Due semplici modi per migliorare (oggi!) la tua newsletter

Segmentare la lista

Migliorare performance newsletter
©Studio_G/Shutterstock.com

Nel tempo, ho imparato che il modo migliore per ottenere informazioni dalle persone è chiedergliele. 🙂

Ciò è particolarmente utile quando si parla di newsletter, perché un’efficace risposta da parte dei nostri lettori, prima ancora della forma – passa dalla pertinenza di ciò che stiamo dicendo rispetto ai loro interessi.

Banale, vero?
Eppure, spesso ci ostiniamo a voler leggere nella mente degli altri.

Immaginiamo, ipotizziamo. Costruiamo castelli barocchi per tentare di soddisfare nelle nostre newsletter sempre più un interesse che neppure sappiamo quanto possa corrispondere a realtà. E come metrica guardiamo a tassi di apertura, click, disiscrizioni e poco altro.

Chiedimi chi sono

Così, forse, il primo passo per migliorare l’efficacia della tua campagna DEM è iniziare a chiedere ai diretti interessati – i tuoi lettori – cosa accidenti vogliano ricevere da te. 😛

Perché no, essere iscritto alla tua lista non significa affatto che riceverò ogni tuo messaggio con lo stesso entusiasmo. O che non abbia preferenze nella nicchia della nicchia di cui scrivi.

Hai due strade: agire esternamente alla tua lista o internamente, grazie agli strumenti che (quasi) certamente hai già sotto mano.

1. Al di fuori della lista

Puoi usare un qualunque servizio per creare un questionario online, da Crowdsignal a Typeform, fino a un semplicissimo foglio di lavoro in Google Drive.

Molti i pro:

  • una maggiore reattività del target, vista la possibilità di rendere l’operazione del tutto anonima;
  • il costo pari a zero, se decidi di gestire il tutto con un modulo di Google Drive;
  • la totale autonomia dell’operazione rispetto al setup della lista, che di fatto non viene toccata.

Un solo contro, appunto:

  • non puoi usare queste informazioni per legare le preferenze di un lettore al suo account nel tuo servizio di spedizione. Puoi, eventualmente, usarle su base statistica, per raffinare il tiro dei tuoi contenuti senza però incidere su chi debba ricevere cosa. Alcuni servizi, come Typeform, permettono di trasferire i contatti che hanno compilato il sondaggio a una lista in Mailchimp, ma richiedono un setup aggiuntivo e una corretta gestione degli aspetti legati alla privacy.

2. All’interno della lista

Oppure puoi invitarmi a modificare le preferenze del mio account all’interno del servizio che usi per spedire le tue newsletter. MailChimp e Aweber, tra i tanti, rendono l’operazione piuttosto intuitiva indicando al fondo di ogni messaggio inviato un comodo link per raggiungere i propri dati.

Un solo, grande pro:

  • puoi legare queste informazioni con l’account dell’utente, usandole per segmentare attivamente il profilo all’interno della lista.

Alcuni contro:

  • è una di quelle operazioni che definire fastidiosa è poco. Non è intuitiva per l’utente e richiede un’azione decisamente più “intima”, che solitamente tendiamo a evitare di fare;
  • lo scarso uso attivo di questo tipo di preferenze da parte del mercato ci rende diffidenti (da lettori) nel credere davvero che, dall’altro lato, le nostre preferenze saranno usate realmente per gestire una spedizione mirata.

Insomma, chiedi al tuo target di darti fiducia.
Se avrai successo, otterrai dati preziosi.

Cosa dovresti chiedere?

Non sottovalutare la potenza delle due strade: sia che tu scelga di rimanere sulla statistica, chiedendo ai tuoi lettori di dirti qualcosa in più sui loro interessi cumulati o di andare nel dettaglio, spingendo il singolo a separarsi dalla massa, puoi fare moltissimo con le giuste domande.

Un paio di esempi?

Per VETTA, una newsletter che parla di marketing, potrebbe essere non così utile domandare al mio target età e luogo di lavoro, mentre potrebbe aiutarmi a raffinare il tiro conoscere dimensioni dell’impresa dell’iscritto, un problema tipico che si trova a risolvere o una sotto nicchia di interesse.

Potrei chiedere queste informazioni con il “mega sondaggione periodico”, e guidare la pianificazione editoriale sul totale degli iscritti o creare dei gruppi in MailChimp e chiedere agli utenti di modificare le loro preferenze indicandomi spontaneamente i dati di cui sopra direttamente nel loro profilo registrato.

Per una newsletter legata a un e-commerce, integrata magari già in qualche forma di recupero carrello o proficuo automatismo, età, luogo e categoria merceologica rappresenterebbero una spinta in più per perfezionare promozioni speciali e decisamente più verticali.

Verticalità

Che poi, alla fine il succo è tutto qui.

Conoscere il tuo target al meglio ti permette di andare nel dettaglio con comunicazioni puntuali, più dense di contenuto, più pertinenti. Anziché una newsletter valida per tutti, una serie di newsletter simili tra loro, tuttavia pensate per rispondere a esigenze diverse.

Conosci il tuo target, direbbe il saggio.
E non avere paura di chiedere. 😛

Tu come ti comporti?
Stai già segmentando in parte i tuoi iscritti in lista?
Oppure, al momento, una newsletter per tutti?

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

3 commenti

  1. Ciao Francesco, non ho mai pensato alla potenza dei questionari e dei sondaggi… dici che hanno davvero tutta questa forza per la mia mailing list o sono solo un falso mito?
    Perché gli iscritti dovrebbero rispondermi (sai la maggior parte sono egoisti :)) )

  2. Ciao Francesco,
    io nella prima email di apertura spingo l’iscritto a venire sul blog e commentare, e lo invito a scrivermi qualora abbia dei dubbi, delle perplessità, delle domande da farmi. Inizio così a raccogliere preziose info sui miei iscritti e ad avere una interazione più massiccia con loro.