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Basi di personal branding per blogger (parte seconda) – e adesso?

Come partire con il piede giusto

iStock.com/danleap

Questa è la seconda parte della serie di post dedicati al personal branding per blogger. Puoi leggere la prima parte, in cui abbiamo messo sul tavolo qualche argomento introduttivo, o iscriverti al feed RSS per seguire gli appuntamenti futuri.

Ok, e adesso?

Se hai seguito i miei ragionamenti fino a qui avrai capito come un’adeguata cura del proprio personal branding sia contemporaneamente:

  • Una necessità
  • Un’opportunità

E che, soprattutto, non si tratta solamente di “una tra le tante possibilità” che si hanno a disposizione quando si cerca di rimanere impressi nella mente dei lettori.

Purtroppo, non si scappa. Tutta questa storia de “l’immagine che gli altri hanno di me in rete” non la puoi proprio evitare. Puoi però sfruttare al meglio per cogliere tutte quelle opportunità che ti permettono di differenziarti dai tuoi concorrenti.

Dunque, quali sono gli step di base per cominciare a parlare davvero di personal brand?

Ripeti con me 🙂

1. Acquisterò al più presto un dominio personale

Oggi, un dominio .it, .com o .net può essere registrato nel giro di ventiquattro ore al risibile costo di 9€/anno (euro più, euro meno). Spesso si trascura un’operazione così semplice (e vitale!) per la diffusione del proprio brand rimandando la scelta a un futuro che non arriva mai.

Oppure, semplicemente si crede che sia necessaria una grande skill tecnica per non solo registrare il proprio dominio, ma poi basare su di esso un’installazione di WordPress, Typepad o quant’altro.

Ebbene, neanche questo è più un problema reale.

Tumblr e WordPress.com ti permettono già da molto tempo di mappare il tuo dominio acquistato chissà dove verso loro macchine, permettendoti di gestire il tuo blog senza pensieri di natura tecnica e rendendolo visibile sotto example.com anziché example.wordpress.com.

Acquista un dominio di primo livello legato al tuo brand. Adesso.

Una delle domande che che dovresti farti a questo punto è: “Dovrei registrare il mio nome e cognome oppure quello del mio progetto?” Bella domanda. Personalmente credo che se desideri spingere la tua figura come professionista pensante, nome e cognome sia una scelta azzeccata. Se hai intenzione di sviluppare qualcosa di più ampio respiro ed eventualmente cedibile un giorno a terzi, un nome a sé stante è sicuramente la scelta più azzeccata (sebbene un po’ più impersonale al primo impatto).

2. Non cambierò avatar ogni due settimane

Anzi, se possibile non cambiarlo mai.

Proporre un avatar su misura, professionale e adeguato alla tua attività non è così difficile. Basta rispettare alcune linee guida e il gioco è fatto, come si suol dire.

Dovresti impegnarti a mantenere il tuo avatar almeno per una manciata di mesi di fila, curandoti di utilizzare sempre lo stesso su tutti i servizi dei quali fai uso. Evita in particolare di associare il tuo nome a personaggi dei cartoni animati, oggetti, loghi altrui o volti di personaggi famosi (così facendo stai semplicemente promuovendo il brand altrui).

3. Proporrò una pagina “About Me” decente

E inserisci al suo interno ogni informazione rilevante per la tua attività.

Vai dritto al sodo. Presenta numeri, esperienze e motivazioni che ti rendono sicuro del poter offrire un servizio migliore dei tuoi concorrenti. Ad esempio, se decidi di parlare di motori fuoribordo, l’aver lavorato come meccanico in ambito navale fa di te un autentico esperto rispetto ai soli appassionati di settore. È questo il momento (e il modo) di dirlo agli altri.

4. Sfrutterò a dovere tutta una serie di altre pagine utili

Spesso l’immagine (e il carisma) di blogger anche piuttosto interessanti fatica ad affermarsi con la velocità con cui dovrebbe per il solo e semplice motivo che questi sono sempre più restii a comunicare apertamente con i propri lettori al di là dei semplici post.

Se tutto ciò che offri sul tuo blog è una scarna paginetta di contatto e qualche articolo, non lamentarti troppo se la gente non ti riconosce come vorresti e il tuo nome fatica a essere consigliato e commentato. Crea piuttosto una rete di pagine fondamentali per supportare ciò che dici e attraverso le quali rispondere alle domande più frequenti, portare fuori quel video così interessante girato il mese scorso o semplicemente raggruppare i post migliori che hai scritto.

È molto più semplice fornire alle persone le risposte alle domande che già stanno cercando, no?

5. Aprirò dei canali di sfogo con i miei lettori

Sai perché le persone iniziano a ricordarsi di te?

Per quello che scrivi, certo. Per come appari, naturalmente.
Ma soprattutto per i punti di contatto che riesci a stabilire (e rafforzare) con la gente che ti segue.

Se ti chiudi a riccio sforzandoti di apparire professionale e ingessato, chi ti legge avrà di te esattamente questa impressione e nulla di più. Prova invece a lasciarti andare un po’ quando lavori con i social network. Twitter e Facebook sembrano fatti apposta per permetterti di spaziare un po’ più lontano dai tuoi argomenti principali e proseguire discussioni parallele con i tuoi lettori.

