News sharing e promozione dei propri articoli: ha ancora senso?

flickr.com/photos/jurvetson/2829219697

Promuovere i propri articoli all’interno dei network di news sharing sta perdendo di efficacia?

Peggio ancora, si sta incrinando sul lato credibilità?

Sento sempre più spesso affermare che i portali di editoria partecipativa, quando impiegati dai blogger come ulteriore rampa di lancio per i propri contenuti, siano in qualche modo indicativi dello “status” dei sopracitati blogger.

Blogger, appunto, medio piccoli, sconosciuti e senza reale “voce in capitolo” quanto invece ben più affermate blogstar (si, lo so, passatemi il termine).

Perché quando parlano, le blogstar, ottengono tutta la visibilità che necessitano senza stare a postare le proprie notizie sul “Digg italiano” di turno.

Detto in un altro modo: se metti in condivisione i tuoi stessi post probabilmente non hai sufficiente seguito per essere definito “pro”.

Che abbiano ragione?
Forse la questione è più complessa di quel che sembra.

Quando iniziai a bloggare, tempo fa, anch’io ho avuto modo di gettarmi su numerosi network all’interno dei quali poter promuovere i miei articoli. Non che la scelta mancasse, in effetti. Non manca ancora oggi.

Tra tutti quelli che scelsi, in fin dei conti “solo” cinque o sei tra i nomi più in vista, feci volentieri a meno della metà nel giro di un paio di mesi. Alcuni semplicemente erano deserti, altri non mi permettevano di entrare in contatto con nessun utente in carne e ossa realmente interessato a leggere ciò che scrivevo.

E dato che ciò che volevo non era tanto guadagnare la homepage ma trovare utenti in linea con la mia nicchia, questo era un grande problema. Col tempo rimasero solamente tre network, che per approccio o per vastità di utenza ancora oggi mi danno modo di spendere in maniera proficua il tempo che dedico loro.

Perché a conti fatti ciò che conta veramente ricavare da network come questi non sono certo i picchi di pageviews, tanto anomali che il giorno seguente si sbriciolano riportando le statistiche alla dura realtà. No, ciò che conta è invece stabilire connessioni, attrarre potenziali nuovi lettori. Costruire qualcosa di più grande della semplice visita una tantum.

Tuttavia, anche con un tale approccio, la domanda iniziale ancora mi dà da pensare: e se promuovere i propri articoli fosse controproducente a livello di credibilità?

Valore intrinseco

Forse il punto della questione è: quanto valore attribuisci inconsciamente ad una notizia pubblicata dal suo stesso autore rispetto ad una promossa spontaneamente dalla sua cerchia di lettori?

Che impatto ha sull’inconscio di chi cerca di dare un valore a ciò che si trova di fronte il fatto di sapere che l’autore ha inserito una sua stessa news in un network dove teoricamente sono gli altri a doverti promuovere?

E’ una tecnica abbastanza borderline, se vogliamo.

Giustificata dal fatto che lo fanno praticamente tutti e nessuno se ne stupisce quasi più. E sono anche pochi i network ad indicare espliciti divieti in senso o nell’altro. StumbleUpon forse l’unico che nel tempo ha realmente preso provvedimenti per impedire il dilagare di meccaniche che piazzavano la qualità dello “sharing” all’ultimo dei pensieri.

Ma non sono così sicuro che valga ancora la pena di portarla avanti.

Autore = Promotore

Quanti sarebbero disposti a perdere una manciata di minuti del proprio tempo per compilare i form (spesso chilometrici) del portale di turno, se non fosse per interesse personale? Indicare un URL, un titolo, un breve estratto, poi compilare alcune categorie di appartenenza, talvolta un secondo estratto sintetico, altre caricare un immagine indicativa.

Quanti sarebbero disposti a farlo se l’articolo in questione non fosse il proprio?

Parliamo di questioni legate all’autopromozione: come ti comporti quando autore e promotore coincidono? Sei prevenuto nei confronti di ciò che stai per leggere o la ritieni comunque una pratica “sconveniente”?

Se hai un blog da più di cinque minuti probabilmente ti è capitato di avere a che fare con situazioni come queste. E non sono sicuro che la tua opinione a riguardo sia così scontata! 😉

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

14 commenti

  1. Buongiorno, buon lunedì mattina e buona riflessione a tutti. Questo articolo farà molto riflettere e scommetto che tirerà in ballo pareri discordanti: anche oggi, io, voglio dire la mia.

