Perché tu, oggi, stai continuando a bloggare?

…e non sei fuggito sui social?

Perché tu, oggi, stai continuando a bloggare?
iStock.com/Ramsey

Stavo guidando, questa mattina presto, e ripensavo alla storia di questo blog.

Alcune persone, alcuni amici, guardando al modo in cui pubblico e scrivo e alla quantità di altri impegni giornalieri più o meno legati al mio lavoro, mi hanno posto ormai la classica pulce nell’orecchio.

Mi hanno chiesto: “Ma scusa, ma perchè se ti impegna così tanto, continui a scrivere su un blog?”

Perché non trovi qualcosa di meno pressante, dato che le alternative non mancano?

Scrivere su un blog è una di quelle cose che può fagocitare molto tempo.

Molto, molto tempo.

E quando non esisteva altro, curare un blog significava sfruttare l’unico strumento (al di fuori dei forum) davvero utile per esprimere la propria competenza in materia. Significava impegnare (investire) un po’ del proprio tempo sicuri di non avere grandi scelte in materia di personal branding.

Poi, nel tempo si sono costruite e affermate altre grandi alternative per risolvere questo problema.

Social network sono nati e sono morti nel tentativo di risolvere (anche) questo problema. E il blogging, i blog e l’arte di scrivere bene sono diventati uno dei tanti strumenti a disposizione, non certo più il solo.

(che poi lo scrivere bene sia sempre una potente arma, questo è un altro discorso)

Eppure, forse perché sono più abitudinario di quanto io stesso creda, non ho mai dubitato dell’efficacia del mezzo. Non ho forse mai trovato sufficienti stimoli nei social, nei forum o in qualche strano altro accrocchio 2.0 in grado di sostituire totalmente il mio blog.

Scelta che, per inciso, altre aziende non hanno esitato a compiere.

C’è qualcosa, nei social, che mi lascia una certa ansia dal “trovarsi in casa altrui e non avere il controllo completo”. Un vincolo mica da ridere, come i recenti sviluppi di una certa creatura di Zuckerberg ci ha abituato.

Eppure credo che storie di questo tipo si rincorrano negli ultimi anni nella mente di molte altre persone. Chi ha salutato tutto e tutti e ha deciso di vivere la propria vita al di là del monitor in maniera molto più sciolta e libera, a scapito di qualche libertà dettata dal fatto di identificarsi in toto con la pagina fan o sull’account Twitter di turno. Altri tengono duro, rielaborano e ricadono forse su canali (newsletter e affini) ancora antecedenti agli stessi blog.

E per quanto riguarda te? Cosa ti ha trattenuto, e continua a farlo, nel fuggire su un qualche social network?
Perché tu, oggi, stai continuando a bloggare?

Nota: So che questo è quasi un tema ricorrente su queste pagine. Ma nel tempo cambiano i lettori, mutano le esperienze, e le storie sono sempre interessanti sia da raccontare che da leggere. 😉

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

12 commenti

  1. Scrivere un blog è pressante? Bah, è un divertimento!

    Lvorare, quello sì, è pressante! Farsi 12 ore al giorno, quello sì, è pressante!

  2. Io scrivo per scrivere: lo considero un esercizio più che altro, un modo per affinare le capacità di comunicazione esponendomi ad eventuali critiche sulla forma o la sostanza.

    Il motivo per cui scrivo sul mio blog rispetto a un semplice social network è la possibilità totale di controllo che questo permette.

    1. Scrivo per scrivere è bellissima! Credo sia un commento eccezionale: scrivere -> esercizio -> passione -> divertimento -> affinare capacità e migliorare conoscenze!

    1. Ciao Fabietto,
      trovo che sia uno strumento molto efficace per chi dispone di poco tempo o ha bisogno di prendere mano con blog & affini senza impazzire dietro alla (relativa) complessità di WordPress.

      Io ne ho fatto uno speed blog su http://speed.francescogavello.it/, dove scarico citazioni link e riferimenti di letture quotidiane. 😉

  3. Mi ha trattenuto la voglia di impegnarmi a – come dici tu – (cercare di) scrivere bene e credere di dare un contributo, gratis, come gratis è la soddisfazione: una moneta che “paga” tantissimo.
    I social network sono “a briglie sciolte”, un po’ come – soprattutto nel nostro paese – sono i forum: pieni di utenti con avatar, firme, e decine di migliaia di messaggi postati che contengono spesso solo la parola “quoto”.

    I social network stanno estinguendo la professione dell’addetto stampa e di chi propone visibilità con i banner: le aziende non l’hanno mai spuntata nè con i blog nè con i blogger e sono riuscite a trarsi dall’impaccio di rilasciare contenuti di parte, postando una semplice foto seguita da decine di “mi piace” di chi, soprattutto, non sa neanche conosce neanche che forma abbia il prodotto. (perchè non ha letto un blog…)

    Pardon per il lungo commento e complimenti per il tuo ennesimo spunto.

  4. Perché continuo a scrivere? Me lo sono chiesto varie volte, tra impegni lavorativi incombenti e mancanza di tempo ormai cronica. E nonostante tutto questo continuo a mantenere il mio blog sul web design, a cui affianco altri 2 progetti simili.

    Lo faccio prima di tutto perché mi è utile: è uno stimolo per rimanere aggiornato ed approfondire gli argomenti che mi interessano, spesso ricevendo dei feedback dai lettori (abituali e occasionali) che con i loro commenti mi fanno pensare a cose impossibili da prevedere. E’ una crescita personale, professionale, ed un ottimo modo per rimanere in contatto con le persone che lavorano nell’ambito che più mi interessa.

    Se questo non è abbastanza… 🙂

  5. Tutte le volte che devo scrivere un post ci metto …troppo! Troppo tempo, cambio una virgola, correggo un verbo, poi mi accorgo che non ho espresso bene quello che volevo dire…ma non rinuncerei a bloggare, anche se questa smania di perfezione mi costa cara. Anzi, per assurdo che sia pensavo di aprirne un altro, o comunque ampliare i contenuti e le proposte di quello attuale, che ora mi sta un po’ stretto.
    Un blog dà il modo di mettersi alla prova su talmente tanti aspetti che non c’è rischio di annoiarsi, bisogna masticare un po’ di inglese, saperci fare con i layout, scrivere decentemente in italiano, non portarla troppo per le lunghe perché c’è poco tempo per tutto, ormai ecc., ecc., ecc.,
    Eletta

  6. Affidarsi totalmente ai social network è un errore gravissimo, in particolare per lavoro. Non dimentichiamoci che Facebook può chiuderci un account e cancellare ogni traccia della nostra esistenza, non sono poche le persone che lamentano problemi.

    Un blog dona maggiore credibilità e serietà alla persona oppure a un progetto, questa è la mia idea.

  7. Il blog è qualcosa di tuo, sotto il tuo diretto controllo, il database del social network invece è controllato e gestito da altri. Da un giorno all’altro potrebbero bannarti e tutto il tuo lavoro andrebbe in fumo. Con il blog questo non succede, o non dovrebbe succedere se hai fatto correttamente il backup. La cosa migliore è “socializzare” il blog integrandone ed estendendone i contenuti anche sui social.

  8. Perchè continuo a scrivere? Questa è una bella domanda ma la risposta è molto semplice, perchè mi piace.
    Sinceramente non ricevo tanta soddisfazione nello scrivere uno stato interessante su Facebook e ricevere decine di “Mi piace” quanto ricevere anche un solo commento a un articolo sul mio blog.

    Riguardo alla fatica, se scrivere per me fosse un peso non avrei mai iniziato.