Quando è tempo di chiudere i commenti al blog

Scelta difficile?

iStock.com/hidesy

No, non mi sto riferendo a me stesso. 🙂

Ad ogni modo: conosci Wolf-Howl?

Michael Gray, la mente dietro al suddetto blog, è (tra le molte altre cose) un blogger che tempo fa ha deciso di rimuovere definitivamente la possibilità di commentare i propri articoli.

Così, a bruciapelo.

Tre sostanzialmente i motivi alla base della sua scelta:

  • Tempo. L’impossibilità di stare dietro in puri termini di tempo alla moderazione degli “haterz” (chi fa dell’odiare gli altri blog un vero e proprio sport).
  • Spam. La moderazione dello spam più grezzo.
  • Casi borderline. Ovvero: la teoria della finestra rotta. Valutare i casi di spam borderline -coloro che puntano solo a ottenere link a buon mercato senza portare un effettivo miglioramento alla discussione- richiede tempo e porta nel caso non si riesca a mantenere una linea ben precisa a un degrado sempre maggiore della qualità intrinseca delle pagine. Così come una vecchia teoria della polizia americana definiva una singola finestra rotta non riparata una delle cause per cui un intero quartiere iniziava il declino verso il ghetto.

Qualche giorno fa, un ulteriore aspetto della vicenda.

I commenti, ricorda Michael, sono attualmente usati da Google per determinare l’età di un post. Google (lo avrai visto all’opera in una qualsiasi recente ricerca) cerca di determinare la migliore esperienza utente privilegiando da sempre contenuti freschi e originali.

Ma fino a quando questo meccanismo si può considerare sempre attendibile? In alcuni casi l’età di un post non è necessariamente sintomo della rilevanza del contenuto al suo interno. Rimuovere ogni data dalle proprie pagine significa, nel caso limite, rimuoverla anche dai commenti, o eliminarla del tutto su contenuti più vecchi di tre mesi.

Per cui, in ultima analisi, bye bye commenti.

Una scelta troppo netta?

Se il blogging è interazione (e discussione) la scelta di Michael potrebbe apparire persino autolesionista. Anche questo fa parte di quei “poteri che comportano grandi responsabilità” in mano ai blogger, che nel caso specifico non lasciano alcuno spazio di replica.

Suona quasi paradossale, lo so.

Eppure, tu lasceresti che siano i tuoi lettori a commentarti altrove? Sui social, tramite altri post?
Oppure sei convinto (come me) che entro una ben precisa soglia di popolarità, una scelta del genere possa risultare in un’inutile mutilazione delle potenzialità del proprio blog?

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

14 commenti

    1. Hum, in effetti può essere una strada alternativa, ma come ti comporti con coloro che hanno deciso di fare a meno di Facebook (dato che non esiste la possibilità di usare il classico trio nome-mail-url) ?

      Hai dati sotto mano della situazione commenti pre e post Facebook? 🙂

      1. Si, fino ad ora ho avuto un solo problema con un amico. Non perchè non avesse facebook, ma perchè non gli funziona bene facebook connect. Le causa sono ancora da capire.

        Tutti gli altri fino ad ora hanno postato tranquillamente.

        Unica pecca ( non da sottovalutare ): nessuno ti avvisa quando qualcuno commenta. Potrebbero esserci commenti a vecchi post che non troverai mai o che troveresti dopo mesi o settimane per caso.

      2. A questo non avevo pensato. In effetti il plugin di Facebook fa scatola chiusa nella gestione, limitando le possibilità di portare fuori gli ultimi n-commenti, o anche solo di ricevere una notifica in caso riprendano discussioni su articoli in archivio. Pensandoci bene è una bella mancanza…

  1. Trovo che sia molto limitante chiudere i commenti.
    Porta ad una chiusura verso il lettore, mettendolo a tacere.

    Molti commenti saranno pure di spam, ma i commenti validi secondo me meritano anche un backlink all’autore.
    È nell’ottica del web moderno questo sistema, levarlo è una retrocessione ad un web statico 1.0.

    Potrà sicuramente permetterselo visto che ha già una grossa visibilità, ma è da sconsigliare a qualsiasi blogger piccolo / medio che ancora cerca di affermarsi nella blogosfera.

    Un blog senza commenti non è un blog a mia veduta, tanto vale chiamarlo “sito”.

  2. @gavello penso anch’io che in effetti chiudere i commenti diventi un fattore altamente limitante…

    quoto infatti @enea in ciò che ha detto, anche se pensare che i commenti aperti per i nuovi blogger siano un vantaggio mi sembra un lusso poco comune… ^_^”
    spesso si passano mesi e mesi prima di vederne anche solo uno o due… quasi si pagassero….. ^^;

    Invece vedo sempre più prender piedi la soluzione che ha adottato @Caruccio , i commenti di facebook sono una buona innovazione, io stesso li ho utilizzati per le pagine di Radiotaku.it (che sono in semplice html e statiche) ottimo anche per avere un riscontro con una persona effettiva! 🙂

    1. Già, il periodo iniziale è sicuramente quello più duro anche per via della questione commenti; se li si lascia aperti, diventa chiaro post dopo post quanto un blog presenti ancora pochi contributi esterni. Nel momento in cui cominciano ad arrivare i primi commenti “borderline” ci si deve pure sforzare di cassare qualunque cosa non rispecchi le linee guida che ci si è dati.

      Tutto per cercare di dare il massimo valore agli utenti realmente interessati a ciò che si scrive. Ma se si rimane stoici la strada poi è in discesa 🙂

  3. Ci si potrebbe pensare solo raggiunta una certa popolarità (come smashing magazine).

    Il fatto di non trovare un posto immediato in cui inserire commenti (anche in forma anonima) è uno sbattimento in più per il lettore.

