Se non pensi in real time, allora sei già morto – parte 1

flickr.com/photos/benny_bloomfield/2038196123

Un articolo in due parti circa il guardare al di fuori del proprio blog, filtrare contenuti e vivere sereni bloggando meglio.

Qualche giorno fa mi è ricapitato tra le mani un interessante articolo che avevo tenuto da parte.

Si intitolava “Where Has Scoble Gone?” e raccontava in poche manciate di righe come uno dei blogger (ma non solo) più influenti di sempre, Robert Scoble, stesse progressivamente riducendo l’attenzione per il suo storico scobleizer.com.

Attenzione attirata a suo dire da un altro fenomeno estremamente importante, in continua evoluzione e capace di generare risultati concreti in molto meno tempo rispetto all’accoppiata “articolo & commenti”.

Dov’era finito Scoble?
Beh, su FriendFeed e Twitter, intento a sfruttare a puntino tutte le loro devastanti potenzialità.

D’altronde come dargli torto? Anche nella più magra delle giornate, scrollando una pagina di FriendFeed per pochi secondi si riescono a cogliere più informazioni di quanto si farebbe (proporzionalmente) via feed reader per ciascun singolo autore.

E che dire di Twitter? Se per leggere e commentare un post possono volerci cinque, dieci minuti, nell’equivalente tempo speso a cinquettare si riesce a cogliere l’andamento della nostra particolare nicchia con precisione quasi chirurgica.

Simili network non sostituiscono naturalmente quanto pubblicato qui o altrove; piuttosto lo espandono, abbracciando tutto ciò che non può (per sua stessa natura) trovare uno spazio ideale tra le pagine di un WordPress qualsiasi. Capire come sfruttare a dovere queste potenzialità può essere il piccolo grande segreto in grado di farti bloggare meglio.

Tutto accade contemporaneamente sul web, e la visione globale è così frammentata che non è davvero il momento di coprirsi gli occhi.

Se non pensi in real time, allora sei già morto.

Conversazioni e Marketing

In un articolo pubblicato ieri su ReadWriteWeb, Marshall Kirkpatrick apriva la discussione con:

Ten years ago the ClueTrain manifesto said that “markets are conversations”, but today a more pertinent statement could be that conversations are becoming markets.

che tradotto diventa:

Dieci anni fa il ClueTrain Manifesto affermava che “i mercati sono conversazioni”, ma oggi un’affermazione più pertinente potrebbe essere che le conversazioni stanno diventando i mercati stessi.

Un’inversione dei ruoli mica da ridere. Le “conversation” hanno visto elevarsi il loro ruolo da semplice mezzo per muovere qualcosa a vero e proprio terreno di scontro sulla conoscenza (controllo?) delle quali si gioca il successo di un’iniziativa.

Ragionare in real time significa non stare ad aspettare che le conversazioni generino reazioni lontane dalla propria asettica torre d’avorio, ma uscire a caccia di esse:

  • Per valutare la propria posizione rispetto ai competitors;
  • Per anticipare trend:
  • Per scoprire potenziali nuovi bacini di lettori;

Tutto e niente

D’altronde non è mica così semplice come sembra.

Chiunque sia presente su internet da più di dieci minuti ha probabilmente avuto modo di osservare l’enorme quantità di startup e servizi web che quotidianamente nascono e si propongono di mettere ordine nel caos. Ognuna in un caos diverso; probabilmente settorializzato per network o nicchia da monitorare.

Da qui il passaggio successivo. Pensare in real time non ha granché senso se poi tutto ciò che si riesce a fare è 1) iscriversi ad un nuovo network; 2) aggiungere più contatti possibili; 3) stare a guardare. No, serve un’azione in più. Serve capire dove (e come) sia possibile scremare l’informazione in eccesso per raggiungere ciò che davvero ci interessa leggere.

Tutto accade simultaneamente in rete; un post (o un insieme di essi ) semplicemente non sono più sufficienti per avere la visione globale.

Non credo, come già detto, che social network e aggregatori mirino ad assassinare i blog; anzi sono ancora convinto che il loro sia un futuro da comprimari.

Una lente d’ingrandimento con la quale indagare i paraggi delle proprie pagine e migliorarle basandosi su feedback reali.

Ma l’importante è sapere cosa leggere.

Nella seconda parte, come promesso, alcuni modi interessanti per filtrare i contenuti più rilevanti da social network e aggregatori senza impazzire! 😉

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

9 commenti

  1. Non vedo l’ora di leggere la seconda parte… Speriamo tu mi possa consigliare qualche buono strumento per non essere sopraffatta da tutta questa valanga di informazioni. A volte ho come la sensazione di essere in una stanza dove centinaia e centinaia di persone urlano tutte insieme…

  2. Personalmente faccio una selezione strettissima di blog e poi… Poi ci sono le ricerche online sui motori di ricerca… Se li sai sfruttare sono davvero utili anche oggi…
    😉
    Aspetto di leggere la tua idea comunque!

  3. Post da ricordare. Capire il trend, ma soprattutto il vero bisogno del lettore l’evoluzione del trend, è non è poi cosi facile. Essere precursori non aggregati. Altrimenti sarebbe facile, ma tutto finirebbe troppo presto.

  4. Credo sia terribilmente vero, in effetti arrivando da “ritardatario” su twitter sono rimasto sconvolto dalla quantità di link che passano in poche ore, friendfeed non l’ho ancora provato e credo mi lancerò in qualche prova. Tra l’altro qualche collega affezionato a twitter fin dall’inizio lamentava come ora si fosse perso il realtime e occorre aggiornare manualmente i tweet. Personalmente questa mancanza non la sento, mi sembra già di essere sommerso dalle informazioni così!