, professionisti e PMI. Ognuno cerca di dare forma alle proprie idee seguendo un cammino che dice molto di sé stesso. Dice molto delle nostre paure e del nostro modo di rapportarci con gli altri.

Coccola un’idea troppo a lungo e ti accorgerai di aver iniziato a lavorare sul tuo puzzle troppo tardi e troppo lentamente, in un mercato già cambiato da mesi. Proponi al mondo una versione “non abbastanza buona” della tua idea e non susciterai quell’interesse minimo in grado di darti feedback degni di questo nome.

Ricordi quando scrivevo di puntare sempre al “Piano G”? Quel piano, quella strategia che nella sua incredibile semplicità è destinato a funzionare dopo tutti i piani A, B, C, D, E e F? Ecco.

Puntare al Piano G significa lavorare alle proprie idee in una forma ibrida dei due casi lassù in apertura.

Da capo.
Hai un’idea.
Ottimo.

Imponiti un tempo limitato per sgrossarla da tutte le imperfezioni. Qualche settimana, un paio di mesi. Coinvolgi chi di dovere e punta a visualizzarla nel suo 100% del risultato. Il punto di arrivo. Quel risultato completo che arriverà magari dopo anni di vita e di confronto con il target.

Poi, spogliala di feature e fai il percorso inverso: cosa ti serve, oggi? Quali step intermedi sono necessari alla tua idea per affrontare efficacemente il mercato? In quanto tempo puoi farne vedere una versione pronta al 20% e recepire preziosi feedback?

Una volta raggiunto questo livello di “pianificata semplicità”, vai rapidamente sul mercato.
Inonda la tua idea di traffico.

Sembra banale?

Non lo è affatto. Soprattutto in progetti complessi l’ego, la voglia di emergere, il sapere di aver avuto un’idea davvero buona minano un processo così lineare facendo saltare fasi importanti. Solleticano l’idea di andare online senza un piano più ampio, pregiudicando l’efficacia del tutto.

Crea un piano.
Testa le tue idee.
Sii pronto a cambiare.

Alla fine, funziona. 🙂

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

1 commento

  1. Un business plan efficace parte da questo concetto
    troppo spesso mi ritrovo clienti che per business plan portano un conto economico fatto da un commercialista.
    l’attività costerà X venderò Y (sulla base di che non si sà) quindi ricaverò Z.
    Sapere se un’idea funzionerà è fondamentale per avviare un qualsiasi progetto.

    Tanto per restare nel busienss plan, ad esempio è importantissimo sapere quale sarà il canale con cui si venderà, come si farà pubblicità, come si porteranno potenziali clienti, il bisogno che il prodotto andrà a coprire e la domanda a cui risponde. cosa ci differenzia dalla concorrenza, quali saranno i costi di acquisizione clienti, quale sarà la LTV (il valore che il cliente avrà nel tempo per l’azienda) etc.. etc.

    Sapere quindi se l’idea funziona o no, è la base senza la quale è meglio non perdere manco tempo. Il tuo è un ottimo spunto, sarebbe da completarlo ed ampliarlo, il discorso è ampissimo.
    grazie Francesco