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Quanto è difficile essere semplici?

Migliorare qualità articoli blog
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Essere semplici è molto, molto difficile.

Ci hai mai pensato? 🙂

Tutti sono più o meno capaci di riversare uno sproloquio dopo l’altro a sostegno di una qualche loro tesi. Tanti sono in grado di digitare qualche migliaio di caratteri per gonfiare una singola idea, cercando a più non posso di stimolare un’azione in chi li legge.

Pochi riescono ad esprimere concetti complessi in molte meno parole.

E riescono a farlo rimanendo pertinenti. Efficaci.
Affascinando chi ci legge e soddisfando anche -perché no?- i motori di ricerca.

Ecco perché penso che dovresti far fuori almeno un quarto del tuo prossimo articolo prima di premere il fatidico pulsante “Pubblica”.

Solo 500 parole?

So cosa stai pensando: “non posso”.
“Articolo breve uguale: poche carte da giocarmi in ambito SEO”.

Quando parliamo di ottimizzazione per i motori di ricerca, ci sono molti disposti a giurare che la lunghezza del contenuto sia uno dei principali parametri affinché questo si possa posizionare in maniera competitiva. Ed è vero.

I motori di ricerca sono usati da persone come te e come me, non da qualche strana entità aliena. È più che ragionevole che soddisfando le persone con contenuti di qualità stiamo già facendo qualcosa di buono verso i motori di ricerca.

Tuttavia, a quanto equivalga questa lunghezza è un concetto piuttosto relativo. Un articolo di 500 parole ha tante possibilità di posizionarsi sui motori per le keyword che desideri quanto uno tre volte più lungo e dispersivo.

E i miei post pilastro?

Inoltre, chi cade nel tranello di infilare tutto ciò che sa in un singolo articolo perde la possibilità di costruire una rete di contenuti coerenti e organizzati sulle proprie pagine. Un singolo articolo di 500 parole forse non andrà così lontano, se la competizione è alta. Una serie di articoli di 500 parole, sì.

È davvero a portata di mano mettere in piedi una mini-guida in più capitoli se suddividi il mare-magnun delle tue competenze in n-appuntamenti anziché schiacciare tutto in un singolo, colossale articolo.

E per inciso, c’è sempre spazio per un post pilastro, di tanto in tanto.

Anzi, pillar articles di questo tipo ricevono la giusta luce dei riflettori proprio quando sono parte di un contesto più ampio. Esternamente e internamente al tuo sito. Certo, puoi scrivere il tuo prossimo capolavoro e attendere di ricevere centinaia di backlinks, ma non sarebbe fantastico se questo articolo potesse ricevere link a ritroso da altri tuoi frammenti di informazione (più brevi, più pertinenti) già scritti in altre parti del tuo sito?

Siamo letteralmente inondati di consigli sul come scrivere correttamente per il web.

Si consigliano liste, titoli, immagini, citazioni e molto altro ancora. Lo faccio anch’io, su queste pagine. Solo, non sempre c’è così tanto bisogno di seguire alla lettera queste indicazioni. Sono pochi i concetti che meritano articoli pilastro e spesso intorno alle cinquecento parole si è già detto tutto -o quasi- ciò che avevamo in mente.

L’obiettivo di un articolo dovrebbe essere quello di stimolare un’azione. Che sia un semplice -ma importante- commento, un acquisto o un contatto di diverso tipo, la lunghezza di ciò che scrivi dovrebbe essere tarata sulla potenzialità di scatenare questa azione.

E spesso, rimuovere un buon quarto di quanto hai scritto è un ottimo modo di iniziare.

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

1 commento

  1. Sottoscrivo tutto! Fra l’altro c’è anche chi crede che 500 parole sono troppe (i vari servizi Black Hat di Article Marketing.. 300 parole e passa la paura).

    Però 500 parole = Lato-SEO sono più che sufficienti anche nell’epoca Post-Panda. Lato-copy si è agili, scattanti e pronti a indirizzare alla CTA senza fare scappare l’utente.

    sempre IMHO 😉