Stai seguendo un qualsiasi blog aziendale? perché?

No dico, hai mai letto quello di Aweber?

Seguire blog aziendali
iStock.com/sdominick

Beh, la domanda è chiara, ma vorrei spenderci un paio di parole in più.

Con i blog aziendali non sai mai da che parte girarti.

Trovi il brand che si sforza di essere sociale, quando sociale non è. Quello che ti inonda di contenuti promozionali interni, alzando un muro di gomma non appena si manifesti una pur piccola criticità legata a prodotti terzi. Trovi altre volte il blog realmente utile, diretto, spassionato. Gestito, chissà per quanto tempo, da un singolo collaboratore carico di energia.

Con i blog aziendali è difficile farci i conti sul lungo periodo, perché abbiamo sotto sotto sempre il terrore che il terreno possa cambiare. Blog che nascono bene crollano non appena il loro referente interno cambia. Team che lavorano in maniera efficace, oggi, non hanno talvolta quella flessibilità necessaria ad adeguarsi al passare del tempo, domani.

In sostanza, difficile per un lettore affezionarsi ad essi. Difficile ottenere quel particolare tipo di fidelizzazione e fiducia, già ardua da raggiungere per chi scrive a proprio titolo personale.

Dura la vita del blog in azienda.
Eppure, tanto, tanto utile come canale da e verso l’esterno.

Personalmente, credo che i blog che seguo davvero volentieri si contino sulle dita di una mano, e sono tutti appartenenti a servizi vitali per la mia attività.

Tu, oggi, segui un qualunque blog aziendale?
Ottieni qualcosa che i “semplici” social network non riescono a darti?

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

3 commenti

  1. Il problema della gestione c’è e lo sentono anche i collaboratori!

    Spesso non c’è un progetto / vision (chiamatelo come vi pare) e non c’è un direttore editoriale che ti fa le pulci agli articoli e te li rimanda indietro finché non meritano la pubblicazione (ovviamente non non si parla di “censura” ma di ricerca della qualità). Si cerca la quantità, sperando che i motori di ricerca facciano “il loro lavoro”, ignorando la componente umana e di networking che fa la differenza.

  2. Grande invenzione i blog! Ha permesso di farmi conoscere quando la mia professione in Italia non era ancora “riconosciuta” (non che ora lo sia!)… oggi resta per me il canale migliore per acquisire clienti e farmi pubblicita’! 🙂