    Anche io sono stato “attanagliato” dal problema Social Network: Pubblicare i miei articoli o no? Tentare di farli arrivare in home page o no? Poi ho cominciato a conoscere alcune delle pratiche più “subdole” che esistono in rete. Ho cominciato a conoscere persone che si facevano votare le notizie per andare in home, accumulare un determinato numero di voti… lo ammetto un paio di volte anche io ho provato a farmi votare la notizia ma dopo non più di una settimana mi son chiesto “che senso ha?” “a che mi serve tutto questo sbattimento (termine molto in voga;)?” E allora ho lasciato perdere i Social Network e preferisco che siano i miei lettori a segnalare le mie notizie e a fare un genuino ed eccezionale passaparola…

    Social Network… personalmente non segnalo più nulla, lo ritengo alquanto inutile…

  2. Bello spunto di discussione, alla fine anche io sono arrivato alla stessa conclusione: il tempo impiegato per promuovere le proprie notizie non porta vantaggi considerevoli.

    Il mio interesse principale, più che il numero di visitatori, è essere letto da chi è realmente interessato: gli articoli ben scritti possono centrare l’obiettivo senza ulteriori spinte.

    Discorso diverso per blog che trattano temi meno tecnici e più popolari, su certi argomenti una segnalazione può portare anche centinaia di visite in più, ed in quel caso può valere la pena.

  3. Io, invece, mi trovo completamente d’accordo con quanto viene detto nel paragrafo Autore = Promotore. Mentre leggevo le prime righe, la prima cosa che ho pensato è stata “ma chi mai se non l’autore perderebbe tempo a segnalare un articolo?”. Io no di certo. Non che non condivida un articolo che ritengo interessante, magari lo passo a un contatto in chat che so essere interessato all’argomento o magari lo segnalo in un forum (si, seguo ancora i forum) dedicato… ma perdere tempo a spararlo così, a caso, senza conoscere il pubblico (perché gli aggregatori hanno un pubblico eterogenoe ed indefinito) non mi sembra avere senso.
    Il discorso cambia per l’autore che vuole proporsi al pubblico. Non credo che la cosa faccia perdere credibilità, viviamo in un era in cui la pubblicità è tutta intorno a noi, e non per questo la cocacola (per citarne una) che si fa pubblicità da se perde credibilità agli occhi dei consumatori.
    Tra l’altro, per la piccola fetta di mondo che conosco, questi network sono praticamente frequentati solo da autori che sono li per promuovere loro stessi e socializzare con altre persone (anch’esse li per promuovere se stessi) per partecipare ad una sorta di gioco dalle regole non scritte per cui se partecipi in modo attivo, leggendo e commentando gli altri, gli altri leggeranno e commenteranno/voteranno te. Ovviamente la speranza è sempre quella che mentre si adempiono a questi “obblighi” ci si imbatta in un blog che si sarebbe amato anche se lo si fosse incontrato in altre circostanze. Infondo, come nella vita, stanno tutti li, nella speranza che tra tanti contatti obbligatori per le pubbliche relazioni almeno per alcuni scatti una scintilla vera (mentre per altri si tiene un rapporto unicamente basato sulla convenienza). Detta così sembra quasi uno SpeedDate, e forse ci va molto vicino come concetto.
    Ovviamente StumbleUpon, che da qualcosa in cambio (che non sia la visibilità) non rientra nel discorso.
    Poi per parere del tutto personale, a me se qualcun altro mi segnalasse un mio post mi darebbe pure un po’ fastidio. Lo so che in teoria è una forma di grande ammirazione, ma la maggior parte dei Network da anche la possibilità di commentare…e non essere li a poter leggere quei commenti o a difendere quello che ho scritto non mi fa affatto impazzire. Certo se un post fosse scritto bene non ci dovrebbero essere possibili fraintendimenti e nessuno metterebbe in bocca ad altri parole che non ha detto, ma spesso i lettori leggono una parola si e tre no e si formano un idea un po’ distorta di quello che hai detto…e poi la spacciano come tua.

    @Ottantotto, se vuoi usare un termine che va di moda ed è ancora più enfatico/fastidioso usa “sbattone”! Sbattimento è troppo soft!

