Più interazione? questione… di barriere!

Hey, dov’è finito il pulsante di iscrizione alla newsletter?

La cosa che forse tutti i blogger desiderano più di ogni altra cosa per i propri blog è interazione.

Più interazione significa più commenti, più like e retweet, più iscritti al feed e più mail lasciate per ricevere una newsletter periodica. E tutto questo significa, in soldoni, più possibilità di promuovere ciò che davvero ci sta a cuore, dalla propria storica passione per questo o quell’altro argomento sino alla vendita di un prodotto o servizio.

Il problema è che questa dannata interazione, troppo spesso, scarseggia.

Troppi blog, densi di buoni contenuti, latitano di commenti e giusti apprezzamenti.
Troppe volte contatori di qualsiasi tipo rimbalzano sulla stessa cifra per mesi prima di prendere davvero il volo.

Cosa rende diverso quindi un blog attivo e commentato, con un qualche migliaio di iscritti alla newsletter, da un altro altrettanto prezioso per i propri lettori ma che non scatena reazioni visibili.

Le barriere

Ogni passaggio in più che richiedi ai tuoi utenti è una possibile via di fuga che gli metti sotto al naso.

Che si tratti di un click in più per aggiornare il carrello o di un paio di scroll per approcciare il tuo intricatissimo form di commenti, ogni azione che rallenti il “flusso di coscienza” che si pone tra l’idea dell’azione e la sua realizzazione è qualcosa da eliminare alla radice.

Non ci credi?
La prossima volta che ti troverai su un blog inspiegabilmente povero di commenti, prova a contare le azioni necessarie a lasciarne uno. Idealmente, le barriere minime per introdurre un proprio commento su un blog altrui sono composte di 4 step: inserimento di nome, email e commento più il click finale sul pulsante di invio. Semplice. Immediato. Senza né testi né alert che aggiornino l’utente su possibili variazioni di percorso.

Eppure capita troppo spesso che ci si lasci prendere la mano, inserendo magari tre o quattro paragrafi sotto a ogni input box. Paragrafi che descrivono azioni a cui l’utente non ha ancora neppure pensato e che rallentano quel flusso di coscienza di cui sopra fino a spegnere l’ultima fiammella di interesse. E ancora captcha. Captcha che non funzionano. Captcha che sono posizionati così lontano dal testo del commento che non si riesce a distinguere dove stia quel dannato problema che impedisce al commento di partire.

Barriere, dicevamo.
Barriere tecniche, ma anche concettuali.

Barriere che mal si adattano con quel classico concetto del “vi prego, non reinventiamo la ruota ancora una volta” che dovrebbe stare alla base di un qualsiasi progetto legato al web. Icone di iscrizione posizionate below-the-fold. Spesso tre o quattro volte below-the-fold e così lontane dal punto in cui ci si aspetta di trovarle che mettono a dura prova l’impegno degli utenti nel rimanerci fedeli.

Quando invece una fila di chiare, semplici label in alto a destra (laddove permane il mouse la maggior parte del tempo) significherebbe infilare ciò che ci interessa dove l’utente sta già guardando, anziché urlare a squarciagola “Hey, da questa parte!”.

E la cosa più complicata del discorso è che spesso non ce ne accorgiamo nemmeno. Se curiamo in prima persona il nostro progetto ne siamo spesso rabboniti nei confronti dei difetti più o meno grandi. Dato che l’abbiamo costruito noi, non agiamo più da utente “vergine” ma da colui che vede in quello stesso progetto tre o quattro revisioni in contemporanea e, solo in minima parte, ciò che davvero è diventato.

Eppure, le barriere sono l’unica cosa che ti separa dalla nascita di una buona interazione sul tuo blog.
Quelle e una buona sessione di A/B testing di tanto in tanto giusto per assicurarci che ciò che funzionava ieri è ancora sufficientemente chiaro ancora oggi.

Liberati delle barriere.
Rendi le cose semplici.

Molto semplici.

E i tuoi utenti ringrazieranno.

foto: hiddedevries

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

1 commento

  1. Ottimo articolo Francesco, adoro le soluzioni semplici ed efficaci.
    Proprio in questo periodo stavo cercando di capire cosa abbia fatto di giusto per aumentare i fan del mio blog su facebook… credo che questo articolo sia la risposta giusta.

    Grazie mille,
    Andrea.