Citizen journalism e social news: sempre una scelta valida per portare traffico al tuo blog?

O a una certa soglia di traffico potrebbero essere più controproducenti che altro?

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Giusto qualche giorno fa ti raccontavo quale fosse la sola e unica ragione per la quale credo che i contenuti (più di ogni altra cosa) siano ciò a cui dovresti puntare sul tuo blog.

Nel fare ciò ho tirato in ballo un argomento che non toccavo oramai da qualche tempo: l’utilizzo dei circuiti di citizen journalism.

Circuiti che ti permettono (per quei pochi che non ne avessero mai fatto uso) di inserire o di far prelevare in completa autonomia i tuoi articoli affinché vengano votati, commentati, ed eventualmente promossi sulla lor tanto agognata home page, traguardo di immane traffico e portatore di superbi spike di accessi unici.

Che poi, il solo concetto di utilizzare questi network per proporre le proprie notizie anziché invece quanto di interessante di altri si sia trovato in giro per il web tende a piegarne la stessa definizione, ma tant’è la realtà dei fatti.

Insomma, sono sempre più convinto che i network di giornalismo partecipativo possano funzionare a piena potenza solo per blog piuttosto giovani. E che invece lascino piuttosto a desiderare su progetti già ben avviati e riconosciuti.

Capiamoci: in molti frangenti i circuiti di giornalismo partecipativo sono utilissimi.

La scelta, come scriveva il buon Ikaro un paio di settimane fa, è vastissima anche sul panorama italiano.

Ti permettono di mettere il naso fuori dalle tue pagine in una maniera non troppo invasiva e di entrare in contatto (se davvero hai del tempo da spenderci) con un target piuttosto focalizzato o comunque propenso a leggere ciò che scrivi. Dei tramiti, insomma per arrivare direttamente alle persone dietro ai singoli blog.

Solo rose e fiori?

Non sempre.
Perché insieme a ciò devi anche tener conto che:

  • Salvo casi particolari generano traffico poco “fedele”
  • Solo una minima quantità di utenti va oltre la pagina dell’articolo linkato
  • Si finisce spesso penalizzati da logiche di scambio voto
  • Gli URL delle notizie riportate scalzano spesso i domini originali (se più giovani e ancora poco autorevoli) nelle SERP dei motori di ricerca

Ed è anche per questo che, parlando del concentrarsi su qualcosa di direttamente controllabile tendevo a eliminare dalla lista tutti i network di questo tipo. Quasi che, salvo rari casi, impegnarsi per dare copertura sui portali di giornalismo collaborativo possa essere il classico “lavorare per gli altri, per far salire i network, più che per sé stessi”.

Da cui la domanda: esiste secondo te un reale e concreto vantaggio dall’utilizzare questi network per pompare il proprio traffico anche a livelli elevati?

Se già ottieni qualche migliaio di unici al giorno, hai una platea di lettori già fidelizzata, ha ancora senso tentare la scalata alla home di un OkNotizie o di un Wikio?

O forse, e qui torniamo a quanto detto in apertura, è meglio concentrarsi su promozioni meno effimere? 😉

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

11 commenti

  1. In questo caso sono d’accordo. Aiutarsi con siti del genere può tornare molto utile ai nuovi blog o a quelli ancora scarsamente letti, ma diventa una mossa azzardata utilizzarli con siti già avviati e riccamente popolati.
    Nel secondo caso è probabilmente meglio aiutarsi con i social network in modo da tenere aggiornati anche altre tipologie di utenza.
    Inoltre inserire i propri articoli negli aggregatori di post rischia di generare inutili contenuti duplicati e che l’articolo originale arrivi, come hai detto anche tu, a posizionarsi peggio rispetto alla sua versione aggregata.
    Spunto interessante 😉

    1. Niente di così arido 😛

      Credo solo che uno degli obiettivi dello scrivere buoni articoli sia fare in modo che questi vengano letti da più persone interessate all’argomento possibili 🙂

      Ma più che spingere su questi network -in cui proporre solo e soltanto proprio materiale non è che si possa dire propriamente etico- mi chiedo se non sia il caso, arrivati ad un certo livello di crescita, di concentrarsi decisamente su altro.

      1. Giusto Francesco, sono d’accordo con te.

        Tu sai bene e parecchio meglio di me 🙂 che se fai un buon lavoro, scrivi delle cose interessanti, piano piano gli utenti crescono da soli magari con qualche aiutino seo o social, però crescono.

        Credo fortemente che se uno produce bei contenuti, questo paga. E paga nel lungo periodo, più che nel breve.

  2. @Lorenzo: beh, non ci vedo niente di male.
    Indipendentemente dal fatto che punti ai soldi, alla fama o alla soddisfazione personale, il tuo obiettivo ultimo saranno i visitatori. Altrimenti perchè aprire un blog e non tenere nel tuo cassetto un diario personale dove raccogli i tuoi articoli?

    1. Perchè aprire un blog?

      Per condividere, conoscere persone, instaurare rapporti con altri che possono avere le tue stesse passioni.

      Ma non per forza per aumentare il numero dei visitatori. Non mi piace l’idea di fare tutto per avere più lettori e fare soldi. Insomma, l’obiettivo mi sembra proprio limitato. Anche perchè se effettivamente produci dei buoni contenuti, i visitatori aumenteranno piano piano, inevitabilmente.

      Guarda un sacco di blog che seguo da tempo e parlano di tematiche webbistiche o di soldi col web, alla fine dicono le stesse cose e potrebbero essere riassunte in 2 o 3 post! E’ tristissimo! E soprattutto, per un lettore come me che magari li segue da un anno, è pure annoiante. Finisce che la maggior parte delle volte a quegli articoli, dò solo una rapidissima occhiata che va dai 2 ai 3 secondi netti! 🙂 Però magari usano un sacco di keyword ed artifici per cui le loro pagine sono facilmente ritrovabili sul web, quei blogger vedono che hanno un sacco di iscritti ma forse non percepiscono che quei post, mi stanno annoiando. E poi, annoia oggi, annoia domani, si arriva pure alla decisione di disiscriversi – tanto è inutile leggere cose che non dicono niente di nuovo!

      Scrivere più o meno sempre le stesse cose, denota una povertà di argomentazione. E questo solo perchè il focus delle tue azioni è posto sull’aumento di visitatori e non sui contenuti. Contenuti che per primo, visto che hai deciso di condividere, dovrebbero essere interessanti per te che li scrivi. Interessanti o utili, dipende dalle tematiche.

      1. Allora stiamo dicendo la stessa cosa 🙂
        Non traffico “a priori” ma traffico di qualità, cioè di persone realmente interessate a quello che scrivi.
        Avendo io, come dicevo, non tantissimi visitatori, mi auguro che siano almeno di qualità, altrimenti devo spararmi! 😉

  3. Io Roberto seguo volentieri il tuo blog. Solo che nel campo in cui scrivi c’è tantissima concorrenza e dunque credo sia difficile emergere. Ma sono sicuro che “i tuoi pochi” lettori si aggireranno tra qualche migliaia 🙂 ehehehe invece il mio blogghettino è davvero piccolo. E senza scherzi, proprio piccolo! 🙂

    Ma per esempio, per una scelta personale, non uso nemmeno nessun social tipo facebook per pubblicare gli articoli e dunque ho proprio scelto che il numero dei miei lettori sia minore rispetto a quel che potrei ottenere socializzando.

    Come dici tu, preferisco avere lettori che siano veramente interessati ai contenuti che scrivo evitando totalmente lo spam che, personalmente, lo odio con tutto il cuore! 🙂