  4. Non sono mai stata prevenuta verso chi si autopromuove inserendo prevalentemente (o esclusivamente) articoli suoi nei siti di news sharing. Forse anche perché, da quando ho cominciato a frequentarli, ho visto che i segnalatori “disinteressati” erano davvero rarissimi. Certo che lo scopo per cui questi servizi sono nati sarebbe un altro; però, alla fine, il risultato non cambia molto. Io credo che se un articolo è di buona qualità verrà premiato, indipendentemente da chi lo ha inserito. Questi siti sono l’ideale per chi è all’inizio e vuole farsi conoscere e acquisire visibilità, ma non devono essere visti come l’unico mezzo.
    L’errore non sta tanto nel fatto di autosegnalarsi, ma nel limitarsi ad usare questi servizi solo per quello: dovrebbero servire invece anche a leggere, apprendere nuove notizie, salvare ciò che ci interessa, incontrare persone con cui stringere collaborazioni, ecc.
    Con un po’ di organizzazione, si può ridurre al minimo il tempo di inserimento, per poi dedicarsi in tranquillità alla lettura delle altre notizie.
    P.S.: bello il paragone con lo speed date!

  5. Ti dirò, io segnalo regolarmente i miei post su qualche servizio di social news ed effettivamente “non ho sufficiente seguito per essere definito pro”, indipendentemente dalla qualità (variabile) di quello che scrivo.

    Non considero un male assoluto l’auto-promozione: se si fanno le cose onestamente, evitando i trucchetti per finire artificialmente in homepage, è un modo come un altro di sottoporre i propri post a un certo pubblico, che li valuterà attraverso i voti.

    Che poi il pubblico sia eterogeneo e, inutile negarlo, preferisca le notizie divertenti e i video strani è un altro discorso 🙂

  6. Beh…Proprio qualche giorno, durante una sessione di gtalk ho espresso il mio parere:
    “…sono certo che il social sharing è destinato a morire…”
    Nel mio blog abbiamo creato l’ennesimo clone-Digg e lo usiamo semplicemente come magazzino dei nostri post…
    Non esiste interazione, non viene usato il sistema di ricerca: in parole povere, come affermato in questo articolo, una mera perdita di tempo, ma….
    Penso che tutto dipenda dalla tipologia di sito che si possiede. Premetto che i miei ragionamenti si basano sempre sulle possibili monetizzazioni di un sito/bog che sia, ed in questo senso, ben vengano i socialsharing.
    Se si possiede un sistema di monetizzazione basato sulle impressioni,ogni visita qualitativamente valida o meno, significa reddito e dunque riuscire a collocarsi nella home per ricevere visite non è cosa da poco.
    Chiaro che tutto quanto è opinabile e personalmente posto i miei articoli su più bookmarking, la cosa simpatica è che ricevo più feedback da quei siti in cui tutto questo avvien automaticamente (twitter ne è un esempio, e tutti sappiamo che è usato anche, se non prevalenetemente, in questo senso!)
    Che ci sia, di base, una ricerca, spropositata se volete, di traffico, di visite, di…guadagnare, è cosa sotto gli occhi di tutti e, in conclusione, penso che ogni sistema per quanto astruso, se ben utilizzato, possa aiutare nello sviluppo di un progetto che si basa soltanto ed esclusivamente sul traffico (..blogging..)!
    Che poi, ognuno di noi, preferisca visite “di qualità”, provenienti da segnalazioni nate dalle proprie capacità di scrittura, di divulgazione, mi sembra piuttosto normale. C’è però una netta differenza tra il bloggare per il semplice piacere di farlo ed il bloggare, gustando comunque di quanto si sta facendo, per far quattrini.
    “Pecunia non olet!”
    L’argomento è particolarmente complesso….Ahoo Francè ma te diverti a facce impazzì cò ste tue uscite? 😉
    Mai na vota che scrivi un post facile? 🙂
    Eeeee….grazie ancora una volta per l’interessante spunto!
    Alla prossima!

  7. A dire il vero quasi tutte le promozioni sono auto-promozioni…
    Quindi non ho una particolare reazione, al contrario vedere un qualcuno che promuovere un articolo esterno, o di qualcun altro, mi fa salire l’interesse…

    Segnalarsi non è una cosa malvagia, il problema è che in questo modo molta spazzatura va ad intasare la rete di notizie ed idee, mentre tutti dovrebbero autolimitarsi (si, mi piacciono i mondi utopici 😀 )

  8. @Ottantotto e @Tom: Senza poi considerare il fatto che a forza di spammare un articolo a destra e a manca si rischia anche di “bruciarlo”.

    Bruciarlo soprattutto verso quei contatti che, forse se meno stressati, avrebbero potuto portare dei contributi degni di nota.

    @Valerio: Beh, se non a morire, forse a rivedere tutti quei meccanismi che resistono giusto perché “così deve essere”.

