Qualcosa che forse stai trascurando per migliorare la ricezione delle tue newsletter

Deliverability

Migliorare ricezione campagne DEM

MarketingSherpa ha pubblicato qualche giorno fa un interessante report volto a comprendere come diversi brand e organizzazioni lavorino quotidianamente intorno alla propria lista di contatti quando parliamo di attività di Direct Email Marketing.

Alla domanda:

Quale delle seguenti tattiche la tua organizzazione sta usando per migliorare la deliverability delle newsletter?

appare certamente singolare, ma forse non così tanto, la riposta più selezionata (+62%): un metodo di disiscrizione semplice e immediato.

Già, esatto.

Perché decidiamo di seguire un brand? Perché decidiamo di aprire le porte a un canale così intimo quale la nostra inbox a perfetti sconosciuti? Le risposte possono essere molte ma, in ogni caso, l’aspetto che più ci rassicura è sapere di potercene andare in qualunque momento.

È il motivo per cui lo si rimarca quasi inconsciamente intorno a quasi ogni box di iscrizione. È gratis e te ne puoi andare quando vuoi. È il motivo per cui molti servizi (un MailChimp a caso) non lasciano partire neppure la campagna se viene a mancare il link alla disiscrizione nel corpo del messaggio.

Garantire all’utente una rapida via di fuga non è, come spesso mi trovo a ribadire, un segno di debolezza. Non si tratta di pescare a maglie troppo larghe. Si tratta invece di accettare come l’utente abbia interessi variabili, che mutano con il tempo, e che potrebbero un domani non essere semplicemente più rispecchiati dai nostri messaggi. Va così, e non ci puoi far niente. Piuttosto che rendere l’intero processo lungo e penoso (leggi: stimolare un click sul tasto spam del proprio client o webmail) conviene davvero accettare questa realtà e pensare a un veloce, inequivocabile percorso di cancellazione.

Al fondo del report, interessante notare come solo il 17% degli intervistati stia valutando campagne di riattivazione del target, segmentate cioè per colpire utenti statisticamente meno attivi con proposte ad-hoc, e solo il 7% stia valutando email di re-permission (leggi: risveglio) a utenti che hanno smesso del tutto di interagire.

Lavorare sul tasso di consegna delle proprie campagne può dare risultati estremamente fruttuosi quando viene fatto nell’ottica di una più grande realtà aziendale. Ottenere numeri migliori non è solo questione di limare un messaggio o (ci mancherebbe) spedire di più. È più complesso, e ha come sempre a che fare con il modo con cui gli utenti si relazionano con noi.

Puoi rendere il tutto maggiormente degno di fiducia, illuminando il percorso di cancellazione. Oppure segmentare i tuoi messaggi comprendendo meglio chi hai di fronte. Puoi ripulire periodicamente la lista, filtrando i diversi tipi di bounce e le diverse risposte in termini di interazione.

Tu, tra le tante risposte di MarketinSherpa, quale avresti scelto? 😛
Trovi qui il report dettagliato.

Francesco Gavello

Francesco Gavello

Consulente, formatore e public speaker in Advertising e Web Analytics. Sviluppo strategie di Inbound Marketing per progetti web di grandi dimensioni. Appassionato da sempre di illusionismo, un’arte che ha molto da spartire con il marketing.

10 commenti

  1. Ciao Francesco,
    ho puntato molto sulle Newsletter (il mio è un blog di opinione e per nulla commerciale) e due degli aspetti a cui tengo in modo particolare sono:

    1) Consentire una via di fuga che sia agile e facilmente individuabile
    2) Cancellare immediatamente le mail non esistente, le hard bounced, mentre le soft bounced le valuto una ad una.

    My 2 cents

  2. Ciao Francesco, vorrei chiederti un consiglio a proposito delle Newsletter. La Delegazione FAI di Vercelli, una realtà di provincia ma con delle potenzialità legate all’associazione, gestisce l’invio di news letters semplicemente con i gruppi di gmail. Secondo te sarebbe utile gestirle con un apposito tool? Sapresti consigliarmene uno da provare?
    grazie mille

    Valentina

    1. Ciao Valentina,
      assolutamente sì. Un tool dedicato all’invio delle vostre campagne vi garantisce non solo maggiore ricezione (cosa tutt’altro che scontata attraverso Gmail e i suoi gruppi), quanto tutta la statistica in grado di farvi tastare il polso del vostro pubblico.

      In questo, con MailChimp (http://mailchimp.com/) andate sul sicuro! 🙂

  3. Ciao Francesco, io mi occupo delle newsletter della Delegazione FAI di Vercelli. Su tuo consiglio ho utilizzato mailchimp e lo trovo davvero efficace. Purtroppo abbiamo pochi indirizzi che i visitatori scrivono su un foglio durante gli eventi e le giornate del FAI.
    Mi chiedevo se Mailchimp possa raccogliere iscrizioni tramite una mail di invito. In questo modo è l’utente che cliccando il form decide mi iscriversi alla newsletter e accetta in automatico il trattamento dati.
    Sai se esiste una funzione del genere?
    Grazie mille
    Valentina

    1. Ciao Valentina,
      direi proprio di sì! 🙂

      MailChimp dispone in maniera predefinita di tutti i form (moduli, email, pagine) necessari a gestire l’iscrizione in autonomia dell’utente.

      Lo trovi, sempre in MailChimp, sotto “Lists” >> Click sulla lista designata >> Click sull’ingranaggio sulla destra >> Forms. In particolare, ciò che cerchi è il “signup form”, che è già ospitato da MailChimp a un URL riservato e può venire incluso su qualunque vostra pagina.

      MailChip dispone anche di Chimpadeedoo (http://mailchimp.com/features/chimpadeedoo/, adoro questo nome 🙂 ) un’app per iPad pensata proprio per raccogliere indirizzi email a eventi sul territorio.

      Fammi sapere com’è andata! 😉

  4. Ti ringrazio molto per il tempo che mi hai dedicato! Ho trovato il form per le iscrizioni e l’ho inviato… Sei stato gentilissimo! A presto, week end, Valentina

    1. Ciao Alessandro,
      plugin per gestire le newsletter, beh, non li consiglio. 🙂

      Ti consiglio invece di affidarti a servizi veri e propri come AWeber, MailChimp o Constant Contact per mantenere alta la deliverability (ovvero il tasso di consegna) delle tue campagne.

  5. Ciao. Mi pare che la maggior parte dei servizi di autoresponder (anzi, nessuno di quelli che io conosco) non offrano una funzione ripulitrice di questo tipo: “Mostrami quali sono gli utenti che non aprono la newsletter da più di x mesi”, con relativa possibilità di cancellarli tutti o alcuni.
    Forse perché purtroppo è impossibile sapere con certezza se un utente NON ha aperto un messaggio.