Quando l’email non basta più

R.I.P. (ancora?)

Quando l'email non basta più
iStock.com/djgunner

Questo non è che voglia essere proprio quel tipo di post in cui si racconta come una tecnologia, un trend o qualcosa d’altro sia morto o stia per morire.

Beh, in realtà parte dalle stesse premesse.
Ma atterra altrove.

Il fatto è che sto in queste settimane valutando insieme ad altri partner la costruzione di più di un percorso formativo su master online e corsi in aula. E durante uno di questi incontri è sorta una semplicissima domanda.

C’era, per farla breve, chi chiedeva:

“Cosa arriverà come mezzo (davvero) efficace per sostituire una qualsivoglia attività su campagne DEM?”

(leggasi, le care vecchie newsletter).

Si fa presto a dire che qualcosa abbia tirato le quoia.

Basta qualche manciata di social network :P, ed ecco giù gli avvoltoi su blog, newsletter, siti aziendali e chi più ne ha più ne metta. Ora che ci penso, mancano forse i forum alla lista ma credo che qualcuno abbia condannato anch’essi senza troppi crismi.

Tutto ciò inneggiando a una maggiore interazione, a un più fluido scambio di contenuti e tutte quelle cose che i diversi esperti di settore amano raccontare.

Il fatto è che più che chiedermi cosa arriverà dopo l’email, il punto sarebbe se arriverà mai qualcosa dopo l’email.

Pensaci un istante.

Davvero puoi pensare di mandare in pensione un metodo con cui due persone (o una persona a molte) comunicano spedendosi del testo farcito di qualche immagini?

Un canale DEM è tutto qui, eh.

Cosa dovrebbe arrivare per far sembrare vecchio questa semplice, limpida, pulitissima e indipendente da player terzi logica?

Nessuno nega le potenzialità dei social media come strumenti per creare – talvolta insieme alle campagne DEM, altre in solitaria – percorsi decisamente stimolanti e strutturati per i nostri potenziali clienti. Ma se domani il Facebook di turno cambia una delle sue mille logiche, altro non puoi fare che correre ai ripari. Con una newsletter, hai un prodotto praticamente white-label che non dipende da nessun altro se da chi gestisce materialmente la spedizione.

Per inciso Twitter in questo senso, è molto più affine alle logiche che muovono l’intero concetto di newsletter: è più struttura che contenuto.

È più (mi si perdoni la similitudine ma in un certo senso funziona) un “protocollo” che un qualcosa che ti aspetti possa cambiare come funzionalità da un giorno all’altro. Le persone usano Twitter per scambiarsi molto più velocemente di prima brevi messaggi, dai client più disparati senza spesso neppure passare dal portale ufficiale.

Quindi, la domanda resta: secondo te pensioneremo mai l’email? O come mezzo rimarrà talmente lineare da non trovare nessun reale competitor?

Oppure ancora si tratta semplicemente di quell’abbaglio in cui prima o poi cadiamo tutti, secondo cui non sembra esserci niente di migliore, finché qualcuno non te lo mostra? 😛

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

5 commenti

      1. Nessuna battuta, l’email funge da codice univoco (una chiave primaria). Immagino che per registrarti a what’s up, youtube e skype hai dovuto fornirgli un email…oggi mi sento un simpaticone 😀

  1. Ho pensionato gli sms con what’s up
    Ho pensionato il telefono fisso con skype (e anche qualsiasi chiamata sopra i 5 minuti da cell)
    Le mail non mi piacciono perché non sono sincrone.
    Perché nessuno rispetta l’etichetta che bisogna rispondere entro 24 ore che già per me è un tempo infinito.
    Perché mi piaciono le comunicazioni veloci ed efficaci.
    Se poi uno deve comunicare con la sua lista di 1000 persone faccia un video e lasci perdere gli autoresponder che per quanto diano del tu e mettano in automatico il nome sono tremendamente impersonali.
    Grane youtube, comunico con tutti tramite il mio canale.
    Mi auguro solo che Google non lo rovini. What’up,skype,e youtube questo è tutto quello che mi serve.

    1. Ringrazio per avermi spiegato cosa serve la mail ma io mi sarei fermato alla prima battuta
      ( ricordando che una battuta di solito dice la verità in un modo inatteso, da qui i tempi dell’umorismo)
      Gi che ci sono esprimo anche il mio disappunto sui social, sulla ricerca dell’ultima novità, sulle gare, sulla competizione. Persone con più valore con cui poter comunicare, questa è una risorsa veramente rara. Oggi se tu chiedi ad una persona che cosa vuole probabilmente non lo sa neanche e non se ne rende conto al di la del mezzo che si usa. Per quello ho citato canali di comunicazioni one 2 one youtube a parte, Per la cronaca odio Google e la sua mentalità monopolistica e strafottente. Non è un metodo di comunicazione ma influenza molto la presenza on line. Il mio appello è di passare dall’offline all’online senza passare dai motori di ricerca. A meno che non si crei una concorrenza corretta, e di valore con piu motori di ricerca.