Ottenere più follower su Twitter: i primi 3 strike da evitare

La prima opinione è quella che conta, soprattutto sui social media

Che cos’è che secondo te discrimina un follow?

Sai, ciò che ti fa pensare:

“Hey, voglio sapere cos’altro avrà da dire questo utente nei prossimi giorni!”

piuttosto che:

“No, ti prego! Non un altro twitter-bot pieno di sé a caccia di click!”

Per quanto mi riguarda, potrei racchiudere il tutto in tre basilari comportamenti.

Anche se verrebbe molto comodo, di rado inizio a seguire un utente direttamente da TweetDeck, salvo che questo non mi abbia colpito per qualcosa di interessante (e va da sé che la questione non si pone). La stragrande maggioranza delle volte invece, dovendo ricambiare un follow o gironzolando alla ricerca di nuovi contatti, mi prendo tutto il tempo necessario per aprire i profili web e curiosare senza fretta.

A dispetto di quanto potresti immaginare, in questa fase per me non vale poi più di tanto un buon background o una biografia ben costruita.

Certo, sui grandi numeri sono preziosi dettagli che possono contribuire a caratterizzare meglio un nuovo e anonimo contatto, ma è innegabile che il primo sguardo in assoluto ricada sulla timeline.

Sul modo di usare la timeline.

Ed è qui che si vedono i peggiori comportamenti. 😀

Primo strike: Stai twittando troppi link

Anche se è spesso interessante condividere i propri link, le proprie letture o quanto di semplicemente strano ci abbia colpito in rete, dovresti evitare di considerare Twitter come un grosso garbage file in cui riversare tonnellate di link indistinti. Se questi poi sono generati da servizi automatici e mancano persino di una descrizione leggibile, beh, forse stai perdendo più di una possibilità per entrare in contatto con i tuoi futuri lettori.

Secondo strike: Stai vendendo aria fritta

Di tanto in tanto mi capita di concedere il classico beneficio del dubbio e seguire un utente troppo marketer per poi scoprire di essermi puntualmente abbonato ad un nuovo ed eccitante canale pubblicitario del tipo “muro-di-gomma-compra-e-taci”.

Ad intervalli regolari (almeno fino al defollow) un osservatore appollaiato dietro alle mie spalle potrebbe ammirare la mia timeline venire saturata di 5-10 tweet (con relativo link, vedi sopra) provenienti da chissà dove e farciti di giri di parole che neanche Stan di Monkey Island. 😉

Terzo Strike: Stai parlando con te stesso

Se l’intero l’utilizzo che fai di Twitter si risolve nel pubblicare quanti caffè prendi al giorno o quante volte ti stai annoiando a lavoro, senza interagire in nessun modo con i tuoi follower, allora non essere troppo sorpreso se questi non crescono. Se ignori reply (e DM) e non ne proponi di nuovi, non ti stupire di venire abbandonato da persone che evidentemente non si sentono parte di alcun gioco, per le quali appari soltanto come un peso sulla loro timeline.

Cosa condiziona le tue scelte?

Esagerare con le risorse linkate, considerare il pennuto un mezzo di broadcasting per marketer a senso unico e l’essere troppo autoreferenziali: queste le prime tre cose alle quali ho deciso di fare più attenzione nel costruire la mia cerchia di contatti su Twitter.

Per te invece, cosa più di ogni altra cosa ti fa evitare di seguire un altro utente?

Il fatto che si tratti di un brand? Il fatto che sia un utente troppo popolare?
O forse qualcuno che non bilancia adeguatamente follower e following?

foto: slgckgc

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

4 commenti

  1. Condivido tutti i punti! Da poco più di un mese sto testando ff, Tumblr e Twitter (dei quali non ho mai avuto necessità) e certe distonie sono parse subito evidenti.
    Qualcuno ha scritto che in Italia funziona così, ma io ho dato imprudentemente un follow anche a noti personaggi oltreconfine ed anche lì il terzo strike va alla grande.

    Ciao

  2. Bell’articolo, specie per chi come me sta cominciando solo ora a capire i meccanismi che regolano Twitter e che spesso ben si applicano anche ad altri social network.

    Sto sperimentando sul campo, prima in maniera empirica e a seguito del tuo articolo in maniera un po’ più scientifica, che ciò che hai scritto e trovo ceh sia perfettamente coincidente con la realtà.

    Grazie mille

  3. Potrei essere d’accordo sui primi due punti, ma sul terzo ho le mie riserve. Certo leggere di ogni minuto della vita di un certo utente (caffè, toilette, tagliamento unghie, ecc.) sarebbe seccante, ma io AMO i twitterini (li chiamo così) che usano Twitter più come un blog, che come una chat. Quelli che scrivono SOLO reply o DM (e sono la maggior parte) e non hanno nulla da dire, mi annoiano quanto (se non di più) quelli che ci vogliono rendere partecipi di ogni attimo della loro vita.
    Personalmente odio le reply, e preferisco di gran lunga i DM per parlare con i miei contatti. Di sicuro, comunque, quando vedo una timelist che si basa SOLO (o quasi) sulle chiacchierate tra diversi utenti, mi vengono i brividi. Il fatto che Twitter sia diventato un social network, non mi fa dimenticare che sia nato come sito di microblogging. Ed è così che cerco di utilizzarlo io, come un blog. Riducendo al minimo i commenti e le chiacchierate con altri (preferisco dare il mio contatto MSN, per chiacchierare).
    Ovviamente poi ognuno ha i suoi metodi e le sue preferenze. Ed io effettivamente sono mooooolto esigente nella ricerca di chi seguire. Forse anche troppo. In ogni caso tento di prendere esempio su come usare Twitter, da quella che secondo me è la migliore twitterina italiana al momento, cioè @Dania.
    In ogni caso è un articolo molto interessante, e mi ha fatto piacere leggerlo fino in fondo! Ciao.