Perché un pulsante “clicca qui” non sempre è la scelta migliore nelle tue campagne DEM

Clicca Qui! (o forse, no)

Inserire pulsante clicca qui newsletter

Il post di oggi prende l’avvio direttamente da una delle letture estive che ti ho proposto alcune settimane fa. In particolare, mi riferisco all’articolo di SiteProNews, in cui viene trattata la vera complessità del fare email marketing.

In quell’articolo, mi ha colpito un particolare passaggio:

Providing links not only helps the audience make a connection between them and the service or solution that you are providing, but it also brands into the viewer’s mind the website address.

Too many marketers have gotten out of the habit of actually showing the link address that they are providing. In these days when everything is supposed to be fast and simple using a “Click Here” button replacement tends to make the reader think more about the whole action they are about to do. Again, this would be a result of not keeping the campaign simple.

When people tend to think about if they should do something or not, statistics prove that they won’t do it. People like to see where they are being led to instead of being told to go somewhere.

ovvero:

Fornire link nella tua campagna DEM non aiuta solo l’audience a creare un collegamento tra loro e il servizio o la soluzione che stai fornendo, ma rinforza nella mente del lettore l’indirizzo del sito.

Troppi esperti di marketing hanno perso l’abitudine di mostrare il link verso la destinazione che stanno fornendo. In questi giorni, in ci si aspetta che tutto sia facile e semplice un pulsante del tipo “Clicca Qui” sembra far pensare molto di più all’utente circa l’azione che sta per compiere. E questo, ancora, sarebbe il risultato del non mantenere semplice la campagna.

Quando le persone pensano al dover compiere o meno un’azione, le statistiche provano che alla fine non lo fanno. Alle persone piace sapere dove stanno andando invece che sentirsi dire dove andare.

Tu che ne pensi? 🙂

Davvero un pulsante “Clicca qui”, nella sua apparente semplicità, appare più misterioso e autoritario di una manciata di link sparsi a pioggia in un contenuto esclusivamente editoriale, in cui magari sia persino esplicitato il link di destinazione?

foto: ©Depositphotos/Igor Stevanovic

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

1 commento

  1. Le domande che fai sono due:
    1) è meglio mettere vari link nel testo o uno solo in fondo alla pagina?
    2) “Clicca qui” è efficace come call to action?
    Sono d’accordo sull’affermazione che “Clicca qui” non sia una scelta semplice e che il processo mentale che sta dietro la decisione sia molto più misterioso di quanto si pensi. Un link che introduce una conversione è sempre critico ed in quanto tale va sempre testato, al di là di tutte le considerazioni e dell’esperienza che si possiede.
    Detto questo, siccome da una parte si deve pure cominciare, il testo di una DEM (che già è un’entrata a gamba tesa nella sfera privata del cliente) dovrebbe essere più breve ed efficace possibile, se vuole mantenere l’attenzione e l’interesse del cliente fino al fatidico click. Ogni parola deve spingere il cliente un po’ in avanti processo di conversione, ogni link aggiunto nel percorso di lettura non deve portalo via dal processo (teniamo sempre a mente che il quanto di tempo che il cliente ci concede sta per scadere). Il processo creativo deve procedere tagliando e sintetizzando, piuttosto che aggiungendo elementi.
    In questo scenario, in genere ha senso mettere una sola evidente call to action dopo l’offerta. I necessari link di approfondimento che servono a chiarire i dettagli o a fugare timori, dovrebbero stare dopo. La call to action dovrebbe esortare a raggiungere l’obiettivo promesso; “Clicca qui“ non rafforza il messaggio, quanto un “aderisci adesso”, o “compralo ora”.
    Però tutto questo è teoria, poi viene il cliente e quindi il test sul campo.