Dimostra che sei una persona vera e non solo una serie di caratteri a video. Racconta alle persone ciò che accade dietro al tuo blog. Cose che non troverebbero mai il giusto spazio negli articoli. Rafforza al massimo questi legami trasversali

6. Sarò uniforme nelle informazioni che presenterò

L’immagine che dai di te è costituita dalla somma di tutte le immagini che lasci in rete contemporaneamente. Mini-bio su Twitter, informazioni sulla tua pagina di contatto, riferimenti su Facebook, l’avatar di Flickr e così via all’infinito.

Rimanere consistente nelle informazioni presentate è il primo passo per evitare dubbi, fraintendimenti su chi sei e cosa stai cercando di promuovere in rete.

Prenditi mezza giornata di tempo libero e stila su un foglio tutte le parole chiavi con le quali vorresti essere memorizzato. Poi sviluppa una piccola bio di 2-3 paragrafi a prova di bomba e di fraintendimento. Utilizza ciò che hai appena prodotto in ogni servizio (secondo le relative limitazioni), pagina o tool desideri fare uso.

7. Ci metterò la faccia

Sai, non ho mai visto di persona la maggior parte dei miei clienti.
Riesci a crederci?

Eppure, il fatto che la maggior parte delle mie consulenze arrivino a me tramite questo blog non stupisce più di tanto se si considera che ogni pagina su francescogavello.it contiene più riferimenti e indicazioni di quante potrebbe mai fornirne un semplice biglietto da visita o un freddo curriculum. La mia faccia campeggia da sempre a fondo pagina, in video nell’about me, nel mio avatar e in ogni altra mia attività direttamente collegata al mio lavoro.

Il tuo viso è tanto memorizzabile come un logo, solo molto più intimo e associabile a qualità e caratteristiche concrete. Non aver paura di farne uso!

Le attività che ti ho descritto si possono applicare in maniera più o meno consistente su diversi aspetti del tuo personal brand. Ritieni manchi qualcosa? Qualche attività di partenza che non dovrebbe essere trascurata nei primi tempi?

Nel tuo caso specifico, cosa ritieni che abbia aiutato più di ogni altra cosa la diffusione del tuo personal brand?

Tutte queste attività si possono portare a termine nel giro di brevissimo tempo. Nella terza parte discuteremo invece di alcuni “status mentis” necessari a mantenere scintillante il tuo brand online giorno dopo giorno.

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

13 commenti

  1. Sto iniziando proprio adesso a mettere su il mio sito personale (nome e cognome) e non sai quanto quoto quello che hai detto. Anche se spesso quello che sulla carta sembra sempre tutto molto semplice mentre hai fatti è molto più complicato. Io ci inserirei anche creare dei contatti che contano reali e non fittizzi.

  2. Credo che gli aspetti che ho raccontato poco sopra siano davvero la base di ciò che ha aiutato il mio nome a diffondersi in rete.

    Forse quello che spesso si trascura è il semplice… agire in tal senso: si pensa che anche se mancano buona parte delle informazioni presenti i lettori siano sufficientemente stoici da andare da soli alla ricerca di ciò che manca, o che nonostante si continui a cambiare avatar e bio in ogni servizio, alla fine non sia una pecca così grave.

    Solo, mettendo tutto insieme i risultati sono di tutt’altra portata 😉

  3. Si ovvio. Infatti non sindacavo sulla bontà di quanto hai scritto. Tutto molto giusto. Al di là di questo, quello a cui premevo arrivare (probabilmente mi sono espresso male) è l’importanza di conoscere davvero le persone giuste anche in rete. Poi ovviamente devi essere bravo anche di tuo. Quindi io inserirei come altro parametro quello di creare una solida rete di contatti, che possano fare da tuoi testimonial.

    1. Già, senza trascurare il fatto che che ogni singola persona che riusciamo a convincere della bontà di ciò che facciamo possa essere un futuro “evangelizzatore” la cui portata possiamo difficilmente quantificare. 🙂

    2. Forse è meglio che siano i Clienti a testimoniare chi sei e cosa sai fare bene.
      Due/tre testimonianze di clienti o anche un documento di una pagina in PDF su come hai aiutato un cliente a risolvergli un problema, è più efficace.
      Personalmente leggo spesso questa tipologia di informazioni piuttosto di leggere gli slogan del sito-brochure.

  4. Ciao Francesco. Leggendoti ho capito che i prossimi passi saranno di sviluppare i punti 4/5. Una cosa che ho trovato molto piacevole e produttiva è lasciare commenti validi. Storia gia detta e ridetta ma penso sia importante nella costruzione della nostra immagine nel web commentare con partecipazione, essere focalizzati sull’argomento e non scrivere tanto per scrivere. Un commento mirato e “consistente” che coglie un particolare o amplia la discussione può fare la differenza e generare curiosità verso chi lo ha scritto.

    1. Qualità contro quantità. Meglio un commento mirato ogni settimana che dieci commenti al giorno scritti di fretta, pieni di strafalcioni e assolutamente inutili alla discussione.

      Lo stesso si potrebbe dire dei guest post: quando si decide di farne uso (e ogni tanto non fa proprio male) andrebbe spremuto ogni singolo neurone per produrre qualcosa di grande impatto sul blog ospitante, piuttosto che regalare qualche bozza a malapena conclusa sperando di giocare sui grandi numeri.

  5. Ottimo articolo e buona guida per molti. Il “Ci metterò la faccia” mi ricorda tanto il buon “Vecchio” Fabio di Come guadagnare…. non so se lo leggevi anche tu 😉

  6. Francesco, ma la “parte prima” dove la trovo? :S

    Grazie per l’attenzione.