    Se il blog è veramente tanto popolare si potrebbero portare le discussioni su altre piattaforme (social), come detto da Francesco nel primo commento.

    In fondo i commenti fanno parte della natura del blog!
    Per toglierli bisognerebbe avere dei motivi validi e ancora più valide alternative.

    1. Un po’ come dire: se la gente non riesce a dirtelo “in faccia” (aka, sul blog) lo dirà altrove.
      E qualcuno potrebbe anche non considerarlo così un male.

      Ma imho si contano sulle dita di una mano i blog che possono forzare questa logica senza romperla del tutto, venendo invece semplicemente …ignorati.

  4. Concordo con Enea.

    Mentre in riferimento ai commenti tramite account facebook penso che sia limitante e a mio avviso non una buona soluzione al 100%, soprattutto se diventa l’unico modo per commentare un post.

    E’ vero che ormai facebook ha preso molto piede e molte persone hanno un account, ma c’è da considerare che altrettante non lo hanno e non intendono averlo (io per primo), quindi se una persona così volesse commentare il blog, pur non essendo uno spammer o in cerca di pubblicità facile, ma volendo creare una conversazione costruttiva, non potrebbe farlo.

    Diciamo che c’è un trade-off non indifferente: limitare al massimo lo spam e ottenere una tracciabilità di chi commenta ottendendo così miglior qualità dei commenti (anche se penso che non sempre ciò sia verificato) o privilegiare la comunicazione di tutti rischiando fenomeni sgraditi.

    @Francesco Gavello: in merito alle domande sollevate dal tuo post, credo che in qualsiasi caso non si dovrebbero togliere i commenti da un blog, in quanto il concetto stesso del blog è interfacciarsi. Poi però ci potrebbero essere argomenti trattati che non necessitano di interazione e quindi si potrebbe pensare a una chiusura verso il lettore, ma credo siano poche le situazioni così.
    In definitiva penso che alternative al classico commento siano da prendere in considerazione, ma valutando bene che non siano troppo limitanti, come detto sopra.

  5. Riprendendo il concetto del legarsi a Facebook, sono sempre stato dell’idea di considerare i social network come strumenti nel pieno di questa definizione. Utili, necessari e attualmente con un buon equilibrio costi/risultati, senza per questo ergerli però a colonne portati di un progetto.

    Vorrei cioè sempre tenermi a disposizione una strategia di uscita il più possibile indolore.

    Non vorrei ritrovarmi nella situazione di aver basato buona parte della mia comunicazione su un solo social per poi veder virare di colpo i risultati ottenuti dopo un cambiamento di percezione nell’utenza o al semplice ricambio tra competitor.

  6. Ha senso solo ed esclusivamente nei casi in cui il tuo blog sia davvero troppo trafficato (XX.000 visite giornaliere in su) e quindi ricevi troppi commenti impossibili da moderare come si deve. Inoltre i commenti devono pure essere di bassa qualità (del tipo “bel post” “bell’intervento, non ci avevo pensato”), perché se i commenti invece aggiungono valore e vengono scritti in maniera efficace, con magari messaggi lunghi anche 100-200 parole per commento, allora bisogna lasciarli anche se ne ricevi centinaia per ogni post.

    Perché quando il commento è di valore, è utile ed interessante, aggiunge qualità al tuo articolo, ed interesse nei lettori di tornare più volte al giorno per leggersi e partecipare alla discussione.

    Quindi in generale sono pro commenti, a meno di casi molto particolari nei quali essi possono solo nuocere.

  7. il commento è parte integrante per l’approfondimento di un post. Questo il fondamento da cui nasce il blog. Io scrivo perchè le mie idee possano essere criticate, siano di aiuto o lasciate li a morire nel vuoto “webbico”.

    E’ come se in una riunione apro un argomento e poi non lascio spazio per considerazioni approfondimenti o consensi ( penso che un paio di “bel post” ci possano anche stare ). Quindi democraticamente sì ai commenti. Se sono a rischio spam, posso scrivere un editoriale in cui a mio giudizio eliminerò commenti non costruttivi e non legati al tema del post e vedo la reazione di chi mi legge, se sono stimolati a scrivere commenti più articolati e quindi cresce insieme a me la comunità o mi coprono di insulti e ho risolto il problema spam e commenti 🙂

    la chiusura dei commenti come dice Enea porta a un cambiamento della linea editoriale del blog. Anche Babauta ha chiuso i commenti e in effetti è diversa anche la percezione che si ha del blog/sito c’è un distacco tra chi scrive e chi legge. Non sei più parte della comunità ma solo un lettore. Un post senza commenti in definitiva è un assolo, un articolo che esprime solo le idee di chi le scrive.

    Una considerazione sul problema tempo. Se hai ragiunto un livello tale da ricevere n° commenti significa che sei un professionista, vivi dei guadagni tuo blog. Fa parte del tuo lavoro ottimizzare il tempo per avere la possibilità di gestire i commenti.

    Non mi pronuncio su di un discorso più tecnico, vedi facebook o altro, non ne ho le competenze e non saprei che dire.

    1. Anche questo è vero. Se sei un professionista che ha fatto del suo blog (o dei suoi blog) una fonte di guadagno, hai probabilmente la concreta possibilità di dedicare una persona del tuo team alla sola moderazione.

      Che non significa falsificare i contenuti dando completamente in gestione i commenti a terzi, ma sopperire almeno al problema “tempo” sul grosso del mantenimento.