    Un esempio? Tutte le meccaniche dei cloni di Pligg. Sembrano fatte apposta per filtrare alla fonte ogni tentativo di spamming, rendendo di contro tutto inutilmente laborioso e lento, lento, lento.

    @Matteo: Notizie divertenti, video strani o estremismi in un senso o nell’altro 😉 Già, probabilmente si dovrebbe fare un’ulteriore divisione tra gli aggregatori “tematici” (dove forse l’autopromozione potrebbe acquistare un altro senso) e quelli più generalisti.

  9. Personalmente ritengo il news sharing una buona fonte di contatti.
    Primo, perché anche qui non vengono proposte valide alternative. (Sarebbero forse la promozione su web directories? Ma chi va davvero a cercare siti interessanti su DMoz? Oppure contatti con singoli altri bloggers? Un po’ laborioso.)
    Secondo, perché sono un punto di incontro di molte persone, e personalmente non guardo mai la schermata dei più popolari, ma cerco sempre nelle ultimissime delle categorie che mi interessano.
    Certo, il metodo migliore sarebbe fare gestione delle relazioni seriamente, però dobbiamo anche prendere atto del fatto che non tutti siamo in grado di fare guest post su Problogger e che in Italia la maggior parte dei blog importanti sono o personali o gestiti da aziende, che mal vedrebbero un guest post di un concorrente.
    Purtroppo in questo senso il Gap con gli USA e il resto del mondo si sta ampliando.

  10. Devo ammetter che il news sharing mi ha permesso di fare un balzo iniziale delle visite… credo che per un blog o un sito da poco online sia il modo migliore per riuscire a scollinare.
    Per quanto mi riguarda, dopo una fase iniziale, ho deciso di abbandonare i vari siti di news sharing, avendo avuto modo di verificare come la pubblicazione si tali siti inficiasse sul posizionamento dell’articolo medesimo nei vari motori di ricerca, regalando maggiore visibilità ad essi che all’articolo originale.
    L’idea dei siti news sharing di per se non è cattiva, sono un ottimo servizio per tutti coloro che vogliono essere costantemente aggiornati su quanto di nuovo è pubblicato nella rete, e sono un ottimo strumento per promuovere un articolo, in modo che questo raggiunga un più ampio pubblico. E’ anche vero però che i sistemi messi in atto per dare maggiore visibilità a notizie interessanti non sono adeguati… spesso e volentieri ho avuto modo di verificare come i voti dati ai vari link in verità non corrispondessero che solamente alla lettura del solo sunto e non dell’articolo intero sul blog (possibilmente neanche quello). Probabile che ciò sia dovuto all’impostazione e agli argomenti trattati sul mio blog, ma credo di non essere troppo lontano dalla realtà dei fatti.

    PS. da utente non ho mai promosso un articolo su di un sito di news sharing.

  11. Non capisco questo voler guardare come vengono votati gli altri articoli. Resta il fatto che è un modo di farsi conoscere e conoscere altre persone con interessi simili.

    Sarebbe comunque interessante discutere sul punto: quali alternative al news sharing.

  12. @MIKE
    Da blogger posso darti in parte ragione… sinceramente sono più interessato ad un giudizio obiettivo che a dei voti dati a casaccio… ma comprendo che per altri gli interessi possono essere diversi.
    Da utente ritengo che il voto dovrebbe essere indice di quanto sia interessante, utile etc etc… un articolo… se i voti sono dati senza criterio si corre il rischio di mettere in evidenza articoli scadenti ed affossare articoli utili e interessanti.

    Di alternative non ne vedo molte… l’unica è segnalare l’articolo ad altri blogger… nulla a che vedere col news sharing.

  13. Mah… Sull’utilità di siti dei news sharing si potrebbe dire veramente parecchio…La domanda da porsi secondo me è: conviene perder tempo a segnalare su tutti i vari portali, news che su molti non verranno mai lette o se verranno lette, saranno comunque lette da un pbblico non legato direttamente al nostro blog? Un pubblico che magari troverà la risposta a ciò che cerca in quel momento o soddisferà la curiosità che proverà nel leggere il titolo, ma che poi probabilmente proseguirà nella lettura di altre news/articoli, senza soffermarsi sul nostro blog. Poi c’è il fattore tempo che non è indifferente: il rapporto fra il tempo impiegato e il ritorno in termini di visite…
    Personalmente all’inizio segnalavo i miei articoli su parecchi portali, oggi mi limito a due/tre, oltre che twitter e facebook.
    A presto!