Perché Google “+1” potrebbe non essere tutta questa gran cosa

La nuova incarnazione del “pollice su”?

Al recentissimo Google IO il team del motore di ricerca più usato al mondo ha finalmente fornito qualche dato in più circa la futura implementazione del già anticipato Google +1.

Il funzionamento, per quei pochi che negli ultimi tempi fossero rimasti nascosti sotto a un sasso, è ben spiegato da questo video e vede la seguente semplicissima meccanica.

  • L’editore o il blogger inserisce il pulsante “+1” sul proprio sito o blog
  • L’utente clicca “+1” dopo aver letto l’articolo o visitato il sito
  • Durante una ricerca in Google un altro utente vedrà i “+1” dei propri contatti sotto a ciascun risultato della normale ricerca
  • Allo stesso modo durante la visualizzazione degli AdSense sempre l’utente loggato vedrà i “+1” dei suoi contatti sotto a ciascun annuncio visualizzato

Google prospetta sicuramente un grande successo per il suo bottoncino delle meraviglie. Io, però, vorrei sottolineare alcuni aspetti che mi fanno vedere la questione molto meno rosea di quello che viene raccontata.

L’intero castello della “raccomandazione sociale” che viene da tempo portata avanti da Facebook e in un certo senso da Twitter con i loro share button su basa su un sottile processo.

Dove e perché

Perché un normale lettore clicca “Mi Piace” in fondo a un articolo? Perché così facendo applica la sua approvazione a un contenuto che gli è stato utile. E dove si concretizza questa approvazione? Sul suo profilo pubblico.

Cliccare un “Mi Piace” possiede una gratificazione immediata per chi decide di spendere qualche secondo del proprio tempo. Un buon contenuto riportato sul proprio profilo rende il proprio profilo un posto migliore da visitare, aumenta la credibilità di chi (l’utente che clicca) fornisce un servizio di selezione e tante altre belle cose.

Un +1 invece perde molto sotto sotto questa meccanica, cercando di coinvolgere gli utenti a cliccare un +1 per essere utile a terzi durante un processo di (futura, rimandata nel tempo) ricerca all’interno di Google stesso.

È uno spostamento di obiettivo, per l’utente che dovrebbe cliccare, non da poco. Se prima a ogni Like cliccato aumento i contenuti rilevanti sul mio profilo, con un click su un +1 non succede, beh, poi un granché.

Mai come in questo caso a Google manca realmente la base solida di un network come Facebook e Twitter perché un qualche tipo di suggest feature possa risultare incisiva nella lotta contro i due titani.

Forse mi sbaglierò, ma non la vedo così semplice come in Google vogliono raccontarcela.

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

11 commenti

  1. È esattamente quello che ho pensato quando ho scoperto di cosa si trattava, non c’è nulla che motivi davvero l’utente a dare il suo +1, salvo ovviamente casi eccezionali.
    Potremmo comunque sbagliarci, magari Google ha in mente qualcosa di più complesso e completo.

    1. Ciao Aerendir, intendi proprio i “+1”?

      È vero, ma nel caso compare anche una label (che sinceramente non so se fosse già presente ad aprile) che indica: “Questa scheda è visibile solo a te.”

      Ma anche se fossero pubblici, non credo che i profili Google abbiano mai goduto di grande visibilità verso terzi. O mi sbaglio?

      1. Frà non so, io avevo letto qualcosa e mi pareva di aver capito che intendevano realizzare qualcosa di simile al Mi piace in Google reader.

        Per la diffusione die profili Google sono d’accordo: non sono molto diffusi.

        Però credo che Google lo sappia questo.
        Voglio dire che spero che non abbia fatto le cose a metà (anche se vedendo gli ultimi prodotti social di Google non mi giocherei assolutamente niente!).

      2. Diciamo però che anche il Mi Piace di gReader e la relativa componente “sociale” non sono andati granché lontano.

        Voglio dire: a qualcuno interessa davvero focalizzassi sugli utenti “follower” di Google Reader trascurando altri network sicuramente più rilevanti?

        (dove con molta probabilità ritroveremo gran parte di essi?)

        Quasi quasi converrebbe farne un discorso a parte…

  2. E già, pensandoci un attimo mi sa che hai proprio ragione.
    I bottoni dei concorrenti se pigiati hanno un riverbero immediato, e in qualche modo c’è una forma di narcisimo che spinge a farlo.
    Se l’azione di pigiare il +1 non ha un riflesso immediato e pubblico da qualche parte, beh, concordo con te, tanti non ci penseran no neanche a fare clik

  3. Io però non mi spiego come sia possibile che un’azienda così all’avanguardia come Google non riesca a rendersi conto di errori così banali… Con le risorse che ha ci vuole molto ad ottimizzare la componente sociale, integrare meglio i vari strumenti e spingerli? Mah… si sta facendo mettere sotto da Google da questo punto di vista.

    D’altra parte., volendo andare un po’ oltre, lo stesso vale anche per Microsoft: Messenger era lo strumento di comunicazione più utilizzato. Poi è arrivato Facebook. E pure Microsoft è rimasta a guardare…